Da non ciclista ci sono delle cose a cui non ho mai pensato,
tipo al divieto di usare il cellulare mentre si pedala. In Alto Adige è vietato;
e siccome gli altoatesini sono persone educate, vietano ma ringraziano per il
contributo che dai a favore della sicurezza stradale. In barba al codice della strada, però, ho appreso che si può
pedalare e contemporaneamente mangiare una brioche o fumare una sigaretta. Abilità
che non ho avuto il coraggio di testare, io che non riesco neppure a bere pedalando.
Prima di partire, un amico mi disse che mi sarei annoiata in
mezzo a tutti quei meleti. L’amico non sapeva che i frutteti sono pericolosi
luoghi di perdizione, non a caso sono disseminati di cartelli in cui si
ammonisce che il furto di mele costituisce reato.
E qui è dove il coniuge, stanco di sentire la litania della
moglie – Uh!, guarda che belle mele! Mature al punto giusto – commise il reato.
Ben due mele rosse.
In compenso, però, siam tornati a casa senza lordare alcun giardino.
In compenso, però, siam tornati a casa senza lordare alcun giardino.
È vero: abbiamo fotografato tanti divieti e c’abbiamo scherzato
su parecchio. Invidia. Invidia nel vedere luoghi così verdi, cittadine senza
cumuli di rifiuti, auto che si fermano in prossimità delle strisce pedonali,
capotreni che verificano la perfetta chiusura delle porte molto prima che il
treno parta (lì, poi, mi sono commossa). Piccoli gesti di civiltà che forse
dovrebbero essere normali, ma a me sembrano sempre eventi straordinari.
Per arrivare a Merano da Bolzano c’erano state fornite due
opzioni: la ciclabile dell’Adige (corta, pianeggiante e ben segnalata) o un
percorso che attraversa i paesini. Quindi, perché limitarsi a 35 chilometri
pianeggianti quando ne puoi fare una cinquantina, perdendoti a destra e manca?
Non è un caso che Merano venga definita la perla dell’Alto Adige.
Basta fermarsi qualche minuto su uno dei ponti che attraversano il Passirio per
innamorarsene.
A dimensione d'uomo, circondata dai monti, mescola il fascino del passato (meraviglioso il Ponte romano, si torna indietro nel tempo percorrendo i giardini di Sissi, le passeggiate Gilf e Tappeneir) con il moderno concetto di wellness. Non ho sperimentato le terme (sigh!), ma dall’esterno l’hotel Terme non ha il sapore malinconico dei soggiorni dell’epoca di Sissi. Tutt’altro.
A dimensione d'uomo, circondata dai monti, mescola il fascino del passato (meraviglioso il Ponte romano, si torna indietro nel tempo percorrendo i giardini di Sissi, le passeggiate Gilf e Tappeneir) con il moderno concetto di wellness. Non ho sperimentato le terme (sigh!), ma dall’esterno l’hotel Terme non ha il sapore malinconico dei soggiorni dell’epoca di Sissi. Tutt’altro.
Forse è quel verde, quell’acqua, quel cielo azzurro a
rendere così allegre le persone che passeggiano leccando un gelato (no, non
buoni come quelli di Bressanone). O probabilmente, come suggerisce il coniuge, è
la presenza della birra Forst a
mettere di buonumore. Non siamo andati a visitare lo stabilimento, ma non s’è
potuto fare a meno di cenare alla Forsterbraü, luogo in cui ordinare acqua è
commettere sacrilegio. E dopo un ottimo pasto, non riuscendo a star lontana
dalle biblioteche neppure in vacanza, siamo andati all'incontro con Marcello Fois, organizzato dalla
Biblioteca civica di Merano.
La Val Venosta
La pedalata in Val Venosta, da Malles a Merano, è da set
cinematografico. Lasciandosi alle spalle Malles ci si trova immersi nel verde,
qualche campanile che spunta in lontananza, i resti dello sbarramento militare
facenti parte del Vallo Alpino, l’Adige e l’inevitabile sosta dinanzi alle mura
fortificate di Glorenza, il comune
più piccino dell’Alto Adige. Un caffè in Piazza del Mercato mentre un mini
trattore, con balla di fieno al seguito, attraversa la città. Uno di quei borghi
il cui fascino è racchiuso tra i torrioni difensivi, le facciate delle case padronali
e i portici del XIII secolo. Una magia che le parole non riescono a spiegare.
Il tour nel regno delle mele e dello yogurt non poteva che
concludersi a Vipiteno. Appena il
tempo di una fetta di strudel circondati dalle casette colorate e arriva la
pioggia.
Percorriamo i chilometri che ci riportano a Bressanone senza ulteriori soste ma va bene ugualmente: mi sarebbe dispiaciuto tornar a casa senza aver sperimentato l’ebrezza del cielo scuro e l’assenza di una qualsiasi forma di riparo.
Percorriamo i chilometri che ci riportano a Bressanone senza ulteriori soste ma va bene ugualmente: mi sarebbe dispiaciuto tornar a casa senza aver sperimentato l’ebrezza del cielo scuro e l’assenza di una qualsiasi forma di riparo.
La Baba riflette:
L’Alto Adige non è il Trentino. Una banalità per chi conosce
bene il territorio, ma non per me, che per anni mi son ostinata a dire “Trentino”
pensando fosse un tutt’uno. Mi stupisce essere in Italia e vedere le
indicazioni riportate prima in tedesco e poi in italiano; arrivare in hotel ed
essere salutata in tedesco da una fanciulla che si scusa per non conoscere bene
l’italiano (e non lo conosce affatto, visto che dopo un po’, per farsi capire,
inizia a parlare in inglese). Mi stupisce esser in Italia e non sentirmi in
Italia. Non è una critica, solo un dato di fatto. Alla fine di questa settimana
mi è capitato di dire: “Pensa che bello se anche in Italia ci fosse la stessa
abitudine nel…” e vedere il coniuge con gli occhi al cielo. “Guarda che ci sei
già in Italia”.
Ho scoperto un nuovo modo di viaggiare. Mi sono stupita nell’ascoltare
una coppia di australiani (molto più anziani della sottoscritta) al loro
undicesimo viaggio in Europa: Francia in bici, Danubio in bici, Olanda in bici,
Croazia in bici… Non c’è un altro modo per visitare l’Europa.
Abbazia di Novacella |
Forse hanno ragione loro.
A Merano abbiamo dormito all’Hotel Flora. Stanza con vista sul Passirio. Estremamente
rilassante.
Se hai deciso di uscire dal tunnel della birra, non fermarti a
Merano: la Forst ti perseguita. Cenare alla Fortsterbraü dopo una giornata in bici è un piacere a cui potresti anche
rinunciare. Ma sarebbe un peccato.
Dunque è proprio così: in Alto Adige l'italiano non si parla (non si pensa) in italiano. Stessa tua sensazione:)
RispondiElimina(hai pedalato anche sotto la pioggia?)
Ho pedalato anche sotto la pioggia, ma era poca roba. Qualche goccia, niente di eroico.
EliminaA Forst però bisogna cenare nel ristorante interno e non nel biergarten perché la cucina interna è nettamente superiore. Ci sono birrifici artigianali per esempio a
RispondiEliminaLana con birre più corpose e gustosr della Forst.
A 70 dalla fine della guerra e vivendo lì parte del mio tempo posso affermare che l'Alto Adige/Südtirol ha perso la sua chance di essere una regione bilingue, i bimbi altoatesini, che in Europa avrebbero potuto avere una marcia in più sono, per ragioni politiche, a volte perfino svantaggiati rispetto al resto dei coetanei italiani
Infatti è colpa mia: avrei dovuto chiederti un paio di consigli, perbacco! Il prepartenza è stato piuttosto caotico per problemi lavorativi (quando mai!) e non mi sono informata a dovere. Niente, mi toccherà tornare per portare il coniuge a Lana. Non vedo altre soluzioni.
EliminaMolto interessante ciò che dici rispetto al bilinguismo. Da visitatore occasionale si ha una rappresentazione parziale della realtà e non si pensa all’occasione mancata ma a quella sorta di rifiuto nel voler abbracciare entrambe le culture. La realtà è sempre più complessa della sensazione che si porta a casa da un breve viaggio. Una ragione in più per approfondire e tornare.
Eh niente. Vorrei pormi politicamente corretta e stare sul vago, ma non mi viene.
RispondiEliminaPer costituzione e tempra, pur essendo da generazioni nordica nordica (confino con Austria e Slovenia), mal tollero questo tendere alla perfezione. E lo vedi pure nella loro urbanistica/architettura che sognano di costruire città di Lego dagli incroci a perpendicolo.
Mi sento decisamente più sicula, se mai dovessi scegliere...
La nordica sicula mi mancava! Vedo già una coppia perfetta con il mio caro amico siculo nordico, montanaro appassionato.
EliminaIo mal tollero la disorganizzazione e la pessima gestione di Roma e comuni limitrofi (non è un luogo comune, è proprio così). Quindi, dovendo/potendo scegliere, preferirei tendere al perfezionismo, sebbene mi preoccupino le perversioni che il perfezionismo nasconde.
Brava. Perversioni. Che parola perfetta.
EliminaNon eri esattamente lì, ma visto che hai parlato di mele e di tutela ambientale ti segnalo questo:
RispondiEliminahttp://www.italiafruit.net/28764/In_Diretta_da/La_mela..._nella_roccia%3A_10_mila_tonnellate_nella_montagna_trentina_%5BFOTO%5D_
Hai scritto a meraviglia dei miei luoghi del cuore... Tornerò a trovarti nel blog!
RispondiEliminaQuando si scrive di luoghi altrui, si ha sempre il sacro terrore di pigiare sull'icona "pubblica". Metti che la visione del visitatore sia troppo distante dalla realtà? Metti che la percezione raccolta pedalando venga totalmente smentita da chi conosce bene quelle terre? Poi leggo il tuo commento e tiro un sospiro di sollievo. Sono luoghi meravigliosi: si resta conquistati.
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