Massimiliano Boni non è un eroe, se non per un giorno in un
anno. Questa è la storia degli altri trecentosessantaquattro. In quel tempo fa
due cose: corre e scrive. Poi, certo: lavora, legge, si occupa della famiglia,
ricorda, rimpiange, sogna. Ma queste altre cose accadono di lato: al centro,
corre e scrive. Si prepara alla maratona e tiene un diario. Non è spavaldo, in nessuna
delle due sfide. […] È uno di noi, uno di voi, una delle migliaia di figure
smilze e colorate che vediamo ansimare mentre le superiamo motorizzati,
domandandoci: «Chi glielo fa fare?».
Se sei uno di quelli che si infilano i pantaloncini già prima di
uscire dall’ufficio, che hanno le scarpette sempre in auto
perché-metti-che-esco-prima-posso-fermarmi-a-correre; se ti innervosisci quando
ti fanno fare tardi mentre tu avevi già programmato un allenamento serale; se
sei uno di quelli che corrono anche sotto la pioggia e vengono guardati con un
misto di invidia e compassione…dopo aver letto la presentazione della 66thand2nd, corri (tanto per
restare in tema) ad acquistare Solo per un giorno. Il
quarantacinquenne Massimiliano Boni
ha corso la sua prima maratona a Roma nel 2013; dopo aver letto L’arte di correre di Haruki Murakami (che tanto piacque ed ispirò
il nostro attuale Presidente del Consiglio), Boni ha deciso di cominciare a
preparare una seconda maratona e scrivere il suo diario.
Senza nulla togliere alle ambizioni dell’audace autore, così
come L’arte di correre mi faceva
venir voglia di sospendere la lettura per buttarmi a capofitto nella corsa, Solo per un giorno mi ha fatto rivalutare
lo sport preferito dal coniuge: il divano.
[…] da sempre autodidatta, eccomi lì a soffrire, cercando di
mantenere il respiro regolare, il passo costante, la spinta delle gambe
continua. Non sono bello da vedere, lo so, ma almeno sono pronto a penare più degli altri.
Caro Boni, non avercela con me, ma del tuo libro ho apprezzato
più i suggerimenti di lettura, le motivazioni che portano a scrivere, annotare,
raccontare, che la sofferenza provocata dalla corsa. Ho trascorso gli ultimi mesi a prepararmi…ancora poco, penso, e
sarò libero.
Ma che runner sei?
La corsa è anche fatica, indubbiamente, ma per un amatore è
soprattutto passione (sennò mica ci chiamerebbero amatori? Masochisti andrebbe
benissimo). La corsa è libertà, è spazzar via i malumori, è la gioia di un’alba
fredda e di un tramonto tra le colline. È impegno, concentrazione ma anche
benessere. Quando diventa testa bassa e paura della sconfitta perde il suo
potere terapeutico. Poi ci sono le gare, è vero. Anch’io, come te, gareggio
poco ma, quando partecipo, l’emozione iniziale e l’adrenalina della partenza
sono sempre più potenti della fatica sopraggiunta strada facendo.
Meglio tralasciare il capitolo dedicato al Dottor C. e ai gioiosi pensieri di prendere un infarto cammin
facendo. Alle parole “a volte, del tutto
inspiegabilmente, senza alcun segno premonitore, questo meccanismo si inceppa e
si ferma. La morte sopraggiunge improvvisa, fulminea, senza alcuna possibilità
di salvezza”, ho rimpianto di non aver acquistato il libro in
formato cartaceo. Avrei potuto bruciarlo, desiderio che l’ebook non riesce a
soddisfare.
Insomma, caro Boni, mai regalerei il tuo diario ad un aspirante
maratoneta. E mai lo presterò al coniuge che avrebbe un motivo in più per
considerarmi una pazza furiosa.
Solo per un giorno, Massimiliano Boni
66thand2nd, collana Attese.
Sul tema mi attende in libreria "L'arte di correre" di Haruki Murakami.
RispondiEliminaSarebbe poi interessante riuscire a fare un raffronto tra scrittura e corsa.
A me L’arte di correre piacque tantissimo. Il perfetto connubio tra corsa e scrittura. Poi ti viene anche voglia di mollare tutto e seguire l’esempio di Murakami, ma lui si chiama Murakami, io invece…
EliminaBuona corsa!
Devo averti trasmesso un po' della mia acidità, di quella che trasmetto quando recensisco libri che non mi piacciono... invece questo post mi è piaciuto eccome, motivo in più per non comprare il libro, oltretutto sono nella fase "pigrotica" acuta.
RispondiEliminaEh già, sospettavo di essere stata un po’ acida… Ho letto recensioni entusiaste su questo libro ma, sinceramente, non l’ho trovato così esaltante. Lo scrittore dovrebbe essere uno di noi, di quelli che incastrano un allenamento tra il lavoro, la famiglia, i libri, le altre decine di passioni che, nel suo caso, includono la scrittura. Però, quando parla della scrittura lo fa con un tono delicato, lieve; quando parla della corsa lo fa con un tale spirito di sacrificio da farti pensare: “Ma chi te lo fa fare?”. Ecco, questa è l’ultima sensazione che un runner amatore dovrebbe suscitare.
EliminaNon ti crucciare Nela, tu sei pigra per statuto. Sennò come faresti a leggere così tanto???