lunedì 13 luglio 2020

Città sommersa, Marta Barone


La mia diffidenza verso i premi letterari italiani è oggetto di facile ironia tra gli amici del gruppo di lettura. No, ma è tra i finalisti dello Strega; figurati se Barbara ce lo farà leggere! È la classica punzecchiata in prossimità della stregata serata finale.
Non è snobismo, è che tutte queste chiacchiere intorno ai premi letterari e ai giochi subdoli delle case editrici maggiori non mi appassionano. Però quest’anno volevo dare uno smacco al gruppo di lettura e avevo programmato di leggere almeno tre titoli arrivati nella dozzina dello Strega. Avevo escluso a priori Il colibrì, tanto lo sapevamo tutti che avrebbe vinto.
M’incuriosiva Città sommersa di Marta Barone (pubblicato da Bompiani); avevo letto recensioni entusiastiche ed era stato apprezzato da lettori con gusti affini ai miei. Quando il titolo è comparso tra gli audiolibri disponibili su Storytel, ho dato un senso alle pulizie di casa. La parte iniziale dell’ascolto è stata così coinvolgente da farmi scaricare l’ebook, passando dall’audiolibro al testo (sto ascoltando diversi audiolibri, ma trovo che ascolto e lettura siano due esperienze diverse). E poi… e poi, mi sono impantanata.

Città sommersa è una specie di memoir, un romanzo di difficile classificazione, in cui credo si possa dire che i temi dominanti siano la memoria e il tempo. Marta Barone, poco più che trentenne, torinese, autrice per ragazzi e consulente editoriale, perde il padre nel 2011. Leonardo Barone è stato un padre assente, sfuggente; si era separato dalla madre di Marta quando lei era ancora una bambina e il legame tra padre e figlia non è stato dei più intensi. 

Aveva quasi quarantadue anni quando ero nata. Era sempre stato inspiegabile. Non capivo bene che lavoro facesse (quando ero molto piccola aveva insegnato per un anno o due in un liceo privato, ma poi chissà), perché avesse ricominciato a studiare. Gli zampettavo dietro per i tetri corridoi dell’università, leggevo o giocavo da sola mentre teneva banco in mezzo a gruppetti di studenti ventenni, i suoi compagni di corso. Aveva già la barba imbiancata, che conservava striature color ruggine, il marchio rossiccio che porto anch'io in filigrana. Nella luce verdastra di Palazzo Nuovo mi appariva strano e triste, e fuori posto.
Dopo un paio di anni dalla morte del padre, Marta Barone si ritrova tra le mani la memoria difensiva, presentata in Cassazione, nel processo in cui Leonardo Barone è stato condannato per il reato di partecipazione a banda armata. L’autrice sapeva che suo padre era stato in carcere prima che lei nascesse, che alla fine era stato assolto con formula piena e che non era mai stato un terrorista. Nella vita precedente alla nascita di Marta, Leonardo Barone era stato medico, quindi...
«Avevo curato uno di Prima Linea ferito e quindi […] mi hanno accusato di essere di Prima Linea».
Non penso mi avesse dato altri dettagli, né io glieli avevo mai chiesti. 
Improvvisamente, quelle carte accendono la curiosità di Marta; inizia una lunga indagine dalla quale emerge una figura dalla personalità sorprendente. Un uomo così diverso da quello che credeva essere suo padre da doverlo ridenominare. Nel romanzo, l’autrice chiamerà questo nuovo personaggio con la sigla L.B.
L.B. era un uomo colto, con una laurea in medicina, una in giurisprudenza e una in psicologia; un uomo che aveva creduto fortemente nel bene comune e negli ideali del comunismo; che aveva messo da parte gli studi e la moglie per seguire le indicazioni del partito. Anzi, giovanissimo, aveva sposato la prima moglie perché obbligato dal partito. Ma, allora, non l’aveva sentito come un obbligo. Un uomo che ha vissuto più vite nel tentativo di costruirne una decente. Il tentativo di vivere a decent life, come viene detto nel romanzo da uno dei tanti compagni di gioventù di L.B. che Marta ha rintracciato per capire chi fosse suo padre.    
Tra le pagine, si trovano inevitabilmente la Torino degli anni Settanta (non a caso, la copertina raffigura Via Roma, una delle vie principali del centro storico di Torino e, sovrapposta, la foto di un giovane Leonardo Barone), l’attivismo politico, gli anni di piombo, la fabbrica, l’occupazione delle case, Servire il Popolo, Prima linea. In un’intervista, l’autrice ha dichiarato di aver tentato di romanzare la politica.
Insomma, capite che Città sommersa non può essere liquidato con quattro parole; i temi sono tanti, si sente il lavoro di ricerca storica, si apprezza l’eleganza della lingua. Forse troppo accurata.
Allora, perché mi sono impantanata nella lettura? Non saprei spiegarlo. Lo stile così ricercato, dotto, mi è sembrato finto, ha appesantito il romanzo; da un certo punto in poi, la voce della scrittrice è diventata predominante e la figura del padre è diventata secondaria. Forse l’effetto era voluto; certo è che ho perso interesse nel personaggio. L’uomo era già venuto fuori a metà romanzo; la successiva cronologia degli eventi, utile per la ricostruzione storica, ha affievolito la narrazione. Ha perso l’anima.
Ah!, già… l’ambizioso progetto di leggere almeno altri due tra i romanzi in gara, prima della proclamazione del vincitore dello Strega, è tristemente naufragato. Avevo ipotizzato di leggere Almarina e La misura del tempo. Ma ho guardato la libreria ed ho optato per una camminata in Marocco…    

Note a margine: non sono affiliata a Storytel, né a piattaforme di qualsiasi genere. Quindi, cliccando sui link, non otterrete sconti né io riceverò alcuna provvigione. Da qualche tempo, ho iniziato ad ascoltare audiolibri; mi piace l'offerta di Storytel e ho sottoscritto un abbonamento. 
Se non siete grandi fruitori di ebook, ma ogni tanto ne leggete qualcuno, potete consultare la biblioteca a voi più vicina e verificare se abbia aderito a Mlol - MediaLibrary on line. Un servizio offerto dal circuito bibliotecario della mia zona e che apprezzo moltissimo.


8 commenti:

  1. io ho ascoltato "città sommersa" fino alla fine e mi è piaciuto molto. forse se l'avessi letto mi sarei impantanata anch'io. rientra perfettamentente nel mio ciclo di letture che affrontano il rapporto tra figli adulti e rispettivi padri. (è l'unico che ho trovato scritto da una figlia). tra questi "patrimonio" di roth, "un'odissea" di mendelsohn, not my father's son, e il meraviglioso, bizzaro, originalissimo, superconsigliato "nel segno dell'anguilla" di svensson.

    pure io adoro mlol e in un anno e mezzo ho divorato oltre 50 ebook presi da lì.
    pure io adoro storytel, ascolterei ovunque, anche se ultimamente fatico a trovare titoli che mi incuriosiscano davvero e mi sono disiscritta. tra qualche settimana mi abbonerò di nuovo, ne sono certa.

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    1. Ciao Silvia,
      non so che dirti. Però, lettur facendo, ho avuto l’istinto di tornare all’ascolto per cercare di sbloccarmi. Come ho detto anche ad Amanda qui sotto, non so esattamente cosa sia andato storto con la Barone; scelte stilistiche, lessico? Troppo ego? L’alchimia di un testo è sempre una cosa complessa e tu me ne potresti parlare per giorni…
      “Un’odissea” è piaciuto tantissimo anche a me; non conosco gli altri romanzi che hai citato ma ho subito preso nota di “Nel segno dell’anguilla”. Grazie per i suggerimenti.

      Devo confessarti che lo scorso mese penso di non aver ascoltato neppure un audiolibro dall’inizio alla fine. Ne ho iniziati molti, ma poi mi rendevo conto di pensare ad altro. Boh, sarà il caldo. Come dici tu, il vantaggio di queste piattaforme è che puoi disiscriverti quando vuoi. Se avessi avuto vincoli maggiori (tipo l’obbligo di un abbonamento annuale), non penso avrei scelto Storytel.

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  2. Grazie per l'informazione. Per quanto riguarda "la misura del tempo“, a mio modestissimo avviso, non hai perso molto, ci aveva abituati meglio in passato

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    1. Mia cara, i pareri positivi su Città sommersa sono stati moltissimi. Abbastanza da farmi pensare che qualcosa sia andato storto tra me e Marta Barone; forse, proprio tra me e le sue scelte stilistiche. Tu sei una lettrice esigente, con una certa dimestichezza con la scrittura: non lasciarti influenzare dalla mia opinione. Se il genere può piacerti e se sei interessata ad un esordio italiano (perché Marta Barone fino ad oggi era stata una scrittrice per ragazzi), leggilo. Così poi ci confrontiamo.

      Su Carofiglio, ha detto la stessa identica cosa un’altra lettrice amica, tra l’alto fedelissima lettrice di Carofiglio. Mi sa che La misura del tempo può attendere.

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  3. Solidale con la tua refrattarietà ai premi. Esco dall'ennesima delusione su un libro candidato al Campiello. Con passi giappponesi - questo il titolo intrigante - è scritto in una prosa che è esattamente il contrario del minimalismo giapponese.
    Un'eleganza di linguaggio che si traduce in orpelli barocchistici di periodi infinitamente sfiancanti, intrisi di frasi interrotte da virgole dove "il naufragar NON m'è dolce in questo mare" (per dirla in termini aulici, altrimenti scatta una scarica di nervoso turpiloquio).
    Fortunatamente letto tramite MLOL (God save the MLOL!)

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    1. Ma dai!!! Io ci scherzo, ma con il gruppo di lettura avevamo detto due cose anche sui finalisti del Campiello (un premio un po’ più serio, sostiene una delle lettrici del gruppo). Di quella cinquina, m’incuriosisce il libro di Remo Rapino, di cui in questi giorni dovrebbe uscire l’audiolibro letto da Gifuni (o forse è appena uscito). Ti farò sapere se proverò ad ascoltarlo. Non l'ho trovato su Mlol (non ancora) e non rientra tra i miei acquisti futuri.
      Ad ogni modo, lunga vita a MLOL!

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  4. io prima ero abbonata a Audible perché aveva gli Harry Potter, poi sono passata a Storytel che ha un'offerta secondo me più varia ma ultimamente lo ascoltavo davvero poco e l'ho disdetto...

    In quarantena ho scoperto mlol ma non ho ancora provato gli audiolibri, mentre sono diventata cintura nera di ebook e riviste... proverò!

    Questo libro mi incuriosisce parecchio, forse perché parla di Torino...

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    1. Cintura nera di ebook e riviste è un'espressione fantastica! Vedi che anche in questa quarantena abbiamo trovato qualcosa di positivo? (Tu, in verità, più di qualcosa, considerando quanto hai viaggiato con i libri...)

      Inizio a sospettare che, dopo un po', ci stanchiamo degli audiolibri. Il blocco dell'audiolettore?

      Credo che un torinese, o comunque, chi vive o ha vissuto a Torino, legga Città sommersa con occhi diversi dai miei. Se deciderai di leggerlo, sarò felice di sapere cosa ne pensi.

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