Ci siamo. Un altro anno che vola via.
Un altro anno di buoni propositi rimandati all’anno che verrà, di impegni non sempre rispettati, di cose che non avrei dovuto fare mai più già da diversi anni e di cose che avrei dovuto fare e chissà quando farò…
Funziona così. Poiché in genere sono un tantino critica con me stessa e tendo a vedere gli errori prima degli episodi degni d’esser ricordati, stavolta si cambia registro.
Cosa mi lascia il 2011?
Tanto per cominciare non ho né cambiato (non so se sia un bene) né perso il lavoro, che di questi tempi non è poi cosa tanto banale.
Pensavo di cavarmela senza alcun trasloco, ma almeno uno spostamento, seppur virtuale, dalla piattaforma di Splinder a quella di Blogger m’è toccato.
È stato un anno di classici della letteratura: da Vasco Pratolini a Natalia Ginzburg (entrambi assaggiati solo nel 2011; lo so, lo so, imperdonabile esser arrivata così tardi); da Dostoevskij a Virginia Woolf. È stato anche l’anno del ritorno ai gialli (e qui la responsabilità è tutta della quasi gemellina Nela San) e dell’invaghimento per Simenon (e qui parte della responsabilità è della cara Gabrilù).
C’è stato uno splendido viaggio in Austria; tanti nuovi amici (soprattutto blogger); il fatidico primo incontro “reale” con la mia amica Paperis e coniuge Spia.
C’è stata la corsa (ma non mi dilungo sull’argomento ché lascio il 2011 con un recentissimo infortunio al ginocchio che mi rattrista) e soprattutto, novità delle novità, il nuoto!!
Cari amici, ecco la confessione di fine anno: la signora valigiesogni è da sempre terrorizzata dall’acqua. L’ho detto.
Anni addietro, un mio paziente amico, compagno di studi universitari, tentò l’ardua impresa di farmi vincere l’angoscia nelle splendide acque di Porto Santo Stefano. Considerando il mio sacro terrore, Daniele compì un gesto eroico nel riuscire a farmi galleggiare. Ma, trascorsa quella settimana, non ho più messo piede in acqua, se non per fare la doccia.
Va bene che non sono amante del mare, va bene che il mio habitat naturale è la montagna, ma certe paure vanno affrontate! Dopo tanti tentennamenti, a settembre, finalmente, mi sono iscritta in piscina; primo corso di nuoto a trentacinque anni: non è mai troppo tardi. Ancora non ho imparato a respirare con la bocca (ridete, ridete! Ma se uno corre da sempre, non è così naturale respirare con la bocca anziché con il naso), quindi raramente riesco a terminare una vasca senza farmi una bella scorpacciata d’acqua e cloro.
Alle volte, il panico batte la forza di volontà: allora mi aggancio al muretto, alle corde, a qualsiasi cosa mi dia un senso di stabilità e la forza di volontà spiega al cervello che difficilmente i due istruttori che presidiano la piscina mi lasceranno annegare sotto i loro occhi. A volte, però, il cervello non capisce e la lezione di nuoto diventa incredibilmente pesante. Poi vedo il signore sessantenne, più terrorizzato di me, che non molla poiché ha deciso che la sua personale sfida con l’acqua la vuole vincere. E allora mi sento piccolapiccola e dico che non posso abbandonare neppure io. No, non posso. E, lentamente, riprendo a muovere braccia e gambe.
Ma sono fiduciosa: verrà un giorno in cui scriverò il post di fine anno pavoneggiandomi sulla possanza delle mie bracciate...
Cari amici, vi auguro un 2012 sereno, che spazzi via tutti i timori, le ingiustizie, i malumori del 2011. Vi auguro un anno di letture stimolanti, di viaggi, di relax, di nuove amicizie, grandi passioni e nuove sfide.
Felice 2012 a tutti!