L’ho guardato; soppesato; mi sono
chiesta se veramente volessi trascorrere una decina di giorni nell’immaginaria
New Prospect, nei sobborghi di Chicago, agli inizi degli anni Settanta con la
famiglia Hildebrandt. Ho poggiato il volume sulla consistente pila accatastata
in libreria e ho girellato per un po’, prendendo un romanzo dietro l’altro.
Nulla che mi convincesse. È stato definito l’evento letterario del 2021. Checché
ne dicano, non sarà mai paragonabile a Le
correzioni, ma è pur sempre Jonathan Franzen. Alla fine, sono uscita dalla
libreria con queste 630 pagine, copertina rigida, in borsa.
Non è Le correzioni, ma io ho ritrovato lo stesso Franzen capace di
prendermi e di trascinarmi nella sua storia senza voler fare o leggere altro
per giorni; in sintesi, ho trascorso le mie ferie natalizie tra la comunità di
Crossroads e la casa della famiglia Hildebrandt, ammirando l’ironia di Marion,
irritandomi con Becky, chiedendo a Clem di non essere così rigido con sé
stesso. Una famiglia ordinaria, guidata dal pastore protestante Russell, un
uomo ancorato al passato, ai suoi dischi di musica blues e a una vecchia giacca
di montone che gli ricorda l’epoca in cui era un ragazzo vigoroso e puro. Da
buon mennonita, predica la correttezza e l’integrità, ma è troppo fulminato
dalla giovane parrocchiana Frances Cottrell per rendersi conto dei cambiamenti
che imperversano nella sua famiglia. A quanto pare, Marion non è più la moglie
remissiva e accondiscendente che ha sposato. Ma Russ ha mai conosciuto veramente
la donna che ha sposato? E può davvero dire di conoscere i suoi quattro figli?
Crossroads (edito da Einaudi e tradotto in italiano, come tutte le opere di Franzen, da Silvia Pareschi) è molte cose: è un romanzo sui complessi meccanismi che tengono insieme o disgregano una famiglia; è un romanzo in cui tutti i personaggi cercano qualcosa in cui credere ma finiscono col nascondersi dietro al mito del cattolicesimo e della fede in Dio per giustificare i tanti sensi di colpa e le scelte di vita di cui non sono felici. Giunti a un incrocio, i personaggi di Crossroads sembrano sempre scegliere la strada che li farà retrocedere.
Pensavo fosse anche un romanzo incentrato
sul rapporto che ciascun individuo ha con la religione e con la fede, ma poi ho
letto un’intervista di Franzen in cui afferma che la religione occupa un ruolo
marginale nella storia. “È quasi un caso che questo sia un romanzo sulla fede,
diciamo che rappresenta l’1% del libro”. È tuttavia indiscutibile il fatto che il
gruppo giovanile cristiano Crossroads (fulcro del romanzo) rifletta la comunità
religiosa di cui ha fatto parte lo stesso Franzen da giovane; una realtà che lo
scrittore conosce bene, pur ribadendo il suo essere ateo. “Nel romanzo non
faccio satira della fede, non guardo dall’alto in basso chi crede, cerco solo
di calarmi in quel mondo”.
Al di là delle affermazioni di
Franzen, devo ammettere che alcuni dialoghi, alcune riflessioni sul peccato,
sul tormento dei credenti e sul mettere alla prova la propria fede mi sono
sembrati eccessivi e poco verosimili. Stando alle parole dello scrittore, la
religione è solo un mito, uno dei tre miti che esplorerà nella trilogia A key to all Mythologies, di cui Crossroads costituisce il primo volume.
E forse una delle cose che più mi ha lasciata interdetta è stata proprio la
parte finale del romanzo. Che di fatto non finisce, perché Franzen lascia presagire
che la storia continuerà. Con gli stessi protagonisti? Resteremo nel Midwest
degli anni 70? Quale sarà questa volta il mito su cui si concentrerà lo
scrittore?
Non so se sia la migliore
pubblicazione del 2021 come è stato detto e scritto da molti; so che la mia
esperienza di lettura è stata piacevole e totalizzante.
ce l'ho anche io in libreria e sarà la mia prossima lettura.
RispondiEliminaIo di Franzen ho solo letto purity e mi era piaciuto tantissimo
Grazie per il tuo suggerimento. Di Franzen avevo letto (e riletto a distanza di qualche anno) solo Le correzioni e qualche articolo pubblicato su giornali vari. Probabilmente, più in là, recupererò anch’io i suoi romanzi precedenti. Ovviamente, passerò da te per sapere se Crossroads ti abbia convinto.
EliminaCe lo avevo in casa quando ho scoperto di essere positiva e ne ho letto una ventina di pagine... ma poi mi sono resa conto di avere bisogno di qualcosa di molto leggero e ho lasciato perdere. Lettura posticipata a tempi migliori.
EliminaCiao Fede! Mi auguro tu stia bene e stia vivendo questo periodo nel modo più asintomatico possibile. Concentrarsi sulla lettura in questi ultimi tempi è sempre più complicato. Speriamo arrivino davvero giorni migliori.
EliminaUn abbraccio.
Dopo un mese di sosta causa studio lo riprendo in mano oggi, ci riaggiorniamo
RispondiEliminaBrava l’Amanda che, tra un racconto e l’altro, non smette mai di sgobbare!
EliminaSono curiosa di sapere se ti piacerà. Buona lettura.
Buon compleanno Baba!
RispondiEliminaGrazie di cuore! Una memoria prodigiosa!
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