lunedì 8 giugno 2015

Jane Austen e i libri in testa

Tutta colpa di quella stramba combriccola coi libri in testa. Era da un po’ che volevo partecipare ad una serata organizzata da loro ma andare ad ascoltare 4/5 tizi che parlano di un classico che tu non hai letto non è divertente. Così pensavo. Poi è arrivato l’appuntamento con Jane Austen. Jane è stata la mia eroina per anni, superata solo da Jo March e nella combriccola di cui sopra c’è un super esperto della Austen.


Potevo saltare l’appuntamento su Emma?! No, of course. Già, ma di cosa parla Emma? La mia vecchia edizione della Garzanti (traduzione di Mario Praz) è sufficientemente spiegazzata da suggerire che il libro sia stato letto. Ricordo perfino il momento in cui l’acquistai. Primo anno del liceo, cartolibreria del paesotto natio; ero indecisa tra Il Circolo Picwick (che poi, orrore!, non ho più letto) e questo romanzo della Austen. Mi persuase l’espressione della cartolibraia. Ricordo solo che mi piacque. 
Sicché, qualche giorno prima dell’incontro, ho iniziato a sfogliare il romanzo fiduciosa, convinta che la storia mi sarebbe tornata alla mente in un attimo. Invece niente, buio totale. Avevo dimenticato trama e stile. Perché, allora, ho sempre sostenuto di amare la Austen se la sua tanto decantata leggerezza e ironia con il passare del tempo si erano dissolte nel nulla? Anche di Jane Eyre, Orgoglio e pregiudizio, Mansfield Park oggi saprei dire qualcosa? Che mi sia fatta confondere dai numerosi club austiniani che impazzano nel web?
La rilettura inizialmente è stata lenta e a tratti noiosa. Nell’ultimo mese avevo letto solo scrittori contemporanei; divorzi, tradimenti, figli sbattuti a destra e manca…un mondo che corre veloce. Tornare alle carrozze, alle signorine con veli e merletti, alle canoniche e alle risorse che una fanciulla deve possedere mi ha stranito. Come potevo aver amato una che ciarlava tutto il tempo di visite da una tenuta all’altra, balli, passeggiate… S’è mai visto nella vita reale un gentiluomo che osserva compiaciuto l’incarnato di una donna? La sua pelle vellutata, gli occhi nocciola, la curva della sua gola! Occhi nocciola! Suvvia, per mio marito la distinzione tra viola e rosa è ancora un mistero imperscrutabile! L’avete mai sentito voi un uomo che indica una roba di un certo colore e nel descriverlo becca il colore giusto?
Pagina dopo pagina mi sono immersa nella letteratura inglese del primo Ottocento e ho ricominciato a sorridere. Ho riso molto dei dialoghi strampalati di Miss Bates, delle fobie di Mr. Woodhouse, più ipocondriaco di un Verdone nostrano, avrei preso a schiaffi un paio di volte la bella ed arrogante Emma, lei e la sua mania di combinare i matrimoni più improbabili. Avrei strangolato l’insopportabile Mrs. Elton, una vita dedita al pettegolezzo, e mi sono innamorata a metà libro del fascinoso Mr. Knitghtley, uomo concreto e attento osservatore, lontano dai salotti e dalle futili chiacchiere. Dialoghi salottieri esilaranti, non troppo diversi da lunghi sproloqui che si leggono su facebook. E poi, siamo tanto sicuri che le vacue chiacchiere delle serate danzanti e delle tavole imbandite fossero così diverse dai moderni rituali dell’apericena e dagli sguardi invidiosetti che si lanciano in discoteca?  
Mi sono presentata all’appuntamento con Jane scoprendomi molto più ignorante di quanto immaginassi. Ho avuto la conferma del fatto che i libri vanno riletti perché la memoria vacilla, perché noi cambiamo e cambia il nostro modo di approcciare il testo. Quello che una ventina d’anni fa era un romanzo per fanciulle romantiche oggi è un’arguta critica alla società del tempo.
Di Emma e di Jane Austen vi saprà dire tutto Giuseppe Ierolli. Per ora non v’è traccia del calendario della prossima stagione dei Libri in testa, ma date uno sguardo al sito e partecipate a qualche incontro. Potreste scoprire che parlare di libri, anche di quelli di cui avete dimenticato tutto, può essere divertente.

P.S. Grazie ai miei attenti lettori che mi hanno ricordato che l'autrice di Jane Eyre è Charlotte Bronte (da non confondere con la più brava Emily) e non la Austen. L'avevo detto io che necessitavo di un bel ripasso!


11 commenti:

  1. uff, mi sa che devo cambiare residenza :(

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    1. Sento il dovere di consolarti. Può essere estremamente frustrante vivere alle porte di una città che offre obiettivamente diverse opportunità stimolanti ma altrettanto sfibranti. Quell’incontro fighissimo al quale avresti tanto voluto partecipare è all’altro capo del raccordo: impossibile arrivarci per tempo in auto; con i mezzi pubblici? Giammai, toglietelo dalla testa. Giusto se ti prendi mezza giornata di ferie. Sì, vabbè, mica mi posso sparare ogni settimana due ore di permesso solo per ascoltare cose che hanno a che fare con i libri? Quelli poi mi licenziano e come me li compro i libri? Vabbè, non ci vado neanche sta volta… Torno a casa e leggo qualcosa.

      Sei ancora sicura di voler cambiare residenza? Buone letture!

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    2. Mi asciugo le lacrime:)
      (e meno male che ci sta l'internet!)

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  2. Mamma mia, non me lo dire! Sapessi quanto poco mi ricordavo del Grande Gatsby quando l'ho riletto per la terza volta :-(

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    1. Grazie Silvia, le tue parole mi confortano. Giuro, alle volte penso di essere affetta da Alzheimer precoce. Guardo la libreria, so di aver letto quel libro, ricordo le sensazioni provate ma non ricordo assolutamente (o quasi) la trama. Quindi dici che non sono la sola?! Olè!

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  3. Bella iniziativa quella di parlare di libri non di prossima pubblicazione, senza per forza finire nei reading. Peccato non essere vicino per poter assistere almeno a uno di questi eventi.

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    1. Peccato davvero! Questi tipi sono davvero simpatici, ti piacerebbero.

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  4. Io mi annovero tra i pochi che possono leggere un giallo due volte, per dire! ;) mi scappa la voglia di fare un po' la prof, ma provo a tenermela! ;)

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    1. Impossibile nascondere la prof. che è in te!!

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    2. hihihi! Jane Eyre non Austeniano, ovviamente mi vien da aggiungere, troppo noioso e austero, poteva essere solo di Charlotte! ;)

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    3. Brava la prof! Bacchettata a dovere. In fondo, non sono mai stata la prima della classe. Però non lo ricordo così noioso, sai...

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