Giuro,
l’ho pensato veramente quando a settembre il corriere mi ha mollato i compiti
per casa inviati dalla casa editrice. Mai letto Amitav Ghosh in precedenza. Con gli asiatici, anche quelli che
scrivono in lingua inglese, anche quelli famosi, non ho gran feeling. Non
appena ho realizzato che oltre ad essere un librozzo, aveva a che fare con
velieri e con la navigazione ed era pure il terzo volume di una saga di cui, ovviamente,
non avevo letto i primi due tomi, ho accantonato la bozza. Poi, il senso del
dovere e la curiosità hanno avuto la meglio. Son partita da Mare di papaveri, of course, ed è
scoccata la scintilla.
Non che
fosse particolarmente elegante o slanciata, anzi, la Ibis era una goletta d’aspetto antiquato, non leggera e a ponte
libero come i clipper per i quali Baltimora andava famosa. Aveva un cassero
corto, un alto castello di prora, con un ponte del castello tra i masconi e un
casotto a mezzanave che fungeva da cambusa e da cabina per camerieri di bordo e
nostromi […]
Ai suoi occhi, la Ibis aveva qualcosa di particolarmente
aggraziato, che la faceva somigliare a uno yacht. Con le vele di maestra e di
prora ben tese poteva davvero far pensare a un uccello dalle bianche ali in
volo; al confronto, altre navi di alta alberatura con le loro cataste di vele
quadre apparivano quasi goffe.
George Chinnery |
E proprio quella era la ragione per cui era passata di mano: dopo l’abolizione formale della tratta degli schiavi, le navi inglesi e americane sorvegliavano sempre più numerose la costa occidentale dell’Africa, e la Ibis non era abbastanza veloce per avere la certezza di poter fuggire. Come altre navi negriere, era stata comprata per essere adibita a un diverso commercio: l’esportazione di oppio. In questo caso l’acquirente era la Burnham Bros., società commerciale di trasporti marittimi con vasti interessi in India e in Cina.
Da un mesetto ormai pendolo tra le acque del Gange e la Fanqui-town di Canton,
l’enclave in cui risiedono i mercanti stranieri a metà nell’Ottocento; ho
attraversato il Nero Oceano travestita da coolie
(alias schiavo); ho trascorso giorni travagliati da lascara su imbarcazioni di ogni sorta; mi sono fermata per un po’ a
Canton. Ho guardato incuriosita le belle ragazze sing-song sulle barche-fiore e le povere ma allegre barcaiole che
lavorano con piedi scalzi, pronte a contrattare per qualsiasi commissione.
Ho assaporato piatti nuovi, incantata dal profumo delle spezie e da nomi stravaganti: non si può rifiutare la zuppa detta “Buddha che salta il muro”. Ci vogliono due giorni per cucinarla e trenta diversi ingredienti. Magari sarebbe stato più saggio chiedere prima quali fossero gli ingredienti: croccanti germogli di bambù e succose capesante, coriacei tendini di maiale e guance di pesce (pesci con le guance non ne avevo mai visti…) Una sinfonia di consistenze e sapori contrastanti ma armonizzati con cura, che si dice abbiano spinto molti monaci a rompere i voti.
Ho assaporato piatti nuovi, incantata dal profumo delle spezie e da nomi stravaganti: non si può rifiutare la zuppa detta “Buddha che salta il muro”. Ci vogliono due giorni per cucinarla e trenta diversi ingredienti. Magari sarebbe stato più saggio chiedere prima quali fossero gli ingredienti: croccanti germogli di bambù e succose capesante, coriacei tendini di maiale e guance di pesce (pesci con le guance non ne avevo mai visti…) Una sinfonia di consistenze e sapori contrastanti ma armonizzati con cura, che si dice abbiano spinto molti monaci a rompere i voti.
Qualche
volta mi sono spinta fino a Macao, ho visto piante insolite e fiori colorati.
George Chinnery |
Ora sono
di nuovo a Canton. Il commissario Lin Zexu non ne vuole sapere di darla vinta
agli inglesi e continua a vietare il commercio di oppio. I mercanti inglesi
dietro il vessillo del libero mercato pensano di poter eludere le norme cinesi.
Gli inglesi esportano la libertà e pertanto non sono soggetti ad alcuna legge.
Parla Lin
Zexu. «È cosa risaputa che gli stranieri che vengono a commerciare a
Canton hanno accumulato enormi profitti. È dimostrato dai fatti. Le vostre navi
che negli anni passati ammontavano annualmente a poche decine adesso sono molte
di più. […] Siete voi stranieri riconoscenti per i favori a voi concessi
dall'Imperatore? In tal caso dovete rispettare le nostre leggi e nel cercare
vantaggi per voi stessi non dovete recare danno agli altri. Come può dunque
succedere che portiate l'oppio all'interno del nostro paese, rovinando le
persone e distruggendo la loro stessa vita? […] In passato le restrizioni
contro l'oppio erano relativamente fiacche, ma adesso la collera del grande
Imperatore è al colmo e non allenterà la presa finché il male non sarà
completamente e interamente debellato. Voi stranieri che siete venuti a vivere
nel nostro paese dovreste, ragionevolmente, sottomettervi alle nostre leggi
come fanno i nativi della Cina».
La guerra
è iniziata ed io mai avrei pensato di schierarmi con i Cinesi...
Note a margine: la lingua è uno dei grandi protagonisti della trilogia e i due traduttori italiani, Anna Nadotti e Norman Gobetti, hanno fatto un lavoro eccezionale.
Note a margine: la lingua è uno dei grandi protagonisti della trilogia e i due traduttori italiani, Anna Nadotti e Norman Gobetti, hanno fatto un lavoro eccezionale.
Eh, ma è per questo che ti è piaciuta tanto. Con due traduttori così... :-)
RispondiEliminaNon so perché ma avevo come il sospetto che tu potessi fare un’osservazione del genere… Comunque, non so come siano i testi in lingua originale, ma si percepisce un lavoro di traduzione enorme. Ma come faremmo noi poveri lettori senza la vostra presenza????
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