Non
pensavo di tornare dal biblioterapeuta in questi giorni. Mi ci sono imbattuta
per caso, anzi, per dirla tutta, è stato lui ad urtarmi per richiamare la mia
attenzione. Ho incontrato Vince Corso nei pressi della stazione Termini, in
evidente stato confusionale, mentre si dirigeva verso Via Merulana. Farneticava
su tutte quelle cose che per anni e anni aveva sottolineato sui libri e ora si
stavano manifestando una dietro l’altra nella sua vita.
Quelle
due anziane signore assassinate in un appartamento di Piazza Vittorio, hai
saputo? Pare per una storia di strozzinaggio. E poi il cadavere di un uomo
sulla trentina, di provenienza nordafricana, ritrovato sul lungomare di
Tarquinia, in una giornata dal caldo feroce, con la luce che si riversava
sulla sabbia come una sciabolata. Per non parlare del tremendo incidente del
tram 19: l’uomo è scivolato sulle rotaie proprio mentre ero lì vicino (sarà stato
a causa dell’olio rovesciato da una signora di ritorno dal mercato?); il tram l’ha
decapitato e la sua testa, woom, è ruzzolata a terra. Pare fosse un
turista olandese. E poi tutti quei ciechi che mi perseguitano.
Le
storie escono dai libri davanti ai miei occhi e io ne vengo travolto. Come se
non bastasse, mi ritrovo sempre alle costole, lui, Ingravallo.
Chi?,
quello der Pasticciaccio?
No,
cioè, sì, insomma… Ecco, vedi non riesco a raccapezzarmici più. Ingravallo è il
Commissario dell’ufficio di polizia dell’Esquilino, vicino Piazza Dante. Un
tipo dai capelli crespi e disordinati, gira sempre da solo. Mi osserva,
sospetta di me.
Ma
sospetta cosa? Insomma, Vince, rilassati, fammi capire qualcosa. Tu leggi
libri, ascolti musica, fai lunghe e solitarie passeggiate romane e per mestiere
consigli libri alla gente per farla sentire meglio. Da cosa sei terrorizzato?
Cosa c’è di tanto pericoloso nella tua vita?
Esatto.
Era quello che pensavo anch’io prima che questa settimana iniziasse! Pare che
suggerire libri alla gente sia uno strano mestiere.
Che
sia uno strano mestiere, in un paese in cui leggono in pochissimi, non c’è
dubbio. Ma addirittura pericoloso…
Succedono
strane cose e io non ho mai un buon alibi. Non posso più fidarmi dei libri, non
ci credo più.
Forse
è tutta colpa di questo tremendo ronzio alle orecchie che non vuole smettere; un
acufene insopportabile. Sarà il destino che bussa alle mie porte, come diceva
quello scrittore sudamericano, in quel romanzo… Basta, è tardi. Ti ho già detto
troppo; devo andare.
Uccido chi voglio mi è capitato tra le mani pochi
giorni dopo la pubblicazione, quando neppure sapevo fosse in libreria. Il
coniuge ha capito che era un segno e me l’ha regalato. Letto d’un fiato, divertendomi
molto e prendendo nota di diversi rimedi letterari che devo ancora testare.
Fabio
Stassi sa scrivere libri che parlano di
libri in modo arguto e non banale e lo fa camminando in una Roma letteraria e
magica. Ed ogni volta che esco dai suoi libri, penso sempre al potere salvifico
dell’immaginazione.
Qui
il mio primo appuntamento con il biblioterapeuta e qui il secondo.
E non ho ancora mai letto Stassi
RispondiEliminaC’è sempre tempo.
EliminaUno stile fresco, ottimo quando vuoi prendere una pausa da letture impegnative o in periodi che ti hanno mandato il cervello in ebollizione.
Ma un bel post in cui ci racconti le tue ultime letture? (eh già, non perdo il vizio di commissionarti post!!)
Ne ho giusto in mente uno riassuntivo. 😁
EliminaVisto nelle novità Sellerio, il titolo mi ha per un attimo destabilizzata perché pare non in linea coi canoni "stassiani", ma se continua sul filone biblioterapeutico ne sono tranquillizzata.
RispondiEliminaQuesta volta ho preso il libro a scatola chiusa e l'ho letto subito. Quindi, l'ho letto prima che iniziasse il giro di presentazioni e prima che se ne parlasse sui blog e sulle testate che seguo. Destabilizza il fatto che si commettano degli omicidi, mai accaduto negli episodi precedenti del biblioterapeuta. Ma, come dire, sono omicidi...letterari.
EliminaSe ti incuriosisce, prendilo su Mlol (se c'è). Si legge in pochissimo tempo. Come sai, a me lo stile di Stassi piace molto e, con la sua pacatezza e la capacità di affabulare, rientra tra le persone che ascolto sempre volentieri.
Oltre ai suggerimenti molto validi che trovo nel tuo blog, mi piace molto il tuo modo di raccontare... 😉👌Buon ferragosto
RispondiEliminaGrazie per le tue belle parole!
EliminaHo appena trascorso qualche giornata tra i monti della tua bella regione. Ne parlerò presto.
Un caro abbraccio.
Ho preso qualcosa di Stassi qualche giorno fa, incuriosita dalla tua recensione. Adesso invece sto leggendo Tutto il ferro della torre Eifell di Michele Mari uno scritto meraviglioso che, vedi un po’, è tutto costruito in modo meta letterario. Un paradiso per gli amanti dei libri. Non è lo scritto più recente di Mari ma è quello in cui le letture dell’autore e gli scrittori prediletti costituiscono in modo evidente la materia del libro.
RispondiEliminaTutto il ferro della torre Eiffel ce l’ho in lista da un po’. Mi confermi quanto detto da altri amici di cui mi fido molto.
EliminaIl mio unico incontro con Mari è stato con Leggenda privata che conclusi arrancando. Era stato scelto da un partecipante di un gruppo di lettura che frequentavo (e che da qualche tempo non frequento più, ma non a causa di Mari) e che di Mari aveva letto tuttissimo. Leggenda privata era stato pubblicato da poco: fu questa la ragione per la quale l’amico lettore scelse proprio questo titolo. Per sua stessa ammissione, non il libro migliore per entrare nell’universo di Mari.
Certo, lo stile di Stassi, semplice, lineare, senza troppi ghirigori è lontanissimo dalla lingua colta di Mari.
A questo punto, Tutto il ferro della Torre Eiffel si aggiudica un paio di stellette in più: finirà presto sui miei scaffali. Grazie per il suggerimento. Buone letture (immagino che dopo Tutto il ferro, anche la tua wishlist si sia ampliata a dismisura).