mercoledì 4 settembre 2019

A piedi tra i laghi del Salisburghese - Bad Ischl e il tempo che fu



Lasciamo le rive del Wolfgangsee per dirigerci verso Strobl e, da lì, prendere un autobus per Bad Ischl. Il cielo è grigio, il profumo del sottobosco è reso più intenso dalla pioggia caduta durante la notte.
Il coniuge non riesce a transigere sulle coperture d’amianto che riparano la legna già pronta per l’inverno. Io favoleggio su Bad Ischl. Avrà conservato l’atmosfera che ammaliò Sissi e che tanto piaceva a Francesco Giuseppe? Terme e verde. 
Luogo magico o la decadenza di una Montecatini austriaca?
La seconda.
Bad Ischl - Foto del coniuge

La città ancora oggi vorrebbe far rivivere i bei tempi della Kaiservilla, quelli in cui l’imperatore si dilettava nelle lunghe battute di caccia mentre l’imperatrice sudava per conservare la famigerata forma fisica. È qui che Francesco Giuseppe, nel luglio del 1914, siglò la dichiarazione di guerra alla Serbia, che avrebbe portato allo scoppio della Prima guerra mondiale. Nello studio dell’imperatore è rimasto tutto immutato (ovviamente, i documenti esposti sono copie) e la visita alla villa merita. Anche se…
Anche se, va detto, è organizzata malino. Si paga per una visita guidata (non è possibile visitarla individualmente) e, come da indicazione, si attende l’orario del proprio turno; peccato che a godere della guida sia solo chi parla tedesco. A tutti gli altri, invece, viene messo un foglietto in mano con scarne indicazioni nelle rispettive lingue di provenienza e via.       

Francesco Giuseppe donò la villa alla figlia, Maria Valeria, innamorata del luogo, che vi trascorse gran parte della vita. Attualmente la villa è di proprietà dell’arciduca Marco d’Asburgo Lorena (nipote di Maria Valeria) che ne ha deciso l’apertura al pubblico.

Bookcrossing imperiale

Sebbene Bad Ischl sia il centro più grande tra quelli toccati finora e, apparentemente, il più noto, manca la vivacità e l’allegria dei borghi in cui abbiamo pernottato. A due passi dallo storico Cafè Zauner (il caffè è pessimo ma le torte e il cioccolato sono strepitosi), c’è una piccola libreria. Vado a curiosare. Quali sono gli italiani contemporanei presenti tra gli scaffali?
Molto Camilleri (di cui in un manifestino si ricorda la recente scomparsa), Carofiglio, l’immancabile Elena Ferrante e Domenico Dara (??).



È un luogo malinconico Bad Ischl; prova a mantenere la compostezza e l’incedere regale di un tempo ma non inganna nessuno.


Partiamo da Bad Ischl con un cielo buio e nebbioso, neanche fosse autunno inoltrato. Visibilità pari a zero; scartiamo l’opzione percorso lungo ma panoramico. Neppure oggi correremo il rischio insolazione.
Optiamo per un sentiero piatto che in poche ore ci condurrà a Bad Goisern. Arriviamo bagnati e infreddoliti. Solo un apfelstrudel potrà salvarci. E l’apfelstrudel del Cafè bäckerei Maislinger rischia di vincere il contest (per dirla come se avessi 18 anni) 2019. Un viaggetto con il coniuge senza una competizione gastronomica che viaggetto è? Visto il contesto, abbiamo deciso di sacrificarci mangiando un apfelstrudel al dì in luoghi diversi. Liscio, senza panna, gelato o intingoli vari. Siamo giudici severi: fino ad oggi nessun dolce ha superato il 7, ma quello di Bad Goisern l’ha ottenuto in pieno.
Rinfrancati da tanta bontà, prendiamo il treno alla volta di Hallstatt.

8 commenti:

  1. Che bello. A Salisburgo mio zio materno, trombettista e venditore di dolci, acquistò la sua migliore tromba che poi gli hanno messo nella bara.

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    1. Quest'idea di portar con sé le passioni di una vita, m'ha sempre affascinato. Nella bara del mio amatissimo nonno paterno, mia madre volle metter un mazzo di carte napoletane, le compagne predilette delle lunghe sere invernali. Quanto mi manca mio nonno.

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  2. Sarò nel salisburghese lunedì ti inseguo 😁

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    1. In questo caso, ho scritto un'altra puntata per te!

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  3. Alla luce delle sensazioni tue in questo post, sarebbe interessante paragonare come i vari popoli si pongono nei confronti delle loro "grandeur" storiche. La personale impressione sugli Austriaci è che la "vivano" in modo "scorbutico".
    Nel loro caso, la parola nostalgia (Heimweh), formata dall'unione di Heim (casa) e Weh (dolore, ferita), diventerebbe senza molta fatica "Heimatweh (nostalgia della patria), se non addirittura Imperiumweh (che tuttavia non esiste).

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    1. La tue competenze linguistiche mi lasciano sempre speechless. Neanche puoi immaginare la frustrazione di fronte a cartelli incomprensibili. In compenso, però, mi sono lanciata in suggestive traduzioni di dialoghi rubati che hanno fatto stramazzare il coniuge dal ridere.

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  4. anche io vado per librerie nelle città straniere. sono appena tornata da Barcellona e credo abbiano appena tradotto Resto qui di Balzano perché ho visto parecchia pubblicità!

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    1. Oh, questo Resto qui mi perseguita. Mi sa che devo leggerlo (sì, lo so, te l'ho già detto. Però vedi che ritorna!!)

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