Oh Robert Louis,
perché, perché mi hai fatto questo?
Eppure sapevi che ero innamorata di te. Era un amore d’infanzia,
va bene, ma non meritavo d’esser pugnalata così. Io che ho letto e riletto L’isola del tesoro, che ho trascorso con te momenti avventurosi, giornate grigie,
viaggi in treno… Ricordi quel bel Capodanno passato insieme al calduccio mentre
su Marienplatz continuava a cadere la neve? Ed ora è finito tutto.
Una nuova avventura con te, nelle Cevennes. Ero così felice mentre
preparavo il mio zainetto. I tuoi acciacchi si sarebbero dissolti camminando
per i sentieri della Francia meridionale; il tuo francese mi avrebbe salvato
(sì, vabbè, dovrei cominciare a studiarlo anch’io, non ti do torto), tutto l’impegno
profuso nell’inventarti un sacco lenzuolo (in barba a chi deve solo entrare in uno
dei tanti negozi specializzati nel trekking e tirar fuori il bancomat); insomma,
un genio come te, che mi combina? Mi fa sbadigliare a metà cammino! Ah come ci
son rimasta male! No, non sto dicendo che l’intero viaggio sia stato noioso,
non estremizzare come fai sempre!
Ho vissuto momenti comici, hai detto cose che
mi hanno fatto riflettere
Quanto a me, non viaggio per andare in qualche posto, ma solo
per andare. Viaggio per amore del viaggiare. La cosa importante è il muoversi;
sentire più intensi gli imperativi e gli stimoli della nostra vita; saltar
fuori dal letto della civiltà, e provar sotto i piedi il granito del globo
terrestre e le schegge taglienti. Ahimè, quando ce la mettiamo tutta nella vita,
e ci sentiamo più preoccupati per i nostri impegni, anche una giornata di
vacanza è qualcosa che deve essere sfruttata.
Ho amato la tua audacia nel dormire tranquillamente all’aperto:
“Gli inglesi hanno la borsa ben fornita, e può benissimo venir
in mente a qualcuno di farvi un brutto tiro una notte o l’altra”.
Gli dissi che non avevo molta paura di incidenti simili; e che
ad ogni modo non mi pareva saggio star in allarme e dar peso nella nostra
esistenza a tutti i piccoli pericoli. La vita stessa, ammettevo, era un affare
troppo rischioso per considerare degna di attenzione ogni piccola aggiunta di
pericolo.
A tratti ho pensato d’esser ancora innamorata di te:
Desideravo una compagnia che stesse accanto a me alla luce delle
stelle […] E vivere nell’aria aperta con la donna che un uomo ama, di tutte le
esistenze è la più completa e libera.
Eppure, Robert Louis, ci son stati momenti in cui le tue
considerazioni verso il genere femminile mi hanno innervosita. Avrei voluto approfondire
la conversazione per scacciare quella vocina che continuava a dirmi “ma guarda
un po’ ‘sto maschilista!”. Sarà stata la stanchezza, ma negli ultimi
chilometri non ti sopportavo più. Sono rimasta fino alla fine solo per solidarietà con Modestine, il povero somarello a cui mi ero affezionata tantissimo e che tu, in
diverse circostanze, hai trattato così male!
Mio Robert, questo viaggio ha cancellato la cotta che avevo per
te. Ti voglio ancora bene, ma le farfalle nello stomaco hanno smesso di svolazzare.
Viaggi con un somaro nelle Cevenne, Robert Louis Stevenson
traduzione di Barbara Mirò, Ugo Mursia Editore, 2011.
Nooooo, ma davvero?! Che peccato. Mi dispiace che Stevenson fosse un maschilista -.- e io, che lo avevo tanto amato da adolescente!
RispondiEliminaChe delusione, cara mia. Va bene che erano altri tempi, però leggere certe frasi è stata proprio una pugnalata.
EliminaUh mannaggia, mi dispiace davvero! Dai che tanti momenti belli non si possono cancellare così... Magari più in là! E poi, povero, era innamorato e solo... Povero!
RispondiEliminaDici che mi passa? che troverò delle giustificazioni come certe volte facciamo noi, stupidamente, nei confronti dei grandi amori? Ci penso su...
EliminaVedi di non darci buca al bookclub che io sto in ansia... Tu pensi ma non favelli! XD
EliminaMa che è un complotto con la signorina Librangoloacuto? Stesso timore quest'oggi. Non so se riuscirò a leggere il libro, ma mi sa che dovrete sopportare ugualmente la mia presenza!!
Elimina:-D sempre diffidare degli uomini che hanno scarsa considerazione delle donne
RispondiEliminaInfatti! Sabato ero al Book pride di Milano, allo stand delle Edizioni Clichy. Continuavo a guardare la bella copertina di "Una vecchia canzone", romanzo breve di Stevenson e no! Alla fine non ce l'ho fatta. L'ho lasciato lì. Magari col tempo...
EliminaAh, eccola la pugnalata!
RispondiElimina[le farfalle nello stomaco però durano per sempre? Non so, non credo]
Mi sa che hai ragione. Dopo un po' smettono di battere le ali ma resta il ricordo di quell'emozione. Un paio di anni fa, quando ho riletto per l'ennesima volta L'isola del tesoro, m'è sembrato di tornar bambina. Un entusiasmo!
EliminaMettila così: per un Stevenson perso, un Modestine trovato. Gli autori che improvvisamente deludono sono un duro colpo, lo so!
RispondiEliminaLa povera Modestine. E lui che le dava contro non perchè fosse un somaro ma per le pecche insite nel genere femminile. Hai capito il soggetto???
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