Sto correndo tantissimo. Torno dall'ufficio, parcheggio, mi
precipito in casa, pantaloncini, maglietta, Asics
e via. Il cielo già inizia a tingersi di rosa, c’è sempre un venticello fresco,
non si suda quasi mai.
“Ci stai dando dentro, è! Che gara prepari?”. Nessuna, sono
ancora nell’anno sabbatico, lontana dall’agonismo degli amatori. “Ma se non
stai preparando niente, perché t’alleni tanto?”
Mi preparo ad affrontare meglio questa vita. Le parole restano sospese
nell’aria per un po’, poi svaniscono senza lasciar echi. Il compagno incrociato
è lontano ormai, io accorcio il passo per gestire meglio la salita. Corro fino
a diventare un puntino giallo fosforescente in una strada poco illuminata. Al
rientro faccio qualche piegamento, lavoro sulle braccia, due stecchini senza
muscoli paragonate alla forza delle gambe. Nel weekend vado a correre di
mattina, scelgo percorsi collinari e solitari. Corro fino a quando la mente
smette di pensare e le gambe iniziano a sentire il peso dei chilometri e
l’aumento della pendenza. Torno a casa con la testa sgombra e la sensazione di
poter far tutto nella vita: cambiare lavoro, cambiare città, realizzare sogni
irrealizzabili, scalare montagne (in senso letterale), viaggiare e leggere
all’infinito. Ah, dite che sto divagando? Che i miei allenamenti poco c’entrano
con Atticus Lish? C’entrano, c’entrano, fidatevi.
Tolgo le Asics, apro la doccia e penso a Zou Lei; capisco la sua
determinazione di immigrata clandestina, mezza cinese, mezza uigura, povera in
canna e sicura di poter trovare la libertà a New York, il luogo dove tutto è
possibile. Non fanno che dirci che “l’America” è un grande paese, no? E allora
perché una clandestina dotata di buona volontà, lavoratrice instancabile, gambe
muscolose, passo svelto, non dovrebbe farcela? Perché Skinner, reduce dall’Iraq,
lui che ha servito il suo Paese, che ha cercato di salvare ciò che restava del
corpo di Jake dopo un’esplosione, non dovrebbe venir ricompensato dal suo meraviglioso
Paese?
Gli hanno detto di andar in guerra e c’è andato. Gli hanno detto
di sparare e ha sparato. Poi, quando sono iniziati gli incubi, la disperazione,
il tremolio, la perdita dell’udito, le visione doppie, gli hanno dato del
culone e l’hanno rimandato a casa. Non ha fatto storie, solo che non è rimasto
a Pittsburgh da sua madre, ha preferito andarsene a sprecare la vita a New
York.
Preparativi per la prossima vita è anche una storia d’amore ma
non aspettatevi appuntamenti galanti e rose rosse.
Mentre se ne andava,
l’avvocato uscì e le parlò mentre metteva un’altra cartelletta nel
portadocumenti metallico. L’ho sentita. Se si sposa, dev’essere un vero
matrimonio o finirà in guai grossi. Questo glielo dico gratis. Un consiglio
gratuito.
Zou Lei non capì cosa
intendeva dire. Cioè? Forse siamo persone comuni, ma il sentimento fra noi è
vero.
In queste pagine non c’è l’amore a cui siamo abituati, c’è molta
più testa: mal di testa, colpi alla testa, testa di cazzo, gli girava la testa,
abbassò la testa, scosse la testa, appoggiava la testa sulle ginocchia, si
prese la testa tra le mani, testa rasata, berretti in testa, immagini della
guerra che volano fuori dalla testa, la testa gravemente danneggiata.
Il New York Times ha
detto che Preparativi per la prossima
vita è un romanzo unico e necessario, la storia d’amore più delicata e meno
sentimentale dell’ultimo decennio.
Io non so dirvi se sia un romanzo necessario. So che non ho
visto la New York del sogno americano; so che ho chiuso gli occhi e spento
l’ebook reader quando iniziavo ad accartocciarmi su me stessa. So che ad un
certo punto ho pensato Basta Atticus Lish, stai esagerando. Non voglio saperne
più niente di come va a finire questa storia. Poi sono andata avanti e la terza
parte mi è scivolata tra le mani; speravo che finisse presto ma non riuscivo a
smettere di leggere.
Ah, dite che alla fine non vi ho spiegato cosa c’entrasse la
corsa? Leggete il romanzo. Non serviranno spiegazioni.
Preparativi per la prossima vita, Atticus Lish
traduzione (che non dev’esser stata affatto semplice) di Alberto
Cristofori
Rizzoli, 2016.
Entra di diritto nella #readingchallenge2016, come #libronew2016.
Qui un pezzo di Nicola Lagioia.
Qui un articolo di Gianni Riotta.
E qui il convincente punto di vista dell’uomo dalle 2000
battute.
Ma bella questa recensione!!!! Ora mi hai messo la curiosità... non vale! Attenti alla mia gara!!! Una storia d'amore poco romantica non mi è mai capitata almeno per quanto ricordi ora...mumble mumble...ok ok la wishlisto!
RispondiEliminaSimo
Lui è il figlio di Gordon Lish, hanno sbagliato la copertina e di solito non vado matta per queste storie. Eppure, cara mia, ti dico che il libro è bello tosto.
EliminaDopo Sterne credo che non mi spaventerà nulla per un po' di tempo...specialmente dopo il sermone sulla "coscienza". <3
EliminaSimona
Libro difficile, sembra, ma a rileggerti bene si capisce che c'è molto di quel neorealismo disincantato che oggi guarda verso Est, Ovest, Sud e anche Nord. insomma: dappertutto.
RispondiEliminaCapisco il tuo sfogo nel correre. Ti auguro tutto il meglio, con affetto.
Grazie, mia cara. Il libro è difficile ma più ci ripenso, più mi convinco che meriti. Una bella scoperta. Sì, il libro guarda dappertutto, cosa che anche noi dovremmo imparare a fare ma ancora non ne siamo capaci.
Elimina