domenica 5 dicembre 2021

Le cattive, Camila Sosa Villada

Prima di conoscere le trans del Parco, la mia storia si riduce all’esperienza dell’infanzia e a quel travestitismo istintuale a cui mi sono esposta quando ero ancora una bambina. Fino al momento in cui incrocio la loro strada non so nulla al riguardo, non conosco altre donne trans, non conosco nessuno come me, mi sento l’unica al mondo. E lo sono, nel mondo in cui mi muovo durante il giorno: l’Università, le aule di Scienze della Comunicazione e poi quelle dell’Accademia d’Arte Drammatica. Il mio intero mondo sono gli uomini e le donne che conosco all’Università, e i clienti la notte.

Camila è stata Cristian per tutta l’infanzia, un ragazzino timido che guarda la madre mentre si trucca e indossa i suoi vestiti di nascosto. Un ragazzino a cui prima è stato spiegato che un uomo perbene deve pregare tutte le sere, mettere su famiglia e trovarsi un lavoro, e a cui successivamente è stato ripetuto che, prima o poi, finirà buttato in un fosso, con l’AIDS, la sifilide e chissà quali altri schifezze. A te, conciato così, non ti vorrà mai bene nessuno.

Cristian, che ormai è Camila, scopre l’amore e la tenerezza di una famiglia solo tra le trans del Parco Sarmiento. Il polmone verde nel cuore di Cordova da zoo e divertimenti durante il giorno si trasforma in freddo e selvaggio quando cala la notte. Tra gli alberi le trans si muovono in branco, guidate dalla saggezza della Zia Encarna, la capobranco, centosettantotto anni e un corpo da mamma italiana. Le vite s’intrecciano, le protagoniste diventano sempre più irreali e fantastiche, un po’ si ride, un po’ si soffre, un po’ ci si sente a disagio. Il disagio che si prova sapendo che si ha tra le mani un romanzo ma che lì dentro scorre anche la vita vera di tante persone.  



Le cattive
, romanzo dell’argentina Camila Sosa Villada (edito in Italia dalla SUR, nella traduzione di Giulia Zavagna) è crudele e poetico. La prosa è asciutta, priva di sentimentalismi, a tratti ironica. Ma non è un romanzo facile, almeno per me non lo è stato. Si fa leggere velocemente, però ho dovuto attendere qualche giorno prima di poterlo apprezzare. È il classico romanzo che non avrei acquistato ora, se non fosse stato scelto da un gruppo di lettura. Il gdl della libreria Biblion di Granarolo l’ha proposto per l’incontro on line di dicembre, avrebbe partecipato anche la traduttrice Giulia Zavagna, e la tentazione è stata troppo forte per poter resistere.

L’incontro è stato stimolante e ricco di spunti di riflessione, grazie alla generosità della traduttrice che ha raccontato il dietro le quinte del romanzo. Las malas le venne consigliato dalla scrittrice uruguayana Vera Giaconi (di cui la casa editrice SUR ha pubblicato Persone care, sempre tradotto dalla Zavagna).

Lo lessi e lo lasciai sedimentare qualche settimana prima di parlarne in redazione. Acquistammo i diritti per tempo; poi sono arrivati i premi e le traduzioni in altre lingue.

Copertina realizzata da Lorena Spurio

La Zavagna ha illustrato le scelte editoriali alla base della pubblicazione, evidenziando che la SUR, al contrario di quanto accaduto in altri Paesi, non ha fatto leva sulle vicende personali di Camila Sosa Villada per presentare e pubblicizzare il romanzo: doveva emergere l’urgenza dell’autrice di raccontare una storia, senza personalizzarla. Onestamente, da lettrice non sono stata in grado di scindere il vissuto dell’autrice dal romanzo, scritto in prima persona e avente una protagonista di nome Camila.

A differenza delle altre partecipanti all’incontro, non mi sono innamorata della storia subito, non l’ho divorata in un giorno e non ho colto tutte le metafore ben argomentate da lettrici particolarmente attente. Ma ho apprezzato il romanzo e sono stata colpita dalla TED Conference di Camila Sosa Villada, avvenuta prima della stesura del romanzo. Una testimonianza di grande impatto emotivo. 



3 commenti:

  1. Rosemary's baby non c'è sul mio mlol ma questo sì :)

    Ricordo Giulia Zavagna ad un incontro di presentazione con l'autore di Andarsene, forse alla Grande Invasione ad Ivrea: molto simpatica.

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    1. Evvai, almeno uno su due!! Fai bene a prenderlo in prestito perché è un libro particolare e non so se possa piacere (per intenderci, non lo regalerei a cuor leggero). Però, come dicevo nel post, tutte le altre partecipanti hanno manifestato grande entusiasmo, maggiore del mio.

      La Zavagna è fantastica. Anch’io avevo partecipato alla presentazione di Andersene, a Torino. Pensa: forse eravamo nello stesso spazio; magari sedute una accanto all’altra…

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    2. Io ero andata ad ivrea...
      libro prenotato: ho 4 persone davanti. Ti farò sapere

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