giovedì 8 gennaio 2015

Monaco di Baviera


Volevamo un Capodanno innevato, la magia di una piazza imponente eppure raccolta; volevamo l’aria pungente, il cielo azzurro, persone allegre ma non invadenti. Volevamo salutare il 2014 con un buon boccale di birra ed inaugurare il 2015 con qualcosa di bello, senza sapere esattamente cosa, ci bastava girovagare nella città. Non avevamo pianificato nulla. Avevamo solo un paio di libri a testa e una guida di Monaco, che avevamo appena sfogliato. 
Abbiamo avuto le nostre birre alla celebre Hofbräuhaus, neanche troppo affollata rispetto alle aspettative. Sì, c’erano le cameriere in costume bavarese che portavano con leggerezza almeno sette boccali di birra, mentre io avevo bisogno di due braccia per sollevarne uno e sorseggiarlo.  Sì, c’erano le fanciulle in carne che passavano tra i tavoli con la cesta piena di breze; sì, c’erano wurst di vario tipo e le ballate popolari. Il tipico locale bavarese, pensavo io. Invece no. Eravamo seduti accanto ad un gruppetto di estroversi bavaresi che di birre ne avevano tracannate già abbastanza. «Di solito non è così; di solito suonano musica tradizionale, non queste robe per turisti; di solito il clima è diverso, perché non c’è tutta questa gente che cammina in fila indiana alla ricerca di un tavolo. Di solito, sui tavoli non ci sono menù in tutte le lingue. Insomma, è Capodanno e questo stasera è un posto per turisti. La prossima settimana torneremo alla normalità». Vicini loquaci, saranno state le litrate di birra. Ci raccontano la Monaco che un po’ si vergogna della Merkel, la Monaco che non avverte la crisi perché in fondo lavoriamo tutti, il mercato dell’auto va bene ed anche se siamo operai non ci sono cose a cui dobbiamo rinunciare. Sappiamo di vivere in una città ricca.


I nostri nuovi amici parlano un buon inglese. Amano Bolzano e il Sudtirolo, la pensiamo allo stesso modo, parliamo la stessa lingua, loro però hanno una cucina migliore. Ci chiedono dell’Italia, di Roma; ricordano quella volta in cui, almeno trent'anni fa, visitarono la città. Li derubarono appena arrivati e di Roma non rimase che una trafila al consolato per richiedere documenti, soldi e un aiuto per tornare in Germania. Ci suggeriscono qualche locale in cui andare nei giorni successivi, quelli senza turisti, con gestori un po’ rudi e menù solo in tedesco.
Chiacchieriamo ancora un po’, poi decidiamo uscire, camminare nelle strade innevate, guardare stupiti la maestosità del Neues Rathaus. Sembra di stare in una tela in bianco e nero. 
Il 31 dicembre a Marienplatz si parla quasi solo italiano. C’è una nutrita presenza di russi e ucraini, ogni tanto si sente qualche spagnolo. Non credevo fosse una meta così popolare tra i nostri connazionali per il Capodanno. Iniziano a volare petardi e fuochi di vario tipo; prendiamo vie secondarie e lentamente ci dirigiamo verso l’hotel. Attendere la mezzanotte in piazza non è mai stata una nostra priorità.

Chissà perché ho sempre immaginato Monaco una cittadina di modeste dimensioni, una città accogliente ma senza pretese. Imponenti edifici neoclassici, musei ricchissimi, chiese in cui il gotico si mescola con il barocco, un complesso universitario notevole hanno stravolto le mie errate convinzioni.
Gli Impressionisti della Neue Pinakothek valgono da soli la visita alla città; se poi si aggiungono Dürer, Memling, Bruegel, Rubens e gli italiani dell’Alte Pinakothek, c’è da tornare a casa molto soddisfatti. Non sono abituata a due giorni consecutivi di tanta bellezza.
Ci stacchiamo dal passato, dalle residenze imperiali di un’Europa d’altri tempi per immergerci tra i profumi e i colori del Viktualienmarkt. I turisti curiosi con macchina fotografica non son visti di buon occhio se si limitano a fotografare senza acquistare. Mi sono scusata con la signora che berciava “no photo!” ma l’ho guardata un po’ male quando ha autorizzato un’altra coppia a take a picture because you have bought many things… Mmm, vabbè.


Monaco è molte cose; ho finalmente capito la ragione che spinse la mia compagnetta d’università a prolungare l’Erasmus in questa città, a tornarci nuovamente per la tesi e a sospirare ogni volta che la si menziona.

InfoPoint
L’aeroporto Flughafen München Franz Josef Strauß è collegato benissimo con il centro della città. Costo del biglietto aeroporto - Hauptbahnhof (stazione centrale di Monaco) €10,40. 
Noi abbiamo pernottato all’Antares. A due passi dall’Alte Pinakothek, circa 15 minuti  a piedi per raggiungere il centro. Buon rapporto qualità prezzo, ottima prima colazione. Se volete evitare i connazionali all’estero, non è il posto migliore. Eccezion fatta per qualche famigliola tedesca/austriaca, a colazione si sentiva parlare solo in italiano. Unica, vera pecca della struttura il wifi a pagamento. Ma dico, nel 2015 possono ancora esistere hotel in cui ti fanno pagare il wifi 7 (dico sette) euro al giorno? Mah…


$$ Money: Alte Pinakothek 4 euro (inclusa audio-guida), Neue Pinakothek 7 euro (audio-guida inclusa), stessa costo per il Residenz Museum. Decisamente più economici rispetto ai costi a cui sono abituata (7 euro audio-guida inclusa? Quando mai?). Ho fatto un giretto al supermercato e ho trovato gli stessi prezzi italiani. Insomma, potete organizzare qualche giorno a Monaco senza spendere una fortuna.

4 commenti:

  1. Capisco i sospiri della tua compagna di Università. Ho vissuto a Monaco per più di un anno, au-pair, perché volevo Die Deustche Sprache lernen. Alla fine lo parlavo bene, ma una volta, con un cliente di Amburgo, mi lasciai scappare un intercalare (del tutto buono, per carità) ma da lì lui mi chiese dove avevo,imparato il tedesco e alla mia risposta lui commentò che non avevo imparato il tedesco, ma il bavarese! Solo per dirti che Monaco è lontana anni luce dall'altra Germania, ma io sono stata contenta di averci vissuto, anzi, ho quasi "rischiato" di rimanerci :-)

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    1. Ricordavo i tuoi trascorsi “tedeschi” ma non ricordavo dove!
      Già, Monaco non sarà la Germania, che bella però… Sono stata ad Amburgo di passaggio e non conosco le altre città tedesche quindi non ho termini di paragone. Almeno per adesso…

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  2. La cosa del no foto perchè non compri mi ha scossa. Un atteggiamento riprovevole, davvero.
    (tale da augurare l'invisibilità perenne)

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    1. La cosa davvero fastidiosa è che quel banchetto ero bello assai!!! E ingenuamente si pensa che una cosa tanto bella venga gestita da persone gentili e d’animo nobile…

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