venerdì 12 settembre 2014

L’angioletto

L’angiolettoGeorges Simenon, traduzione di Marina Di Leo, Adelphi Edizioni.

Verso i trent’anni Luois ingrassò, e le guance tonde gli guastarono un po’ i lineamenti. Quasi tutti i giorni andava in un ristorante per camionisti, con il bancone di zinco, le sedie impagliate e la scritta “Caves d’Anjou” sull’insegna. Si sedeva sempre nello stesso angolo – aveva un debole per gli angoli, e quando era al centro di una stanza si sentiva a disagio, troppo in vista o vulnerabile. […]
Aveva lavorato molto. Lavorava ancora. Ci sarebbero voluti ancora anni perché riuscisse a esprimere ciò che sentiva dentro di sé da sempre.
«Qual è esattamente il suo obiettivo?»
«Non lo so». 
Era la frase che aveva pronunciato più spesso in vita sua e che seguitava a ripetere.
  
Ho imparato a viaggiare con un solo libro e con l’e-reader. Vantaggi:
-  lo zaino è più leggero;
- se nella tua libreria elettronica non trovi nulla che ti ispira, puoi sempre acquistare un nuovo titolo in qualsiasi momento, nel primo punto in cui riesci a trovare una rete wifi gratuita.
Eccezioni: hai voglia di continuare a leggere su carta. Hai l’insana abitudine di entrare in tutte le librerie, caffè letterari, locali non meglio definiti che vendono libri. Risultato: nonostante le buone intenzioni iniziali, strada facendo il peso dello zaino aumenterà.
A Trento, il caso ha voluto che il nostro appartamentino si trovasse accanto ad un bistrot letterario, Controvento. Un posticino accogliente in cui fermarsi a fare colazione, sfogliare il giornale, ascoltare buona musica e dare una sbirciata ai libri. Piccoli editori a chilometro zero (Keller e Zandonai), accanto a titoli di sicuro successo. Così, tanto per continuare l’indigestione di Simenon, ho portato via il discusso L’angioletto.
Ne avevo letto commenti cosìcosì (“penso che troppo, davvero troppo in Italia, con la casa editrice Adelphi, si sia raschiato il tegame del Simenon. Sacralizzandone ogni scheggia”), e quindi volevo provare anch’io il brivido di dire: “No, non mi è piaciuto”.
Ma niente, mi tocca parlarne bene anche questa volta.
Facciamola breve. È la storia di un bambinetto un po’ tonto, Louis Cuchas, cresciuto in una zona sfigata di Parigi, rue Mouffetard, senza padre, con una madre allegra e disinvolta che ogni sera porta a casa un uomo diverso, un fratello più grande che intima alla sorella di nove anni «Fam­melo!... E sta’ attenta con i denti», e due gemelli rosso malpelo, crudeli sin da piccoli. Louis Cuchas, piccolo santo (titolo originale del romanzo) o l’angioletto, guarda il mondo intorno a sé con un sorriso beato e nulla, proprio nulla riesce a turbarlo. Potete deriderlo, picchiarlo, insultarlo e lui continuerà a guardarvi con quel sorrisetto malizioso. Si alza spontaneamente nel cuore della notte per accompagnare sua madre al mercato delle Halles e in mezzo a tutti quei facchini, ortaggi, frutta, pollame, cassette di uova sente di vivere la più bella avventura della sua vita. E sarà sempre così: tutto ciò che potrebbe trasformare una persona normale in un delinquente, è per Louis un’esperienza da studiare, mettere su tela… Tutto ciò che spaventerebbe una persona normale, tipo due guerre mondiali, lo lasciano del tutto indifferente.
Termini il romanzo con la sensazione che non sia accaduto nulla eppure non sei riuscito a staccarti dal libro. Di tanto in tanto avresti voluto dargli una sberla all’angioletto ma poi ti sei rassegnato, apprezzandone l’originalità.

La capacità di Simenon di descrivere gli aspetti più controversi dell’animo umano resta indiscutibile.

4 commenti:

  1. Un irresistibile invito a leggere l'Angioletto!:)

    p.s.
    rue de Mouffettard la ricordo! E' una viuzza piena di ristoranti greci; quando ci sono passata, ho visto la rituale rottura di piatti..( valli a capire! :)

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    1. Ah, mia cara, dopo la folgorazione dello scorso anno, sarei dovuta tornar a Parigi agli inizi di giugno. Poi il viaggetto è saltato. Così ogni volta che leggo un libro ambientato a Parigi e subito dopo trovo testimonianze come le tue, mi viene una voglia di partire..
      A me il libro è piaciuto tanto ma, come già detto, con Simenon sono di parte...

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  2. Leggerò L'angioletto.
    Sono contenta che ti sia piaciuta Trento, ci lavoro. La biblioteca è un luogo che frequento spesso, anche all'ora di pranzo. Ti invito a visitare anche la biblio di Rovereto che è aperta fino alle 22.00 tutti i giorni (domenica esclusa, solo al mattino), con un salto al Mart. Non ne rimarrai delusa.
    Buone letture!

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    1. Ah donna fortunata che lavora a Trento e vive a Rovereto! Una biblioteca aperta fino alle 22: ma vi rendete conto? Pensa che la biblioteca vicino all'ufficio chiude alle 18.30 (naturalmente non è aperta tutti i giorni) e lotta un giorno sì e l’altro pure per restar in vita. Che tristezza! Spero di poter raccogliere presto il tuo invito: ci sono ancora tanti luoghi in Trentino che voglio visitare.
      Buone letture anche a te!

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