mercoledì 13 gennaio 2016

Ritorno in Portogallo - Lisbona

Sintra

Questo blog è strettamente connesso al Portogallo. Correva la primavera del 2008: avevo duecento cose nella testa e una gran voglia di buttarmi a capofitto in tutti i progetti rimandati di anno in anno. Era un sabato pomeriggio ed io ero a casa dei miei. Andai a correre per mettere ordine tra i pensieri. Tornai determinata. Accesi il pc, andai sulla piattaforma di splinder (de cuius) e scelsi il nome del mio blog. Poi cercai i prezzi dei voli Roma – Lisbona e acquistai un biglietto per il Portogallo. Ai tempi viaggiavo sempre da sola, dormivo negli ostelli, giravo con lo zaino (ma librinellozaino non suonava troppo bene per il neonato blog), il budget era un po’ più limitato di quello attuale, parlavo un buon inglese e un portoghese decente. Tutta la magia di quel viaggio la trovate qui e qui.
Lisbona mi è rimasta nel cuore. 
L’ottimo coniuge, stufo di sentirmi sospirare ogni volta che si menziona il Portogallo, avanza una proposta geniale: “E se nel periodo natalizio andassimo a Lisbona? Io non ci sono mai stato…”
Panico. Nel tuo intimo, vorresti condividere con la persona che ami tutto ciò che tu hai amato. Ma hai generato aspettative così elevate da rischiare il commento: “tutto qui?”.
Il viaggio inizia in modo fantozziano. 30 dicembre, Fiumicino aeroporto, ore 19.00: annunciati 45 minuti di ritardo. Non siamo i soli a sbuffare. I viaggiatori in attesa socializzano, qualcuno strimpella il piano, nasce un duo strepitoso, voce e pianoforte che neanche fossimo in un talent show. Delirio dei viaggiatori in attesa per l’embargo. Applausi. Decine di telefonini filmano la scena, ci si dimentica dei ritardi.
Fiumicino: canta che ti passa...
Finalmente si sale; allacciamo le cinture, tutti pronti per il decollo ma il pilota annuncia un’avaria del motore. Niente di preoccupante, bisogna pazientare ancora un po’. In una situazione normale, l’annuncio avrebbe generato agitazione, ma siamo così stanchi da non preoccuparci minimamente della parola “avaria”. Dopo il peggior volo di sempre, con appena 2 ore e 40 minuti di ritardo, atterriamo a Lisbona che è quasi mezzanotte.
Otto anni fa non c’era ancora la linea della metro che collegava l’aeroporto con il centro della città e l’aeroporto stesso non era dei più moderni. Mi guardo intorno spaesata. Punto assistenza aperto, assistenti alle biglietterie automatiche che parlano un ottimo inglese, metro funzionante fino all’una della notte. Otto anni sono tanti, forse questo paese ha guadagnato molto in infrastrutture ma ha perso il fascino di un tempo. Forse resterò delusa. E con questo pensiero vado a dormire.


Clima primaverile, i turisti sorseggiano vino sulle rive del Tago, il coniuge sorride rilassato, i runners salutano l’ultimo giorno del 2015 in calzoncini e maglietta. Gli autobus sono più nuovi, la metro arriva all’aeroporto, in molti parlano un buon inglese, ci sono nuovi locali trendy, ma Lisbona è rimasta la stessa. 
Una cittadina senza fretta, i caffè pieni di gente, quella sensazione di antico camminando tra le strade, l’odore di vecchio che si mescola al profumo del pesce sin dal mattino. Una pastelaria dietro l’altra, angoli fatiscenti, quasi abbandonati, accanto ad edifici dagli azulejos sgargianti. E poi quella luce indescrivibile, che fa mutare di momento in momento gli angoli che stai osservando. Sono innamorata di Lisbona e, come tutti gli innamorati, non riesco a dare una spiegazione razionale a tanta fascinazione.
I quartieri, anche quelli più affollati dai turisti, conservano un’atmosfera d’altri tempi. 
A Brasileria, uno dei più antichi caffè dello Chiado, è una meta irrinunciabile. Perché le sale interne sono eleganti, i chiassosi tavoli all'aperto allegri e, sebbene di Pessoa sia rimasta solo una statua in bronzo, si finisce col fantasticare sui tempi in cui il poeta si fermava lì per scrivere e conversare, bevendo una bica.
Livraria Bertrand

Inevitabile una sosta in libreria per l’ultimo acquisto dell’anno. Sono entrata nella celebre Livraria Bertrand in rua Garrett (quartiere dello Chiado), la più antica al mondo. 
Fondata nel 1732 dai fratelli francesi Bertrand, è stata punto d’incontro di artisti e intellettuali. Venne ricostruita nello stabile in cui si trova attualmente, dopo il grande terremoto di Lisbona del 1755, e da allora si è moltiplicata, dando vita ad altre 54 librerie sparse nel paese. 




Interni in legno, ampio spazio ai volumi in inglese; ho curiosato tra i libri stranieri messi in evidenza…


Cosa leggono i Lisboetas a Natale
E ho acquistato qualcosa…

Rimpiango di non esser passata anche nella libreria Fabula urbis, che tratta solo pubblicazioni su Lisbona e di cui avevo letto qualche tempo fa. Sarà ancora in vita? Mi toccherà tornare presto per verificare.


Molti lisboetas hanno brindato al 2016 in Praça do Comércio, osservando i fuochi d’artificio sul Tejo e ballicchiando sulle note della musica suonata in piazza. Noi ci siamo arrampicati nelle viuzze del Bairro Alto, fermandoci in locali improvvisati. Molto improvvisati. Del tipo, ho una cantina, la apro, mi procuro un po’ di birra, un po’ di vino, friggo due patatine, offro paninetti con chouriço ed è fatta. Un viavai di gente che mangia e beve per strada.
Poi, approfittando di un clima tanto propizio, ci siamo fermati in un localino meno improvvisato e abbiamo cenato all’aperto, dando il benvenuto al nuovo anno con un ottimo vinho verde.
A conferma dell’indolenza dei portoghesi, a Capodanno è tutto chiuso tranne gli uffici turistici, aperti per comunicare che non è possibile visitar alcun monumento. 
Colazione di Capodanno

Pur non potendo entrare nell’incredibile Mosteiro dos Jerónimos, siamo andati ugualmente a Belem, tanto per disattendere il primo buon proposito dell’anno nuovo: mangiare meno dolci. Nel paradiso dei golosi, ci siamo limitati (si fa per dire) a qualche pastéis de Belem e ai bolos Rei
Per quanto mi riguarda, la cucina portoghese sarebbe già una ragione più che valida per trasferirmi subito in Portogallo. Baccalà in tutte le salse, polpo, sardine, formaggio e i dolci. Ah!, i travesseiros della pastelaria Piriquita di Sintra! Perché non ne ho comprato qualche etto da portar via?…  



Sintra, appunto. Non andate via da Lisbona senza aver trascorso una giornata dentro una fiaba. Noi abbiamo preso un trenino dalla stazione ferroviaria del Rossio (centro storico di Lisbona); appena 45 minuti di viaggio, pagando € 4,30 (andata e ritorno). Evitate le navette all’esterno della stazione di Sintra e usate le gambe. Se non potete far a meno del resto del mondo, attivate il wifi (il comune di Sintra vi fornisce la connessione gratuitamente) e guardatevi intorno. 
Per raggiungere il Castelo dos Mouros e il Palácio da Pena percorrete lo splendido sentiero che attraversa il Parque das Merendas e Vila Sassetti. Alberi in fiore a gennaio, giardini meravigliosi, fontane, pergolati che immagino coperti da rose in primavera. Un luogo favoloso. Dedicate un po’ di tempo anche al parco in cui è immerso il Palácio da Pena: viaggiare è anche fermarsi a riflettere, assaporare angoli belli, non una corsa a chi visita più monumenti.
E prima di lasciare il centro storico di Sintra, fermatevi ad assaggiare un goccio di ginjinha, un liquore all’amarena bevuto in bicchierini al cioccolato, versione artigianale e più gustosa del mon chéri. Una delizia che avevo snobbato nel mio viaggio precedente, pensando fosse un puro business per attirar turisti e non un liquore tipico portoghese.
Lisbona è una cittadina di cui non ci si stanca facilmente ma avevamo deciso di fermarci un paio di giorni a Coimbra prima di tornar in Italia, quindi…



A Lisbona abbiamo trovato ristorantini e caffè con un ottimo rapporto qualità – prezzo. Abbiamo mangiato prevalentemente baccalà e polipi, senza disdegnare i dolci della casa. Non abbiamo mai speso più di € 25,00 a testa, incluso il vino. Noi ci siamo trovati molto bene qui:
-      Claras em Castelo, Rua Bartolomeu De Gusmao, a due passi dal Castelo de São Jorge. Locale piccino piccino, proprietario gentilissimo (ottimo inglese, francese e italiano), baccalà delizioso; dolci eccellenti.
-      Cervejaria Trindade, locale molto particolare e molto pubblicizzato, sicché eravamo un po’ scettici. Ma a Capodanno pioveva, molti locali a gestione familiare erano chiusi, e il coniuge voleva allontanarmi dal vinho verde (non sono una fanatica della birra quindi non corro rischi in una cervejaria). Il locale mi è piaciuto molto, abbiamo mangiato molto bene spendendo scarsi € 25 a testa. Curiosamente, la cosa che ci è piaciuta meno, è stata proprio la birra artigianale.
-      Maria Catita, Rua dos Bacalhoeiros. Locale aperto nel 2013. Staff giovane e allegro.



N.B. Nei ristoranti portoghesi è consuetudine servire qualche stuzzichino appena vi sedete (pane, burro, olive, formaggio). Non sono un omaggio della casa. Quindi, se non volete trovarvi addebitato sul conto un importo esagerato per aver sbocconcellato una fetta di pane (stuzzichini non propriamente economici), rimandateli indietro.



  

8 commenti:

  1. - 7 (mesi). E poi ci confronteremo. :))
    Per il momento annoto i ristoranti e le pasticcerie:)

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    1. Come dice Silvia, per ragioni diverse, non conosco nessuno a cui non sia piaciuta! Conoscendoti, non vi limiterete a Lisbona ma farete un bel giro…
      Seguirà post su Coimbra e su qualche lettura portoghese.
      Per quanto riguarda pasticcerie e ristoranti, se ti piacciono i dolci e il pesce, cadi quasi sempre bene.

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  2. Ah, Lisbona! Non conosco nessuno che ci sia stato e non la ami. Non vedo l'ora di tornarci!

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    1. Come ti capisco! Il Portogallo voglio vederlo tutto! Sto già pensando a Porto e a Madeira.

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  3. La mia Lisbona risale al 1980, non la prima vacanza sola con mia sorella perché quella è ancora precedente, ma il primo viaggio insieme,io 17 anni, la tenda, un vento che di notte ululava come e più di un lupo, delle magnate pantagrueliche, un fascino antico, una lingua che era una musica, dei cieli luminosissimi, bisognerà ben tornarci!

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    1. Il cielo, la luce, il fado… A quanto pare sono in buona compagnia!

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  4. Non mi dire che eri a LX sabato 9! Perché nel qual caso abbiamo veramente perso un'occasione per incontrarci la'. Ora che ci penso, mi avevi anche accennato che ci saresti andata, ma non ricordavo più quando. Peccato!

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    1. No purtroppo sabato 9 ero di nuovo a lavoro. Siamo stati a Lisbona fino al al 3 gennaio. Poi due giorni a Coimbra e il 5 sera eravamo di nuovo a Roma.

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