lunedì 10 novembre 2014

La storia di un matrimonio, Andrew Sean Greer

“Due persone velate che camminano tenendosi per mano: forse il matrimonio è questo”.
Spero tanto non sia così, spero di conoscere mio marito più di quanto Pearlie conoscesse il suo Holland.
“L’oggetto del nostro amore esiste solo per frammenti, una decina se la storia è appena cominciata, un migliaio se lo abbiamo sposato, e con questi frammenti il nostro cuore fabbrica una persona intera”.
È solo finzione; nella vita reale una donna sa chi ha accanto. Sì? 
Se un bel giorno scoprissi che l’uomo che ho sposato amava un altro (sì, ho detto un altro), certamente non mi comporterei come Pearlie. Dici? Ne sei sicura?

La storia di un matrimonio è raccontata da Pearlie, ed è raccontata così bene che, per un bel pezzo della lettura, ho continuato a pensare all'autore come ad una donna. Ho trascorso qualche giorno nella San Francisco degli anni Cinquanta: la seconda guerra mondiale alle spalle ma ancora nella testa delle persone e la guerra di Corea lì, davanti agli occhi.  Sono gli anni del maccartismo e in tutto il romanzo si ha sentore di tende che si muovono e occhi che scrutano il vicino da cucine in penombra. 
Non è solo la storia di un matrimonio, sono i mille volti dell’amore, il desiderio di libertà, il sogno di un mondo senza pregiudizi. Ogni capitolo aggiunge un nuovo tassello alla storia ed ogni nuovo particolare mi ha colto di sorpresa. Ho letto che non si può mettere tanta carne al fuoco (guerre, diritti civili, caso Rosenberg) senza poi approfondirne i temi. A mio avviso, quei riferimenti servivano solo per contestualizzare meglio la storia e per entrare nei pensieri di Pearlie, vedere la caccia alle streghe e percepire la paura collettiva attraverso i suoi occhi.
Per tre quarti del libro ho rimpianto di averlo preso in prestito: non ho potuto annotare, sottolineare, mettere le mie freccette. Toccherà comprarne una copia per me.

Una delle tante citazioni che avrei voluto sottolineare:
Voi che cosa volete dalla vita? Sapete dirlo? Io allora non lo sapevo, neanche quando Buzz Drumer è venuto a chiedermelo. Ma qualcosa dentro di noi deve saperlo, e credo sia quello che ho visto quel giorno sulla faccia di Holland. Sembrava alla rovescia, con tutti i desideri e i sogni segreti della giovinezza in bella mostra sulla pelle, come un guanto rivoltato. Per un istante ho visto quello che voleva.

L’ho letto perché… questa signora qui dà spesso suggerimenti di lettura interessanti.




traduzione di Giuseppina Oneto, Adelphi.

4 commenti:

  1. Non basterebbe un'enciclopedia per descrivere le varianti dell'amore, che sono infinite...

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  2. Sentimento comune...il libro acquistato per se', dopo averlo preso o avuto in prestito. Le freccette non le metto, anche se ammetto che fanno molto da libro vissuto, ma in compenso nelle prime pagine dei miei gialli alcuni post it con riferimento alle pagine, mi aiutano, in seguito, per ritrovare una certa frase, alcune situazioni o dettagli dei personaggi. Mai provato coi post it ?!

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    1. Qualche volta sì ma è più forte di me! Sento irrefrenabile l’esigenza di sottolineare (a volte addirittura con matite colorate --orrore!!--) e lasciare note a margine o sul frontespizio.
      Libri vissutissimi.

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