lunedì 15 dicembre 2008

Compra, compra, compra...

Lungo periodo d'assenza. Le giornate corrono troppo velocemente. Per quanto m'alleni, non mi riesce ancora di starci dietro. Lavoro, casa e poi di nuovo lavoro. E una marea d'informazioni che mi bombardano quotidianamente. Le cose accadono in fretta ed io, che di natura sono parecchio lenta, non ho il tempo sufficiente per riflettere, sviscerare, metabolizzare la realtà. Da qualche settimana, però, c'è un ritornello che echeggia nella mia testa. Più pressante d'altre cantilene. Spendi. Spendi. Spendi il più possibile.
 «Promuovi, promuovi. Questo è il momento giusto per vendere». Si sbaglierà il mio capo. Certamente. Noi immettiamo nel mercato libri, mica un genere di prima necessità tipo pane o latte. Ma come, non si fa che parlar di recessione e lui preme affinché io spinga le vendite?
Accadeva una decina di giorni fa, in concomitanza di un weekend lungo.
Torno  a casa perplessa. TG delle 20.30. La giornalista, con faccia triste (forse il nostro premier non ha tutti i torti: certe volte 'sti giornalisti della Rai deprimono un po'), annuncia che quello del 2008 sarà un magro Natale. Meno soldi nelle tasche degli italiani, forse Babbo Natale non ce la farà a passar a casa di tutti. Segue servizio girato tra i mercatini rionali, tra pensionati e disoccupati.
Finisce il servizio. La giornalista si rallegra. Decine di chilometri di coda in autostrada. Italiani in partenza per il ponte dell'8 dicembre. Si approfitta di questi giorni per andar a sciare, per visitare le città d'arte, una boccata d'ossigeno per il settore turistico - alberghiero.
ALT! Deve essermi sfuggito qualcosa. Insomma, siamo in crisi o no? Cioè, se ci son pochi soldi, com'è che i nostri connazionali partono? Allora ha ragione il mio capo: è nei momenti critici che bisogna incentivare i consumi. In fondo Silvio sostiene la stessa teoria, e se lo dice lui...
Che strano! La mia mamma m'ha sempre detto che nei momenti di crisi bisogna stringere i denti e la cinghia: risparmiare e non spendere soldi che non si hanno. Donna d'altri tempi, evidentemente incapace di comprendere le dinamiche dell'economia.
Poi mi trovo ad ascoltare Soru, politico, imprenditore, uomo di sinistra, un forte attaccamento alla Sardegna, la sua terra. E ciò che sento è così impopolare da sembrar rivoluzionario. Quest'uomo fa gli stessi ragionamenti di mia mamma. Sostiene che è il momento di essere oculati, che gli italiani dovrebbero tornare agli acquisti fatti con moneta sonante e non con carte di credito, finanziarie, acquisti a rate.
Sarò fuori moda ma anch'io penso che dovremmo smettere di spendere il nostro stipendio ancor prima d'incassarlo, d’indebitarci per acquistare pacchetti vacanze e abbonamenti in palestra. E, forse, dovremmo anche smettere di credere che conquistare “vent'anni  in meno è impossibile, ma per tutto il resto c'è Mastercard!”.

Passano i giorni. La GM è in crisi, l'economia mondiale frena e, per la prima volta nella storia italiana, le vacanze per tutti gli operai della Fiat inizieranno oggi, 15 dicembre. Tutti in cassa integrazione.
Il Premier, intanto, chiude la campagna elettorale in Abruzzo e, con un sorriso spavaldo, spiega agli Italiani, qualora avessero perso qualche pubblicità o non avessero fatto caso agli addobbi nelle città, che il Natale è alle porte. E non è certo questo il momento di risparmiare. Tutt'altro!, è proprio il momento giusto per spendere, per aumentare i consumi e far rimettere in moto l'economia del paese.
Evidentemente devo rispolverare il mio vecchio manuale d'economia.