giovedì 9 agosto 2018

Ogni coincidenza ha un’anima, Fabio Stassi


Sono tornata dal biblioterapeuta. Ché in casa non avevi già abbastanza libri? Ne ho, ne ho. In bagno, in cucina, in camera da letto; acquistati, presi in prestito, cartacei, digitali. Se smettessi di fare qualsiasi altra cosa e mi dedicassi solo alla lettura, avrei da leggere almeno per i prossimi 10 anni.
Però, guardandomi intorno, non mi sembrava ci fosse la medicina giusta; uno di quegli intrugli potenti che dovresti buttar giù quando hai la sensazione che niente vada come dovrebbe. Ma io so cosa sto cercando?
Per farla breve, sono tornata nel vecchio lavatoio ristrutturato in Via Merulana, dove Vince Corso prescrive libri alla gente. C’è anche Django, il suo cane muto. Di tanto in tanto alza il muso, come se ci stesse ascoltando, e mi guarda perplesso. 
Considerando lo stato di questo studio-soppalco-angolo cucina in cui vive e lavora, dubito che Vince Corso guadagni granché. 45 anni forse sono un po’ troppi per giocare a fare lo studente fuori sede. Scommetto che nel frigo ci sono a malapena una mozzarella, un vasetto di tonno, una busta d’insalata e un paio di tavolette di cioccolata. In compenso, l’appartamento è stipato di libri. Dev’essere uno che frequenta solo librerie dell’usato.
Ha iniziato a farmi strane domande; dice che per prescrivermi un libro deve conoscermi un po’.
Io dimentico almeno la metà di ciò che leggo. Accade anche quando sono certa che quel libro m’era piaciuto parecchio nel momento in cui lo lessi. Succede anche a lei?
Tace e guarda fuori. Poi farfuglia che leggere è solo un modo di prendere coscienza dei propri limiti. Mi consiglia di scrivere. Potrei compilare un quaderno delle ultime parole trovate in ciascun libro, un quaderno in cui registrare tutti gli innocenti incontrati nel mio percorso di lettrice, tutti quelli che credevo essere innocenti e si sono rivelati colpevoli. Liste bizzarre. Non oso confessare che a scrivere, scrivo. Sin troppo. Ricopio intere frasi di romanzi, saggi, epistolari. Ma, a distanza di poco tempo, dimentico ugualmente la storia.
Non so come finiamo col parlare dell’aggressività che ci circonda e del nostro sentirci inadeguati nei confronti del mondo intero. Il tipo che mi strombazza perché ho rallentato alla disperata ricerca di un parcheggio, il furbo che salta la coda, la signora che inveisce contro l’indiano perché ha avuto l'ardire di sedersi sull’autobus; i colleghi che sembrano avere sempre una risposta per tutto, mentre io, nella vita, ho solo domande.
Tenga duro e continui a leggere. Don Chisciotte ci ricorderà in eterno che leggere è un’azione sovversiva, una protesta permanente contro l’infelicità e l’ingiustizia. Mi prescrive Un’ombra ben presto sarai di Osvaldo Soriano. Dal titolo non mi sembra di buon auspicio. Me ne regala una copia stropicciata. Era lì, sulla sua scrivania.
L’ho appena usato per tentare di risolvere un caso complesso. (Un caso? Un’altra volta? Signor Corso, ma lei fa il biblioterapeuta o l’investigatore?). A me non serve più. Si fidi: Soriano può avere un effetto benefico per tante cose.
Sarà…

10 commenti:

  1. L'ho appena preso sul kindle. Curiosissima di leggerlo. Non ho letto niente di Stassi, ma già il titolo mi ispira (lungo e poetico). Arrivo qui da te grazie a Nela-san di Gialli e Geografie.

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    1. Ciao Clara! Ben arrivata! La nostra comune amica m'ha parlato molto di te.
      Dunque, con Stassi sono di parte. Prima di essere uno scrittore è un gran lettore, un bibliotecario e una bella persona (presente quelle persone umili, che parlano a voce bassa e che non ti stancheresti mai d'ascoltare? Ecco, lui è così). Vince Corso, il biblioterapeuta, è nato lo scorso anno ("La lettrice scomparsa", ne ho parlato anche sul blog), ma i due libri possono essere letti separatamente (non è una saga).
      Il titolo di questo libro è il verso di una poesia del poeta brasiliano Alvarez de Azevedo. Ma lo scoprirai strada facendo...
      Spero ti piaccia.

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    2. ☺ grazie dell'accoglienza, ti farò sapere quando avrò letto il libro. Evviva la nostra amica comune.

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    3. Non mi sta piacendo, di più. E ritrovare l'amato Soriano della gioventù... ora leggerò il primo di Vince Corso. E siccome la smemoratezza avanza... in realtà di Stassi avevo letto il bellissimo L'ultimo ballo di Charlot. Buon settembre e buone letture

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    4. Ah, come sono contenta!
      Brava, mi ricordi (parlando giustappunto di smemoratezza) che devo ancora leggere L'ultimo ballo di Charlot...

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  2. Temo il rientro (tu sai da dove) e il confrontarmi con questa crescente aggressività. Per cui mi affiderò ai tuoi benefici consigli e alla lettura di Soriano.

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    1. Già... Non esagero nel dirti che ormai mi rifiuto d'accender la tv se non per vedere qualche film o qualche documentario. Giro spesso con le cuffiette e in altre decine di occasioni, pausa pranzo inclusa, infilo la testa in un libro. Ognuno si difende come può.

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  3. Io sempre di Sellerio ho appena scoperto Simi che ho divorato in primo e secondo round e sul quale farò un post al rientro. Ora segnamo anche Soriano e non se ne parli più

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    1. Vabbè, ho capito: devo aggiungere Simi (mai letto nulla). Comunque, cara mia, ti hanno mai detto che leggi parecchissimo?! Ma tanto, tanto... chissà se prima o poi riusciremo a scambiarci consigli di lettura di persona. Non dentro una libreria: sarebbe troppo pericoloso (per me, ovvio. Tu hai già letto il mondo).

      Su Stassi non faccio testo: ho un debole per il bibliotecario biblioterapeuta.

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