martedì 16 novembre 2021

Bologna, Giovanni Boldini e Foto/Industria 2021

 

La scorsa settimana, il coniuge ed io per una serie di improbabili circostanze lavorative, ci siamo incrociati più volte nella stazione di Bologna. Poiché bisogna saper approfittare di ogni occasione utile per rendere le nostre giornate più interessanti, tra un treno e un impegno di lavoro abbiamo incastrato un paio di cose belle.

Venerdì mattina sono riuscita ad andare a trovare di persona le mie libraie preferite. Da un anno, infatti, la mia libreria di riferimento è la Biblion di Granarolo (ehm…, sì, io abito in provincia di Roma. Dettagli). Paola e Margherita sono le libraie che avrei sempre desiderato avere accanto a casa. Le ho trovate a Granarolo ma, per fortuna, esistono i video sui più disparati canali social, i gruppi di lettura on line e i corrieri. Sebbene la distanza fisica sia ormai un ostacolo superabile, poter fare quattro chiacchiere con la Paola all’interno della sua libreria è stato bellissimo.

Giovanni Boldini

Non ricordo più in quale occasione scoprii l’eleganza delle figure femminili ritratte da Federico Zandomeneghi, artista a me del tutto sconosciuto fino a qualche anno fa. Ricordo lo stupore davanti a quelle toelette che emergevano dalla tela, quei volti sensuali e quelle pose eleganti. Da Zandomeneghi approdai a De Nittis e Boldini. Mi riproposi, quindi, di visitare qualsiasi mostra a tema. Trovandomi a Bologna, potevo mica saltare l’antologica Lo sguardo dell’anima dedicata, per l’appunto, a Giovanni Boldini?



Le donne di Boldini hanno la vita sottile e il corpo slanciato, abiti scollati e seni proporzionati; hanno occhi dalle ciglia folte, sguardi ironici, a volte altezzosi, altre ammiccanti. Sono al pianoforte, sono sdraiate in pose languide, spesso sorridono. Giovanni Boldini amava il colore ma pensava con la matita in mano. Studi preparatori, schizzi, immagini in bianco e nero ci conducono nella vivace Parigi di metà Ottocento; lo sparuto gruppo di no green pass incontrato poco prima tra le strade bolognesi è un ricordo lontano.



La mostra comprende, tra le altre, opere di Corcos, Ettore Tito, del mio Zandomeneghi, diverse opere di artisti contemporanei a Boldini, inclusa una trascurabile Ninfea di Monet. Potrete visitarla a Palazzo Albergati fino al 13 marzo 2022. Se non rientrate in categorie particolari, il costo del biglietto intero è di € 16,00, ben spesi (l’importo include l’audioguida).

Qui potete farvi un’idea delle principali opere esposte a Palazzo Albergati.


Foto di Bernard Plossu

Se siete appassionati di fotografia e del mix foto – industria e mondo del lavoro, avrete già sentito parlare della biennale Foto/Industria 2021, organizzata dalla Fondazione MAST. 11 mostre fotografiche di 11 fotografi internazionali, allestite in altrettanti spazi espositivi dislocati nel centro di Bologna: dal Mambo a palazzi storici bellissimi quali Palazzo Fava o Palazzo Boncompagni. Tema della biennale: food. Cibo come rappresentazione di uno stile di vita e di culture diverse, abitudini alimentari che racchiudono la storia e l’evoluzione di un paese, l’impatto dell’industria alimentare sul territorio e il rapporto tra alimentazione, allevamento, agricoltura e pesca. Con le conseguenti riflessioni sulla complessità della questione alimentare e la sempre maggiore difficoltà, da consumatori, nell’adottare comportamenti etici. 


Foto di Herbert List

Ci sembrava un’iniziativa interessante, però non avevamo grandi aspettative. Sicché, la sorpresa è stata ancora maggiore. Abbiamo visitato solo sei mostre, ciascuna a suo modo originale. Ho molto apprezzato il reportage in bianco e nero del fotografo tedesco Herbert List, che ha documentato la tonnara del 1951 a Favignana, e le malinconiche foto di viaggio di Bernard Plossu che, con i suoi scatti, ci ha portato dai fast food statunitensi alle boulangerie parigine, passando per il New Mexico e piccoli borghi italiani.

Molto stimolante, non per le immagini ma per le riflessioni che dalle immagini scaturiscono, l’esposizione del fotografo e attivista olandese Henk Wildschut. All’ennesimo scatto rappresentante il volto meno romantico dell’industria alimentare, guardo il povero pollo e inizio a valutare seriamente un futuro da vegetariana. 

Al Mambo, invece, si può visitare la mostra di Jan Groover e, avendo un po’ di tempo a disposizione, potrete comparare la natura morta della Groover al lavoro di Giorgio Morandi (e usufruire di una riduzione sul biglietto d’ingresso per ammirare le opere del maestro Morandi).

L’ingresso alle mostre di Foto/Industria è gratuito, basta ritirare il badge presso qualsiasi sede espositiva. Termine ultimo per poterle visitare: 28 novembre.

 

Foto di Jan Groover

Il lato negativo delle gite non programmate è che terminano sempre troppo presto. Dopo aver girovagato con il coniuge nel centro di Bologna, mano nella mano, in una giornata di novembre per nulla fredda, ti ritrovi di nuovo in stazione, con la sportina dei libri più pesante rispetto a quando sei partita e nella testa una lunga lista di cose belle da fare nell’immediato futuro.