Non è stata
l’estate dei grandi trekking. Un po’ per difficoltà organizzative, un po’ per
le condizioni meteo (tranquilli, qui vi sarà risparmiata la cantilena del “ma
quale estate? Non ha fatto altro che piovere!”), quest’anno abbiamo optato per
un trekking a base fissa alla scoperta della Valle Aurina.
Altissimo Nord,
praticamente Austria. Il libro della Gruber,
seguito dalla lettura del saggio di Marcantoni e Postal, “Südtirol: Storia di una guerra rimossa”, mi avevano preparato ad un
clima tedesco, però confesso che il
passaggio da Trento a Brunico si è fatto sentire. In senso positivo: ordine e rigore.
E in senso negativo: un atteggiamento gentile ma scostante (non se ne abbiano
gli amici di Bolzano, ma per una che arriva dai dintorni di Roma, Profondo Sud,
la sensazione di distacco è immediata).
Come già
accaduto negli anni precedenti, abbiamo optato per un trekking organizzato
perché è divertente conoscere persone nuove, dalle provenienze ed esperienze più
disparate, accomunate dalla tua stessa passione: l’amore per la montagna. È
bello girare con una guida che conosce i sentieri, la vegetazione, la storia di
quei posti. È bello tornare a casa con un po’ di stanchezza ma con un bagaglio
pieno di aneddoti, sentieri che forse, da solo, non avresti scoperto, nuove
amicizie, voglia di ripartire.
Rispetto agli anni passati, quest’anno non siamo
stati troppo fortunati. La guida non era di quelle memorabili (ma si può
beccare una guida escursionistica perennemente stanca?): ogni pretesto ero
buono per camminare un po’ meno e la preparazione, diciamocelo, non era
eccelsa. Fortunatamente, il gruppo era simpatico e stimolante. Non grandi
camminatori ma persone piacevoli, alcuni molto originali; uomini e donne con
cui s’è riso ma si son fatti anche discorsi interessanti; quelle persone con
cui vorresti restare in contatto.
Abbiamo
soggiornato a San Giovanni: una
delle località più grandi del comune di Aurina. Un posto interamente immerso
nel verde, con il suono tumultuoso del torrente Aurino che scorreva a pochi
metri dal nostro hotel. Una voce così possente che al buio, dal letto della mia
stanza, avevo sempre l’impressione che stesse diluviando. Con il cielo grigio,
la valle assumeva un aspetto tra il malinconico e l’irreale. Il verde diventava
scuro, il rimbombo dell’Aurino veniva amplificato e la foschia avvolgeva il
campanile a cupola della chiesa di San
Giovanni Battista.
Delle
escursioni fatte, mi è rimasto nel cuore il sentiero (indicato con il n.13) che
dal centro di Casere (Kasern, una frazione di Predoi, m 1665) porta al rifugio
Brigata Tridentina (2.440 m). Tragitto magnifico, specie se si ha la fortuna di
percorrerlo, come nel nostro caso, in un’incredibile giornata dal cielo
azzurro. Rivoli e cascatelle che si staccano dal torrente Aurino: è tutto un
gioco d’acqua e di verde brillante. Salendo il sentiero a zigzag, in una
giornata così limpida, si riesce a vedere benissimo sia il Picco dei Tre
Signori (a destra) che la cima della Vetta D’Italia, a sinistra (m. 2912, al
confine tra Austria e Italia, è considerata il punto più a nord del nostro
paese).
Picco dei Tre Signori |
Vabbè,
diciamo che la Vetta d’Italia l’avevo immaginata più imponente, una di quelle
vette che ti si stagliano davanti gli occhi e non riesci a distaccartene. Non è
stato così. Sono rimasta, invece, ipnotizzata dal Picco dei Tre Signori e
pranzare di fronte a quello spettacolo immenso è servito ad accantonare le mancate
escursioni dei giorni precedenti.
La camminata
fino al Rifugio Brigata Tridentina richiede passo sicuro e un minimo di
allenamento ma non è difficile; ben più impegnativo, presumo, la restante parte
del sentiero e i vari percorsi che conducono alla vetta d’Italia e sotto il
Picco dei Tre Signori.
Chiesa di S. Spirito |
Note: A San
Giovanni, abbiamo soggiornato nell’Hotel Schachen. Cucina non eccezionale;
abbastanza gentili ma credo si possa trovare di meglio.
Non perdete
una visita alla chiesetta di Santo Spirito, l’emblema della Valle Aurina, e una
sosta presso la malga lì vicino. Mai mangiato un piatto di uova, patate e speck
più delizioso!
Scrivi benissimo. Mi hai fatto venire una gran voglia di montagna. Sono posti stupendi e mi hai fatto vivere in diretta la tua bellissima escursione: andrò presto a visitare la valle Aurina...
RispondiEliminaTroppo buona.
EliminaNonostante il meteo variabile (parecchio), ho apprezzato molto la Valle Aurina. Qualcuno del gruppo, conoscitore delle valli più rinomate, al termine della settimana ha commentato con un “Ma la Val Gardena e la Val d’Ega sono tutt’altra cosa! Quelle sì che sono montagne!”. Io penso che sia tutto molto soggettivo. Non posso fare confronti perché non conosco le altre zone, però ciò che ho visto mi è piaciuto. Forse proprio perché non c’era “tutto quel movimento” presente, a quanto pare, negli altri luoghi.
Un abbraccio.
grazie delle gran belle immagini della valle aurina
RispondiEliminaEcco, è da una vita che voglio andare in Alto Adige, proprio per i motivi che dici tu :-)
RispondiEliminaBella la Valle Aurina. Io sono stata anni fa a Cadipietra.
RispondiEliminaAh che bello! Ci siamo stati anche noi. Da lì abbiamo preso il percorso per raggiungere il Lago di Chiusetta.
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