Ho
scoperto di avere una serie di preconcetti difficili da accantonare. Dico
davvero. Non posso leggere più libri contemporaneamente, i libri per ragazzi
non fanno per me, graphic novel giammai, booktuber vade retro…
Non
che avessi letto chissà quanta narrativa per ragazzi e graphic novel prima
di decidere di starne alla larga. Né avevo esplorato i numerosi canali YouTube in
cui si parla di libri, prima di decidere di snobbarli. Li snobbavo e basta.
Nel
famigerato periodo del lockdown, cercando idee in rete, ho iniziato a
guardare qualche video dei bookinfluencer più seguiti in Italia (tema su
cui, a periodi alterni, si torna a fare sterile polemica). Snervanti. Mi sono
anche chiesta come riuscissero a pagare l’affitto con quel lavoro lì.
Poi, però, ho scoperto i canali di persone più normali. Gente che nella vita fa altro, ma che ha una gran passione per la lettura e ne parla su YouTube con spontaneità, senza troppi fronzoli, affiliazioni, marketing spinto. Quello che in fondo faccio io su questo blog. Ma loro ci mettono anche la faccia.
Da mesi, seguo con piacere i canali di quattro ragazze molto diverse l’una dall’altra, dai gusti eterogenei e spesso diversi dai miei. Eppure, riescono sempre ad incuriosirmi. È stato l’entusiasmo di Laura - La libreria dietro l’angolo - a farmi acquistare d’impulso Là dove finisce la terra. Io che fino a dieci giorni fa possedevo solo uno straordinario graphic novel (dalle illustrazioni magnifiche), regalatomi da un caro amico, e nient’altro, ho scoperto improvvisamente un nuovo mondo meraviglioso.
Per
la neofita, il primo problema è stato: ma graphic novel è maschile o
femminile?
Vi
lascio all’articolata riflessione dell’Accademia della Crusca. Dal punto di
vista linguistico, sarebbe preferibile l’opzione maschile (perché novel
significa romanzo), però l’espressione è largamente utilizzata al femminile. Insomma,
fate voi. Io opto per il maschile.
I miei sciocchi pregiudizi avevano offuscato le potenzialità e la versatilità della forma graphic novel: le illustrazioni possono raccontare un periodo storico, un contesto politico, uno scenario di guerra, episodi di stretta attualità. Possono anche trattare temi divertenti e d’intrattenimento. Ma non esclusivamente quelli. Grande scoperta, direte voi, che vi siete innamorati del graphic novel sin dai tempi di Persepolis. Ma io vivevo nell’ignoranza e, da un rapido sondaggio, ho capito di non esser la sola.
Fine
della premessa.
Ascolto
Laura. Si spertica in lodi per questo gioiellino che è Là dove finisce la terra. “Se non conoscete la storia del Cile, dal dopoguerra all’elezione di
Salvador Allende, non potete lasciarvelo sfuggire”.
Mumble
mumble.
Il
libro è pubblicato in Italia da add editore, casa editrice torinese dal
catalogo interessante per l’attenzione ai temi di attualità, all’Asia, alle
biografie. Ho già acquistato e letto altro pubblicato da loro. C’è da fidarsi.
Ordino
direttamente sul sito della casa editrice (5% di sconto e spedizione gratuita
con corriere espresso). Leggo il libro in un weekend di pioggia e so di dover
ringraziare Laura.
Pedro Atías, figlio dello scrittore socialista Guillermo Atías, nasce in Cile, a Santiago, nel 1948. Suo nonno, Antonio Atías, aveva lasciato il Libano agli inizi del Novecento, alla ricerca di una vita migliore e aveva messo radici Là dove finisce la terra.
Pedro
cresce in una famiglia che crede nel cambiamento, negli ideali democratici e
nelle idee del partito socialista; una famiglia che non tollera l’egemonia
statunitense sui paesi dell’America Latina e che guarda con simpatia alla Cuba
di Fidel.
Pedro
è un idealista (una bella parola, piena di idee e ideali), ama la letteratura,
la musica, il teatro; è tra i fondatori di una compagnia teatrale che mette in
scena opere d’avanguardia. Siamo ancora in piena guerra fredda, ma il Cile è
stanco dei governi di destra che, quando non governano direttamente, lo fanno
attraverso esponenti di una finta Democrazia cristiana. Il Cile è pronto al
cambiamento. E, nel settembre del 1970, a vincere le elezioni è il socialista
Salvador Allende.
“Una
vittoria di mille giorni.
Mille
giorni belli come una tempesta in mare”.
Tre
anni dopo cambierà tutto. Poi, per Pedro, arriverà l’esilio in Francia. Altri anni
dopo ancora, nel 2013, arriverà l’incontro tra Pedro Atías, Désirée Frappier
(scrittrice) e Alain Frappier (disegnatore). Da quella serata di Capodanno
nascerà un’amicizia e questo graphic novel, a cui farà seguito un
secondo volume (Il tempo degli umili, Cile 1970 – 1973, in
preparazione).
In
Là dove finisce la terra c’è la storia di Pedro e della sua famiglia,
c’è un pezzo di storia del Cile, inevitabilmente collegato ad un pezzo di
storia contemporanea mondiale. Perché dal 900 in poi è impossibile raccontare
la storia di un paese isolandolo dallo scenario internazionale.
Illustrazioni
in bianco e nero di grande impatto (il nero delle ultimissime pagine è
indelebile). Il libro mi è piaciuto moltissimo. L'avevo già detto?
Qui
trovate le impressioni di Federica (non c’eravamo messe d’accordo. Ma Federica ha
una naturale inclinazione verso L’America Latina. Non poteva sfuggirle questo
titolo!).
Ancora grazie per avermelo suggerito. È stato molto apprezzato da chi l'ha ricevuto in dono. Credo diventerò assidua cliente di Add.
RispondiEliminaÈ tornato?
EliminaAh, son proprio felice del fatto che abbia apprezzato!
Nella pila dei libri da smaltire, ho ripescato due libretti editi da una micro casa editrice, scritti da due autrici cilene. Penso che ne parlerò presto. Alla fin fine, sebbene nel corso degli anni abbia acquistato troppo, le scelte non si stanno rivelando così sconsiderate…
Che cosa strana che abbiamo letto un libro non particolarmente sponsorizzato e che non è neanche una super novità nello stesso periodo!
RispondiEliminaGrazie per il tag!
Io avevo così tanti pregiudizi sulle graphic novel (a me viene naturale al femminile) che non ho nemmeno mai letto persepolis, ma giuro di voler rimediare!
Mia cara, tu non ci crederai ma prima che entrassi nel mood Cile (ora sono in mood mooolto Cile), avevo sulla scrivania Potere alle parole (di cui ho letto già diverse pagine). Quando ho visto il tuo post riepilogativo delle letture del mese scorso, mi è sembrata una coincidenza pazzesca. Stessa lunghezza d’onda. Incredibile.
EliminaTi ho pensata: ho appena finito un'altra graphic novel che racconta il Ciel dal 1970 al 1973.
EliminaSto scrivendo adesso la recensione, ma ti anticipo che si intitola Gli anni di Allende (edicola ediciones) e merita :)
Federica: Aspetto di leggerti allora! Intanto, per dire delle curiose coincidenze tra noi due, ti anticipo che il mese scorso ho letto C’era una volta un passero (Alejandra Costamagna – Edicola ed.) e che avevo messo sul comodino Chilean electric (Nona Fernandez, sempre Edicola ed.)…
EliminaSono un tantino sottopressione per una scadenza impegnativa e non riesco a trovare il momento e lo spirito giusto per scrivere un post ma anche questi due libretti meritano!
Chilean electric l'avevo letto anche io...
EliminaAspetto invece di sapere se consigli C'era una volta un passero!