La
scorsa settimana, il coniuge ed io per una serie di improbabili circostanze
lavorative, ci siamo incrociati più volte nella stazione di Bologna. Poiché
bisogna saper approfittare di ogni occasione utile per rendere le nostre
giornate più interessanti, tra un treno e un impegno di lavoro abbiamo
incastrato un paio di cose belle.
Venerdì
mattina sono riuscita ad andare a trovare di persona le mie libraie preferite.
Da un anno, infatti, la mia libreria di riferimento è la Biblion di Granarolo
(ehm…, sì, io abito in provincia di Roma. Dettagli). Paola e Margherita sono le
libraie che avrei sempre desiderato avere accanto a casa. Le ho trovate a
Granarolo ma, per fortuna, esistono i video sui più disparati canali social, i
gruppi di lettura on line e i corrieri. Sebbene la distanza fisica sia ormai un
ostacolo superabile, poter fare quattro chiacchiere con la Paola all’interno
della sua libreria è stato bellissimo.
Giovanni Boldini |
Non
ricordo più in quale occasione scoprii l’eleganza delle figure femminili
ritratte da Federico Zandomeneghi, artista a me del tutto sconosciuto fino a
qualche anno fa. Ricordo lo stupore davanti a quelle toelette che emergevano
dalla tela, quei volti sensuali e quelle pose eleganti. Da Zandomeneghi
approdai a De Nittis e Boldini. Mi riproposi, quindi, di visitare qualsiasi mostra
a tema. Trovandomi a Bologna, potevo mica saltare l’antologica Lo sguardo dell’anima dedicata, per
l’appunto, a Giovanni Boldini?
Le donne di Boldini hanno la vita sottile e il corpo slanciato, abiti scollati e seni proporzionati; hanno occhi dalle ciglia folte, sguardi ironici, a volte altezzosi, altre ammiccanti. Sono al pianoforte, sono sdraiate in pose languide, spesso sorridono. Giovanni Boldini amava il colore ma pensava con la matita in mano. Studi preparatori, schizzi, immagini in bianco e nero ci conducono nella vivace Parigi di metà Ottocento; lo sparuto gruppo di no green pass incontrato poco prima tra le strade bolognesi è un ricordo lontano.
La
mostra comprende, tra le altre, opere di Corcos, Ettore Tito, del mio
Zandomeneghi, diverse opere di artisti contemporanei a Boldini, inclusa una
trascurabile Ninfea di Monet. Potrete visitarla a Palazzo Albergati fino al 13
marzo 2022. Se non rientrate in categorie particolari, il costo del biglietto
intero è di € 16,00, ben spesi (l’importo include l’audioguida).
Qui
potete farvi un’idea delle principali opere esposte a Palazzo Albergati.
Foto di Bernard Plossu |
Se
siete appassionati di fotografia e del mix foto – industria e mondo del lavoro,
avrete già sentito parlare della biennale Foto/Industria 2021, organizzata
dalla Fondazione MAST. 11 mostre fotografiche di 11 fotografi internazionali,
allestite in altrettanti spazi espositivi dislocati nel centro di Bologna: dal
Mambo a palazzi storici bellissimi quali Palazzo Fava o Palazzo Boncompagni.
Tema della biennale: food. Cibo come rappresentazione di uno stile di vita e di
culture diverse, abitudini alimentari che racchiudono la storia e l’evoluzione
di un paese, l’impatto dell’industria alimentare sul territorio e il rapporto
tra alimentazione, allevamento, agricoltura e pesca. Con le conseguenti
riflessioni sulla complessità della questione alimentare e la sempre maggiore
difficoltà, da consumatori, nell’adottare comportamenti etici.
Foto di Herbert List |
Ci
sembrava un’iniziativa interessante, però non avevamo grandi aspettative. Sicché,
la sorpresa è stata ancora maggiore. Abbiamo visitato solo sei mostre, ciascuna
a suo modo originale. Ho molto apprezzato il reportage in bianco e nero del
fotografo tedesco Herbert List, che ha documentato la tonnara del 1951 a
Favignana, e le malinconiche foto di viaggio di Bernard Plossu che, con i suoi
scatti, ci ha portato dai fast food statunitensi alle boulangerie parigine,
passando per il New Mexico e piccoli borghi italiani.
Molto stimolante, non per le immagini ma per le riflessioni che dalle immagini scaturiscono, l’esposizione del fotografo e attivista olandese Henk Wildschut. All’ennesimo scatto rappresentante il volto meno romantico dell’industria alimentare, guardo il povero pollo e inizio a valutare seriamente un futuro da vegetariana.
Al
Mambo, invece, si può visitare la mostra di Jan Groover e, avendo un po’ di tempo
a disposizione, potrete comparare la natura morta della Groover al lavoro
di Giorgio Morandi (e usufruire di una riduzione sul biglietto d’ingresso per
ammirare le opere del maestro Morandi).
L’ingresso
alle mostre di Foto/Industria è gratuito, basta ritirare il badge presso
qualsiasi sede espositiva. Termine ultimo per poterle visitare: 28 novembre.
Foto di Jan Groover |
Il
lato negativo delle gite non programmate è che terminano sempre troppo presto. Dopo
aver girovagato con il coniuge nel centro di Bologna, mano nella mano, in una
giornata di novembre per nulla fredda, ti ritrovi di nuovo in stazione, con la
sportina dei libri più pesante rispetto a quando sei partita e nella testa una
lunga lista di cose belle da fare nell’immediato futuro.
“inclusa una trascurabile Ninfea di Monet” mi ha fatto troppo ridere!
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