sabato 29 agosto 2020

Parco Nazionale del Gran Sasso. Campo Imperatore, Monte Bolza, Corno Grande.

 



Incuriositi dai dintorni di Castel del Monte, continuiamo a camminare a bassa quota. Il coniuge ha avvistato il Monte Bolza, la cui cima raggiunge appena 1.927 metri. Trascurabile per chi punta verso altre vette. A noi, invece, interessa. 

Lasciamo la chiesa di San Donato, nella parte settentrionale di Castel del Monte e seguiamo le prime e quasi ultime indicazioni che troveremo lungo il sentiero. Il paesaggio è magnifico; forse ci lasciamo distrarre dall’ampiezza degli spazi, da tutte le sfumature di grigio e di marrone che ci circondano, dal silenzio dei pensieri. Fatto sta che ci ritroviamo alle pendici del Monte Bolza senza uno straccio di segnale che ci indichi la via migliore per la vetta. 


Andiamo un po’ ad intuito ma ad un certo punto molliamo l’impresa; ci accoccoliamo su una roccia e ci riempiamo gli occhi di bellezza. 
Una ragione c’è se Fosco Maraini definì Campo Imperatore il Piccolo Tibet d’Italia.

 


La strabiliante app del coniuge, dopo molto girovagare, ci conduce lungo un bel sentiero erboso, miracolosamente segnato, che in un’ora dovrebbe riportarci a Castel del Monte. Festeggiamo la notizia con una pausa frutta. E mentre siam seduti con una pesca e una pera, vediamo spuntare dal nulla un camminatore solitario.

Gioia, tripudio.

Pensavate d’esser soli in questa terra desolata, eh?

Il camminatore solitario vive a Castel del Monte e ci consola confermando che di camminatori lì intorno se ne incontrano pochi e che di indicazioni lungo i sentieri ce ne sono ancora meno. Ci spiega sommariamente la via che avremmo dovuto intraprendere per la cresta del Bolza. Pazienza.


Il camminatore se ne va; noi terminiamo la nostra pausa e… i miei occhi incrociano lo sguardo vigile di due cani da pastore con relativo gregge. Il coniuge tenta un Resta calma!, ma il gregge è sparpagliato e un terzo cane inizia ad abbaiare, ricordando agli altri due di far bene il proprio mestiere.

Non resto calma e mi dirigo in direzione opposta al gregge, tornando indietro. Avrei voluto spiegare alle bestiole da guardia che non mangio carne di pecora, degli arrosticini non tollero neppure l’odore; figurati se gli andavo a toccare una pecorella… Ma alla diplomazia abbiamo preferito una repentina ritirata. Più sicura.

Ormai i miei scarponcini nuovi sono pronti per affrontare qualche dislivello. Certo, non sono morbidi come i precedenti (dieci anni di onorato servizio), ma sembra abbiano superato la prova generale. Sembra.

Andiamo anche a noi ad ammirare dall’alto Campo Imperatore, le altre vette del Gran Sasso e forse, se il cielo è limpido, addirittura il Mar Adriatico. Vediamolo questo panorama dall’alto dei 2.912 metri del Corno Grande.



Partiamo all’alba, come d’abitudine. Amiamo salire con calma, in silenzio, sperando d’arrivare in vetta e di godere di quel panorama che, waooo!, ti fa trattenere il fiato per un po’, ripagandoti del sudore versato. Poi, da quanto abbiamo appreso, la zona di Campo Imperatore in questi giorni è più affollata del solito e la vetta più gettonata è il Corno Grande, indipendentemente dai sentieri percorsi per raggiungerla.


Non soffro di vertigini, ovvio. Se soffrissi di vertigini, non prenderei neppure in considerazione l’idea d’inerpicarmi tra le rocce, su un massiccio in cui di vegetazione, come si intuisce dal nome, ce n’è ben poca. Eppure, almeno una volta l’anno, cammin facendo, c’è sempre quel momento in cui guardare sotto, al lato, davanti, mi getta nel panico. Magari ho appena aggirato con disinvoltura un angolo, stretta stretta alla parete, avendo dall’altra parte il nulla e poi zac!, mi paralizzo. 
Sul Corno Grande è accaduto a pochi metri dalla cima. Davanti a noi c’era una coppia con due cani, che si muovevano serenamente da un masso all’altro (i cani; la coppia seguiva i cani arrancando); c’era poi un’altra giovane coppia con bimbetto cinquenne, avviato da subito alle gioie della montagna (Andrea stai attento e guarda dove mette i piedi papà!). Ogni passo falso del bimbo corrispondeva ad un mio Ohssignor!

Ormai avevo messo da parte i bastoncini e salivo più o meno carponi. Ho guardato l’ennesimo sasso, ho dato uno sguardo dietro, uno di lato e mi sono abbracciata alla mia roccia comunicando al coniuge che no, non ero tanto sicura di poter andar avanti. Sarà durato un paio di minuti. Una ragazza stava scendendo. Dai, che il grosso è fatto. Aveva ragione lei: non potevo mollare sul più bello. Il cuore ha decelerato ed io ho ripreso la salita. Per poco. Perché la vetta era davvero dietro l’angolo.


Sapevamo che non saremmo stati soli, ma l’assembramento a quasi 3000 metri non ce l’aspettavamo. Si stava già alzando la foschia, l’Adriatico non l’avremmo visto ugualmente, ma con tutta quella gente avremmo visto poco. Spettacolare, nonostante la folla.

Però, a ripensarci dalla cucina di casa, a distanza di una decina di giorni, il panorama che più mi ha riempito il cuore è stato quello visto dal Monte Camicia e il sentiero che ci siam gustati di più è stato quello verso il Brancastello. Per dire di come le vette blasonate possano deludere le aspettative. Sempre che sul Corno Grande, davanti ad un panorama simile, sia lecito dire Mi aspettavo di più…


8 commenti:

  1. Beh insomma, graaaaaandi orizzonti🤗

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  2. A proposito il post letture è servito 😉

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    1. Gli assidui frequentatori del tuo blog ringraziano.

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    1. Sì, è stata una settimana magnifica. Resta il proposito di tornarci anche in altre stagioni, perché di escursioni da fare ce ne sarebbero. E poi e così vicino e, fatte le dovute eccezioni, così silenzioso.

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  4. Ognuno deve scegliere i sentieri senza farsi influenzare da ...blasoni.
    Anche nel Parco Naturale Fanes-Sennes-Braies c'è un piccolo Tibet. Non so se lo era anche per Maraini, ma per me lo è stato: è quello sul sentiero che da Capanna Alpina porta al Gran Fanes.

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    1. Beh, quelle zone lì sono straordinarie. L’Alta Via n.1 che parte proprio dal lago di Braies resta il mio trekking del cuore.
      Certo, andar via senza aver fatto il Corno Grande era da escludere. Mi piacerebbe tornarci. Non nel mese di agosto.

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  5. Non conoscevo Campo Imperatore prima che, come ti dicevo, mezzo mondo del mio instagram ci andasse e facesse delle foto così belle che sarei voluta partire anche io seduta stante :)

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