Cominciavo ad annaspare nelle vite ingarbugliate dei Lambert. Ci
sarebbe stato un viaggio in treno per Bologna e il desiderio di tirare il fiato
e di mettere da parte i condizionamenti derivanti dalla famiglia, il paesello,
l’educazione impartita dai genitori, i “non si fa”. Basta Franzen, almeno per
il weekend.
Ho infilato nello zaino La lettrice scomparsa di Fabio Stassi
e sono uscita.
Copia della Biblioteca comunale di Genzano |
Mi sono invaghita del lettore Stassi un paio di anni fa. Presentava
un libro altrui (neanche ricordo più chi fosse l’autore) ma no, non mi sembrava
di essere ad una presentazione. Era un continuo rimando ad altri libri, altre
storie, altri mondi. Un invito alla lettura come sostegno per affrontare la
vita. Sarebbe stato bello, pensai, potergli telefonare quelle volte in cui avrei
voluto qualcuno che mi dicesse: “Ecco, questo è il libro che fa per te in
questo momento”.
Ma voi ci andreste da un biblioterapeuta?
Io che ho un’attenta gestione delle mie finanze per tutto, eccezion fatta per
libri e viaggi (ma va!?), quattro soldi da un biblioterapeuta probabilmente li
spenderei. Fosse altro per appagare la curiosità di una diagnosi diversa da “è
lo stress”, e di una prescrizione che non si chiami omeprazolo.
Immagino un biblioterapeuta come Vince Corso, apparentemente un perdente, nonostante
il nome. Quarantacinquenne, insegnante di lettere in attesa che la Scuola decida se
assumerlo o licenziarlo definitivamente, compilatore seriale di schede di
lettura e personaggi amati, vita sentimentale a brandelli e un inutile diploma
di counselor della rigenerazione
esistenziale. Lo vorrei esattamente così il mio biblioterapeuta, con l’aria
malinconica e uno studio in un sottotetto di via Merulana a Roma (ogni
riferimento a Gadda è puramente casuale).
Vorrei che mettesse sul piatto Jacques Brel e Dalida, senza le
interruzioni pubblicitarie di Spotify,
e che mi consigliasse improbabili rimedi letterari che non curerebbero un tubo,
ma mi farebbero dimenticare il mio malessere (qualunque sia) almeno fino alla
fine del romanzo.
Gliela pagherei volentieri la parcella a Vince Corso per farmi
somministrare Festa mobile e Wakefield (un racconto di Nathaniel
Hawthorne) o Purgatorio (di Tomás
Eloy Martínez).
Lo vorrei anche un po’ detective questo biblioterapeuta. Un
detective per finta, di quelli che prendono a pretesto la scomparsa di una
donna, lettrice, solo per continuare a giocare con i romanzi e per rifugiarsi
ancora una volta nelle parole, quando non si intravede altro rimedio per maneggiare
una vita divenuta troppo arida.
Chiudo La lettrice
scomparsa e sono grata a Vince Corso per la lista delle prossime letture.
Chissà se mi guariranno. La parcella, comunque, è stata modesta.
Fabio Stassi, La lettrice scomparsa, Sellerio editore Palermo,
La memoria, 2016.
Certo che un personaggio come Corso è intrigante, ma da quanto scrivi lo è anche il suo ideatore. Da qui il dubbio che siano la stessa persona, dubbio che sembra sfociare in una quasi certezza è dunque ancor più allettante.
RispondiEliminaSe nei tuoi pellegrinaggi letterari, dovessi imbatterti in una presentazione avente come relatore Stassi, fermati. Anche solo per curiosità. Non ha la spocchia di certi critici/giornalisti culturali. È un lettore, un bibliotecario, un innamorato della letteratura. E si percepisce subito. Non conosco i libri precedenti di Stassi, ma queste pagine fanno venire una gran voglia di ritirarsi a leggere.
EliminaSenti un po' biblioterapeutofila, vuoi raccontarci un po' del tuo rapporto con lettura e scrittura? Passa da me
RispondiEliminaNiente catene ma giocare con i libri mette di buonumore! Grazie per l'invito.
EliminaAh, la biblioterapia! Quante volte un libro mi ha aiutata a uscire da un momentaccio!
RispondiEliminaMolto meglio dell'omeprazolo e farmaci vari!!
EliminaUn libro molto bello, anche se ho decisamente preferito L'ultimo ballo di Charlot, che ti consiglio vivamente di leggere se hai amato la prosa di Stassi e se hai colto - come è evidente - la genuinità del suo carattere e della sua passione per l'universo dei libri e delle parole. Buone letture! Cristina
RispondiEliminaSeguirò sicuramente il tuo consiglio.
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