Sorprendente.
Il tomo è
arrivato in ufficio; gli ho dato uno sguardo e mi son chiesta cosa avessi fatto
di male alla Neri Pozza per
meritare questo. Già l’idea della famiglia indiana alla ricerca del riscatto
sociale negli States non mi faceva impazzire, leggerne per più di 500 pagine
era l’espiazione per un peccato che non credevo di aver commesso. In fondo, non
me l’aveva prescritto il medico, giusto? Potevo ignorare il libro e saltare l’appuntamento
mensile con il Neri Pozza book club.
Invece no. Ho
aperto di malavoglia il Manuale di danza del sonnambulo appena
pochi giorni fa. E sono stata sequestrata dalla storia.
Ho trovato un
po’ di tutto: l’amore, la famiglia, l’amicizia, il disagio di essere stranieri
nella terra che per antonomasia accoglie tutti e dà a ciascuno (dicono) la
possibilità di diventare ciò che si vuole. Ma poi ogni emigrato porta con sé un
misto di nostalgia e disorientamento. E le culture si mescolano. Il sari e le Reebok
con la chiusura di velcro, gli anelli di cipolla annegati nel ketchup e
quintalate di chapati (pane indiano),
raita (salsa a base di yogurt) e una
lunga serie di chutney (condimenti di
vaio tipo). Non so se la lettura del libro abbia influito, fatto sta che ho
mangiato riso basmati con la curcuma per un’intera settimana.
Dialoghi
brillanti e leggeri; la sensazione che Amina, la protagonista, potresti essere
tu. Sì, lei è una trentenne di origine indiana nata nel New Mexico ma, come te,
finge di non sentire sua madre quando la pungola sul matrimonio, sui figli che
non ci sono, sull'abbigliamento poco femminile, sulle scelte professionali. Ha
le tue stesse paure: può trovarsi come te, come tutti, a dover affrontare la
malattia e la morte delle persone a cui vogliamo bene. Poi, però, la vita
continua: bisogna alzare la testa e andare avanti.
Anche Amina abbassa lo sguardo
quando si sente a disagio, non riesce a fare la doccia con la porta aperta
nella casa dell’uomo con cui esce perché in quel gesto c’è più intimità
dell’andare a letto insieme. Fare la pipì mentre si parla con lui è un impegno
per il futuro. Bisogna essere pronti.
Se non fosse
stato per il book club della Neri Pozza, non credo avrei mai letto il Manuale di danza del
sonnambulo. La famiglia indiana che si trasferisce in
America? No, non mi avrebbe incuriosito. Non sarei stata attratta dalla copertina
(scusate, almeno un difetto dovevo trovarlo. Le scelte grafiche della Neri
Pozza sono sempre superlative, ma questa volta…). Per non parlare del solito dilemma
del lettore: perché dovrei dedicare il mio irrisorio tempo all'anonima Mira Jacob quando ho decine di classici intonsi in
libreria?
Certo però che
avrei perso una bella storia.
Il Manuale di
danza del sonnambulo mi ha aiutato ad affrontare una pessima settimana; una di
quelle in cui si è così nervosi da non riuscire a prendere sonno la sera per
la morsa alla bocca dello stomaco che non molla la presa. La lettura ha
avuto un effetto calmante, avvolgente; capace di cancellare tutto il resto. Mica
una roba da poco.
Manuale di
danza del sonnambulo, Mira Jacob
Traduzione di
Ada Arduini,
Neri Pozza (Le tavole d’oro).
Questa Amina mi è già simpatica;-) grazie per l'interessante suggerimento!
RispondiEliminaMò me lo segno, come disse il Maestro:)
RispondiEliminaOh che bello, fanciulle! Speriamo vi piaccia, sennò potete insultarmi tranquillamente, vi autorizzo! Dovrebbe essere in commercio tra pochi giorni…
RispondiEliminaIl libro come calmante è qualcosa che ci accomuna, anche il giudizio negativo sulla copertina!
RispondiEliminafinalmente un libro che ho letto anch'io, che ho amato anch'io e di cui ho scritto anch'io. non succede anche a te quando capiti in un blog in cui si scrive di libri di pensare "oddio quanto mi sono persa"?
RispondiEliminaAh, ma che bello trovare un’altra entusiasta del Manuale!! Quando si incontra un bel libro è sempre un piacere condividerlo con altri. A mio parere, questo romanzo merita sebbene non sia stato pubblicizzato nel modo giusto.
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