mercoledì 16 dicembre 2015

Gli anni, Annie Ernaux

L’astuccio di plastica, le scarpe con le suole di gomma, l’orologio d’oro. Avevamo il tempo di desiderare le cose. Possederle non deludeva mai. Le si offrivano agli sguardi e all'ammirazione altrui. Custodivano un mistero e una magia che non si esauriva né nella contemplazione né nell’uso. Dopo averle finalmente ottenute, girandole e rigirandole tra le mani, continuavamo ad aspettarci da loro chissà cosa.

Ti ho ascoltato attentamente, Annie, mentre ci parlavi dal palco della sala Diamante di Più Libri Più Liberi. La tua calma, la tua eleganza, il tuo soppesare le parole. Hai detto che ami tanto le parole, l’ho sentito bene. Ma che non provi alcun piacere nello scrivere; che non capisci proprio come facciano alcuni scrittori ad esclamare con enfasi Io amo scrivere!
Hai detto che la scrittura è una fatica enorme, un processo lungo, elaborato. Ma dimmi, Annie, come si può esecrare la scrittura e tirar fuori tanta poesia da una foto? Scompagini le tue fotografie, riorganizzi i pensieri, e racconti una storia che è tua, della Francia, delle donne, di tutti noi.
Leggo della tua infanzia, dell’immensità della Francia vista dalla tua cittadina, quel luogo da cui Parigi sembrava lontana, meravigliosa, un viaggio. Parli di te, ma stai parlando anche di me, sebbene sia nata solo negli anni 70, a un centinaio di chilometri da Roma. Parli della mia prima gita scolastica, della Capitale, immensa, distante, pericolosa agli occhi di chi non si era mai spostato dal suo paesello di campagna.
Parli di me, anche se ho l’età dei tuoi figli e non dovrei rivolgermi a te con questo sconsiderato tu. Ma non riesco a farne a meno, tanta è la confidenza che sei riuscita ad instaurare con due romanzi.
Per le donne, le ginocchia e le cosce strette attorno al macinacaffè, alla bottiglia da stappare, alle gallina da sgozzare e di cui far sgocciolare il sangue nel catino.
Ed io rivedo mia nonna che infilava un coltello nella gola delle galline e poi le spennava, come fosse la cosa più naturale del mondo. E scuoteva la testa, guardando lo sgomento nei miei occhi e il mio Non mi va, davanti ad un piatto di carne.
Poi scrivi un elenco di eventi e dentro ci trovo un pezzo di storia dell’Europa: dalla morte di Stalin alla nascita di Emmaus, al bicchiere di latte a ricreazione introdotto da Pierre Mendès-France, che se non me l’avessi raccontato tu, chissà quando avrei scoperto.

Dorothea Tanning - Compleanno
Arriva l’età adulta e alle fotografie si aggiungono le annotazioni sul diario.
Ho paura di sistemarmi in questa vita calma e comoda, di ritrovarmi ad aver vissuto senza essermene resa conto. Nell’esatto momento in cui fa questa considerazione sa di non essere pronta a rinunciare a tutto ciò che nel suo diario non compare mai, quella vita insieme […] quella ripetitività che crede di detestare e a cui è affezionata […]
Anche adesso parli di me e devo scuotermi per guardare il calendario e rammentare che non è il 1963. Il mondo è cambiato, non sono in Francia eppure certe sensazioni sono universali, certe domande senza tempo.

Sarei più felice in un’altra vita?

Arrivano gli anni del vestire casual, il centro commerciale al coperto, gli sfavoriti dalla sorte che inondano la Francia. Abbiamo bisogno di lavoro per i lavori che i francesi non vogliono più fare.
Il tempo inizia a correre, la gente parla da sola per strada con il telefono all’orecchio e si smette d’invecchiare. Al ritmo di un vasetto al giorno, un anno non sarebbe bastato a provare tutte le varietà di yogurt e dessert cremosi proposti nel reparto latticini. Domina l’abbondanza.
Ciò che ti rende straordinaria, Annie, è la capacità di ancorare gli anni a parole e immagini concrete: i venerdì di magro, il jogging, la crema contro le rughe, l’acqua Evian, gli omega3.
Tu non ci crederai, ma io ricordo perfettamente solo i sapori e le sensazioni della mia infanzia, quelli che sanno di Casa nella prateria e di cui mi vergogno un po’, perché se li raccontassi in giro penserebbero che sia nata e cresciuta in una terra dimenticata dal mondo. E avrebbero ragione. Il tempo sembrava immobile ma le mie fotografie sono nitide. Poi si confonde tutto e se oggi dovessi organizzare i miei pensieri, le mie sensazioni, non saprei da che foto partire.
Forse è per via di quella cosa che tu racchiudi in una frase: il tempo delle cose ci risucchiava, ci costringeva a vivere sempre con due mesi d’anticipo.
Hai ragione tu: dall’adolescenza in poi sono stata risucchiata dal tempo delle cose. Scribacchio frasi su tre quadernetti diversi, illudendomi di bloccare la contemporaneità e fare ordine. Ma poi mi perdo ugualmente.
Facendo ordine, è capitata su una frase dell’inizio della Vita di Henry Brulard: “Sto per compiere cinquant’anni, sarebbe ora di sapere chi sono”. 

Mi consola sapere che ho ancora diversi anni per cercare di capirlo.

***************
Annie Ernaux, Gli anni
Traduzione (magistrale) di Lorenzo Flabbi. L’orma editore.

Qui la rassegna stampa. Tra gli altri, consiglio l’articolo/intervista di Paola Dècina Lombardi pubblicato su la Stampa.

10 commenti:

  1. Ecco brava, io le giro a largo e tu me la pubblichi... dovremo procedere oltre che alla sfida a giornate di scambio libro, altrimenti tu, io e Irene andremo fallite! :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La giornata delle scambiste (!!!) mi sembra un'iniziativa da proporre e divulgare. Poi, per qualche misteriosa ragione, penso che la Ernaux non faccia per te. Perciò, ci terrei che la leggessi, in modo da potermi bellamente smentire. Insomma, sei doppiamente costretta a leggerla. La prossima volta che ci vediamo, ti porto il libro. Lo scambio è ufficialmente aperto. Un abbraccio

      Elimina
    2. Uhmmm interessante .... Dici che la odierei tanto da augurarle un'unghia incarnita? Per me la giornata dello scambio si può fare, ho giusto quei diecimila libri di cui mi piacerebbe sapere che ne pensi :D

      Elimina
    3. No bimba, non ho detto che l'odieresti! Penso solo che non ti entusiasmerebbe granchè. Comunque lo scoprirai presto, visto che te lo presterò alla prima occasione utile. Quanto mi odi??

      Elimina
    4. :DDDD Ma pensi che rimanga senza nulla da leggere? Va bene, va bene...

      Elimina
  2. a volte non si sa chi si è nemmeno dopo i 50, o meglio si sa cosa proprio non si vuole, si intuisce cosa si vorrebbe, si sa che le gratificazioni hanno a che fare con la propria intima essenza, nulla che venga da fuori di quel nocciolo profondo potrà sanare vuoti che la prima parte della vita ha lasciato lì e che quel nocciolo va difeso, accudito, accettato, coltivato

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicché non ho nessuna speranza. Però si descrivono magnificamente gli stati d'animo. Prendi il tuo: sembra una poesia...

      Elimina
  3. ciao ti va di seguirmi su blogger? io sono già tua follower, basta che ti unisca al mio sito grazie!

    RispondiElimina
  4. Sono partita leggendo il post, la curiosità ha lasciato il post alla considerazione:"Babalatalpa come al solito recensisce libri originali e interessanti", proseguendone la lettura mi son detta: "libro da regalare alla sorella naïf ", concludendo è la lettura mi ritrovo (egoisticamente, lo ammetto) a commentare: "sai che ti dico Babalatalpa? Il libro me lo compro per me, poi alla sorella, si vedrà, si vedrà...".
    Buona domenica, cara amica!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Brava amica mia! Non te ne pentirai. Sta per arrivare un post a te dedicato...Non anticipo altro!!!

      Elimina

Il tuo commento sarà visibile dopo l'approvazione.