Era
un sabato di settembre del 2016, era il mio primo festival della letteratura di
Mantova ed io mi aggiravo tra i banchetti dei libri usati, più per riflettere
su quanto ascoltato che per acquistare libri. Mi colpì questa copia apparentemente
mai sfogliata, foderata con cura (c’è ancora qualcuno che fodera i libri?) de Il commesso di Bernard Malamud. 5 euro.
Di
Bernard Malamud, scrittore ebreo americano, premio Pulitzer nel 1967, non
sapevo granché; da qualche anno Minimum fax aveva iniziato a ripubblicarlo in
Italia e, più di recente, i Meridiani Mondadori avevano dedicato due volumi ai
romanzi e ai racconti dello scrittore; ricordavo d’aver letto un articolo interessante di Luca Briasco e uno dell’americanista Paolo Simonetti che
mi avevano incuriosito. Abbastanza per tirar fuori i miei 5 euro e infilare il libro nello zaino.
Il
commesso ha subito un paio di traslochi prima
di essere impilato nella sezione “da leggere” della mia attuale libreria, per
poi finire nella programmazione delle letture da condividere con il gruppo di
lettura della biblioteca. Quando l’ho proposto, il mese scorso, m’aspettavo che
qualcuno dicesse “sarà una rilettura”. Invece non lo conosceva nessuno.
L’altra
sera sono entrata nella bottega di Morris Bober; lui era nel retrobottega, probabilmente
stavo sfogliando un giornale. Il Forward, potrei giurarci. O forse un
giornale yiddish del giorno prima. Ho salutato senza alzar troppo il tono della
voce; il bancone consunto, la luce fioca, il silenzio mi fanno sempre temere
che il mio ingresso sia un elemento di disturbo più che una fonte di guadagno. Ho
sentito il cigolio del divano e il grembiule di Morris è uscito dall’ombra. Ho preso
i miei due panini, qualche fetta di prosciutto e un pacchetto di tovaglioli di
carta. Non che ci sia tanta scelta da Morris e i prezzi non sono così
convenienti. Ma non so resistere al sorriso affabile di quest’uomo, troppo buono
per poter fare affari, uno che si arrabatta da trent’anni in un quartiere di
poveracci, dalla fuga dai pogrom del paese natio al sogno
americano.
Troppo onesto per poter far fortuna a Manhattan, troppo malinconico
per poter rallegrare la tua giornata, troppo fiducioso nel prossimo per non
farsi fregare. Ida, sua moglie, sta urlando qualcosa dal piano di sopra. Si
lamenterà del fatto che gli incassi scemano e che suo marito non si decide a
mettere in vendita questa botteguccia.
Morris ora ha un aiutante, Frank,
origini italiane, un altro sfigato che nella vita ha scelto costantemente la
strada sbagliata. Non vuole fare il commesso per sempre, sostiene di avere
troppa immaginazione per potersi chiudere in una drogheria, di un ebreo per
giunta. Sta solo prendendo fiato, per poi lanciarsi in nuovi e più ambiziosi progetti. Qualche furtarello. O si è semplicemente invaghito di Helen Bober,
così carina mentre torna dal lavoro o dalla biblioteca con un libro
sottobraccio, quasi a volersi proteggere dal mondo circostante. Poco
conta che la mamma le gridi dietro frasi per nulla gentili, ricordandole che ha
già ventitré anni, che deve pensare a prender marito, un buon partito che risollevi
le sorti della famiglia. Altro che chiudersi in camera con un libro.
«Si
diventa ricchi a legger libri?»
Niente affatto. E poi, perché continuare a sprecar tempo con i romanzi? Anche oggi,
per dire, luglio 2019, dintorni di Roma, perché trascorrere una serata con Il commesso anziché farsi
un selfie, in un locale trendy, con una birra in mano?
Questa
la so. La risposta me l’ha suggerita Helen, parlando di Dostoevskij (ma non so
se sia la risposta corretta).
Frank
le chiese che libro stesse leggendo.
«L’idiota.
Lo conosce?»
«No. Che roba è?»
«È un romanzo».
«Preferisco leggere la verità».
«È la verità», disse Helen.
La
prossima settimana scoprirò cosa ne pensa il gruppo di lettura.
Bernard Malamud, Il commesso (The Assistant), traduzione di Giancarlo
Buzzi, Minimum fax. La mia edizione è del 2013.
Questo genere di sfigati mi garba
RispondiEliminaCi lasciamo intenerire facilmente noi due.
EliminaGrande romanzo, penso che il gruppo di lettura apprezzerà! :)
RispondiEliminaQuesto gruppo è molto esigente (ed altrettanto stimolante): ha bocciato autori che, ohmioddio, non potete farmi questo! Quindi, Cri, sono molto curiosa.
EliminaNell'attesa, sto leggendo Gli inquilini. Stesso autore, stile totalmente diverso (ma ho letto poche paginette per potermi pronunciare).
Appena finito di rileggere e l'ho ritrovato davvero bello.
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