giovedì 20 giugno 2019

L’assassino timido – Clara Usón


«I suicidi sono omicidi timidi. Masochismo invece che sadismo», annotò Pavese nel suo diario; mi prendo la libertà di correggerlo: il suicida cerca la morte, agisce con premeditazione e malafede e quindi è un assassino pauroso, un assassino timido.
Camus lasciò scritto: «Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena d’esser vissuta è rispondere al quesito fondamentale della filosofia. Il resto – se il mondo abbia tre dimensioni o se lo spirito abbia nove o dodici categorie – viene dopo».
 
La mia copia
Ho iniziato a leggere L’assassino timido della spagnola Clara Usón con l’idea che sarei entrata nella breve vita dell’attrice Sandra Mozarovski e avrei scoperto le ragioni della sua misteriosa morte. Occhi verdi, labbra piene, capelli folti, sguardo assente. Nella foto scelta per la copertina del libro, Sandra non fa pensare ad un’attrice di destape (spogliarello), i film erotici autorizzati dal Generalissimo negli ultimi anni del regime. Pellicole in cui, dopo dieci secondi dall’apparizione sullo schermo, la protagonista femminile di turno apre la camicetta lasciando scoperto il seno. Tette sì ma un pene mai, perché sarebbe stato libertinaggio, ci avverte la Usón, “e bisognava fare attenzione a non confondere la libertà con il libertinaggio”. Eppure, dopo anni di privazioni, gli spagnoli videro nelle concessioni cinematografiche di Franco una promessa di democrazia e libertà; pazienza, poi, se scioperi e manifestazioni nelle strade continuavano ad essere repressi con la violenza.
Il 14 settembre del 1977, la diciottenne Sandra Mozarovski muore a seguito di una caduta dal balcone della casa di Madrid. Caduta avvenuta in piena notte, mentre la ragazza innaffia le piante e, sebbene i genitori siano in casa, nessuno si accorge di nulla (tant’è che non saranno i genitori della ragazza a portarla in ospedale). Una caduta accidentale? Un salto? Pare che la bella Sandra avesse una relazione con il re Juan Carlos; pare fosse addirittura incinta.
Pensavo che scopo della Usón, nel corso della narrazione, fosse quello di spazzare via tutti questi “pare”, ricostruendo cosa accadde davvero nella vita di Sandra. Invece sono andata ad infilarmi in un romanzo che parla di famiglia, della condizione di sottomissione in cui vennero relegate le donne durante il franchismo, dell’ebrezza delle generazioni successive che, negli anni '80, vollero provare di tutto per allontanarsi da quei genitori che avevano abbassato la testa, accettando un regime che li aveva privati di qualsiasi libertà.
“Volevamo essere moderni, volevamo essere europei ma la vita ci ha presi alla sprovvista, alternando i funerali dei nostri amici a quella dei nostri nonni”.
Pensavo che la protagonista del romanzo fosse quella ragazza dallo sguardo indecifrabile raffigurata in copertina, invece a farla da padrone è l’irrequietezza della Spagna negli anni '80, il disagio, la ricerca di un leader che indichi la via da seguire. Molti coetanei di Clara Usón, negli anni successivi al franchismo, scorsero la libertà nell’alcol e nella droga; la Usón scelse come leader indiscusso le benzodiazepine.
La scrittura della Usón è irriverente: ironizza su Wittgenstein, si prende gioco dei reali di Spagna, è implacabile persino sui suoi (dell’autrice) sette tentativi di suicidio, facendo interpretare un film sulla sua vita da Sandra Mozarovski. È impietosa, Clara, quando descrive il rapporto con sua madre, anche se è proprio nel tratteggiare la figura materna che la scrittrice dà il meglio di sé.
Un romanzo che racchiude tante storie e forse il mio racconto vi sarà sembrato incongruente ma, chiuso il libro, tutto torna. Incluso il perché della citazione di Pavese posta in esergo:
“Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno.
Ricordare una cosa significa vederla - ora soltanto - per la prima volta”.
       
Clara Usón, L’assassino timido, traduzione dallo spagnolo di Silvia Sichel, Sellerio, 2019.

6 commenti:

  1. Risposte
    1. è che tu sei troppo curiosa!!
      Mi dicono sia molto bello "La figlia" che, a questo punto, leggerò. Una bella penna con un'ottima traduzione italiana.

      Elimina
  2. Certo che deve avere molteplici chiavi di lettura interessanti. Ne avevo letto positivamente, ora però ne ho la certezza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riponi troppa fiducia in me! Ne riparleremo dopo che l'avrai letto.

      Elimina
  3. Questo non l'ho letto ma La figlia è veramente un bellissimo romanzo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco un altro lettore fidato e affidabile che parla bene de La figlia. Vedi?
      Mi toccherà proprio leggerlo...

      Elimina

Il tuo commento sarà visibile dopo l'approvazione.