domenica 30 agosto 2020

Gran Sasso: Monte Camicia, Tremoggia, Siella, Brancastello.

 


Non di soli sassi è fatto il Gran Sasso ed io volevo sentieri con un po’ di vegetazione. Così, l’ottimo coniuge ha proposto un’escursione sul Monte Camicia, con l’aggiunta del Tremoggia (ancora non è chiaro se richieda una g o due) e del Siella. Se siamo fortunati, da quanto leggo, avvistiamo anche qualche camoscio, afferma.



Il percorso non sembra arduo: meglio partire presto, in modo da non incontrare troppa confusione. Nessun rischio: pochi silenziosi camminatori. La salita è graduale; di tanto in tanto, qualche nuvola rende meno azzurro il cielo. Ma poi la nube scompare e torna il blu. Ad un certo punto li vediamo: eccoli i camosci. Distanti ma son proprio lì, a scrutarci dall’alto.



Raggiungiamo i 2.564 metri del Monte Camicia senza fretta. E senza fretta, ci godiamo un panorama magnifico.


Non siamo conoscitori delle vette che ci circondano; ipotizziamo quali siano i monti circostanti e origliamo con discrezione le osservazioni di chi sembra saperne di più. Mistero fitto sul laghetto che si vede abbastanza nitidamente sotto di noi.

Quello là è il lago di Campotosto?, chiede una signora ad un escursionista che sta declamando l’elenco delle cime. Ma no! Non si vede da qui! Sarà il lago di Bomba!

Impossibile, risponde lei con una risata. Se fosse il lago di Bomba, io abiterei qui sotto…

Con il mistero del lago sconosciuto, ci dirigiamo verso il Tremoggia. E incontriamo anche loro. Meno appariscenti di quelle alpine, piccine ma sempre belle.


Intanto, gli scarponcini mi stanno distruggendo le caviglie. Un dolore che diventerà sempre più intenso nel corso della discesa. Così, il tratto che unisce il Tremoggia al Siella e il successivo sentiero erboso, tutto in discesa, verso l’auto, me lo godo pochino.


La sera, con i lividi alle caviglie, programmiamo la nostra ultima escursione della settimana. Impossibile indossare gli scarponi da trekking; fortunatamente ho un paio di scarpe per la corsa in montagna, però non me la sento di affrontare sentieri rocciosi. Andiamo a vedere la mia pizza!, propongo.

Il povero coniuge alza gli occhi al cielo. Guarda il percorso, legge un paio di cose e sentenzia: sì, si può fare. Le tue scarpe andranno benissimo.

Qualche sera prima, eravamo andati a mangiare una pizza qui, nella via centrale di Castel del Monte (ottimo rapporto qualità – prezzo; locale sempre pieno). Le pizze hanno quasi tutte il nome dei monti del Gran Sasso. Avevo gustato una buona pizza Brancastello e mi era rimasta la curiosità di vedere quel monte.

 


Credo sia stata l’escursione più rilassante della settimana. Un sentiero agevole, esposto solo in qualche tratto, il vento forte che spazza via i pensieri negativi. Molto silenzio. Il volto riflessivo del coniuge (la nuvoletta sulla sua testa lascia presagire l’organizzazione lavorativa per l’indaffarato rientro); i miei propositi per gli incerti mesi autunnali. Variabili, come il cielo.

E poi l’azzurro, il verde, i gruppetti di stelle alpine appenniniche, di nuovo i camosci. E, su tutto, la voce del vento.       

 


A settimana conclusa, posso confermare che ad esser stati presi d’assedio nel periodo di Ferragosto, con giornate stupende, sono stati i borghi, il Corno Grande e la piana di Campo Imperatore, lungo la statale che da Castel del Monte conduce a Fonte Vetica. Un’area invasa da camper, tantissimi. E due ristori circondati da tavoli e griglie. Innocui di mattina, coperti da nebbia a banchi, originata dai barbecue e dalle quintalate di arrosticini acquistati e cucinati, da una certa ora in poi. Come avrete intuito dal post precedente, non sono la persona più indicata per discettare su grigliate varie ma, per avere un’idea, vi basterà googlare “Campo Imperatore arrosticini” e dare un’occhiata alle foto in rete.

 



11 commenti:

  1. Se un giorno ti verrà voglia di conoscere camosci e stambecchi del Gran Paradiso sarò molto contenta di prendere un caffé/un gelato/ una cioccolata calda con te :)

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    1. Uh, mia cara, volentieri!!
      Il nostro primo trekking itinerante fu un Valle d’Aosta (un trekking strepitoso) e quell’anno, dopo il trekking, ci fermammo in una Torino deserta (era intorno alla ventina di agosto). La cosa assurda è che fino a quattro anni fa, almeno una volta l’anno, venivo in Piemonte. Ora è da tanto che non accade. Ma ci rifaremo!

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  2. Ah pensa che io ho risuolato per la seconda volta i vecchi Garmond per non dover mettere più gli scarponi che avevo preso per sostituirli da quanto mi doleva la caviglia in discesa indossandoli!

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    1. Grazie sorella! Pensavo d’esser la sola! Stesso problema. Nella parte pianeggiante e con le salite andavo spedita. Quando è iniziata la discesa sono arrivati i dolori. Poi, avendo fatto quei novecento metri di dislivello, il dolore in discesa è stato acuto.
      Al negozio mi hanno detto che era colpa dei calzini e che, prima di fare escursioni impegnative (neanche avessi fatto arrampicate su roccia a mani nude e una ferrata dopo l’altra), avrei dovuto indossarli un paio di ore al giorno per un tempo indefinito. Sì, per andarci in ufficio o per fare la spesa. Mahh!

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  3. Quel non essere in grado di riconoscere montagne, valli e laghetti, una volta raggiunta la cima prefissata è accaduto anche a me.
    Mi chiedo: se esiste una valida "app" che fa individuare le costellazioni del cielo dal tuo punto di osservazione, perché non idearne una anche per vette, valli e valloni?
    O esiste già anche questa?

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    1. C’è, c’è, come dice l’amica Amanda.
      Anche la mirabolante app del coniuge prevedeva una versione pro, capace di riconoscere tutto. Però, non ricordo più per quale ragione, ha deciso di fermarsi alla versione base.

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  4. E così mi fai tornare nel mio caro Abruzzo a distanza di qualche settimana dal rientro. Io ero una di quelle sagome immerse tra i fumi degli arrosticini a Campo Imperatore!!!Sono stata anche al lago di Campotosto ma non sono in grado di fornire la risposta al tuo quesito sul lago (in quanto ad orientamento sono negata!!!). Bellissimo post e bellissime foto

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    1. Ma che bello il tuo caro Abruzzo!
      Avevo in mente un altro post sui borghi che abbiamo visitato ma, come al solito, quando si torna alla quotidianità, le giornate si accorciano. Comunque, non scadono né le foto né i borghi. Quindi, non escludo di scrivere altre due righe sulla tua bella regione anche a distanza di tempo.

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  5. ciao, recupero con un bel po' di ritardo i tuoi deliziosi post sulle camminate abruzzesi e volevo dirti che anche per me sarebbe stato un viaggio :)
    per me è stato un viaggio anche andare a Bormio da Milano per un weekend :D

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    1. Ciao Claudia!
      Guardando i tuoi video mi era venuto il sospetto che avessimo la stessa idea di viaggio…
      Speriamo di poterci ricominciare a muovere presto con maggior serenità, così finalmente riusciremo ad incontrarci in qualche luogo fisico! Un abbraccio mia cara.

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