Ormai siamo abituati allo stravolgimento dei titoli dei
romanzi tanto da non stupirci se un fascinoso Norwegian by Night si trasforma in Uno strano luogo per morire.
Siamo in Norvegia ma l’autore, Derek B. Miller, è nato a Boston e prima di
trasferirsi ad Oslo ha vissuto buona parte della sua vita in Massachusetts. E
si sente. Ha studiato Relazioni internazionali. E si sente. È ebreo e i suoi
antenati emigrarono dall’Europa dell’Est agli inizi del ‘900.
Tutto questo per dire che se vi aspettate il
classico giallo scandinavo (sempre che ne esista un modello), non lo troverete
qui dentro. Qui troverete un romanzo (come detto esplicitamente sulla
copertina) che ruota intorno ad un curioso personaggio, Sheldon Horowitz, ebreo
americano di 82 anni, trasferitosi per amore della nipote ad Oslo. Uno strano
luogo per morire, appunto.
«Vieni a vivere in Norvegia con noi».
«Soffoco» disse Sheldon.
«Dico sul serio».
«Anch’io».
«La zona si chiama Frogner. È bellissima. L’edificio ha un ingresso indipendente per l’appartamento nel seminterrato. Sarai del tutto autonomo».
«Cosa ci verrei a fare? Sono americano. Ebreo. Ho ottantadue anni. Sono un vedovo in pensione. Un marine. Riparo orologi. Ci metto un’ora per fare pipì. Laggiù esiste un club di cui non sono a conoscenza che mi vuole tra i soci?».
«Non voglio che tu muoia solo».
Troverete guerre mitiche (la Corea e il Vietnam), guerre
dimenticate (i Balcani), le tensioni sociali generate dai flussi migratori
nella pacifiche cittadine nordeuropee. E troverete anche Sigrid, un’ispettrice
capo, di bellezza normale, tosta, irrimediabilmente single. Tranquilli: la
storia d’amore ci viene risparmiata.
Un po’ troppe cose, forse. Così troppe da dimenticarvi di
essere in un giallo. Ritmo lento per tre quarti del libro; poi, il romanzo si
trasforma in crime fiction e ci si dimentica di preparare il pranzo.
Finale geniale.
Al Telegraph, all’Economist e al Guardian Norwegian
by Night è piaciuto parecchio (Funny and
moving as well as thoroughly gripping, this is crime fiction of the highest
order); a me non è dispiaciuto. Però è mancato il brivido giallo.
Derek B. Miller, Uno strano luogo per morire
Traduzione di Massimo Gardella, I Neri, Neri Pozza.
Mi sono imbattuta nella sua recensione su "D" di Repubblica. All'inizio, attratta dal titolo quasi ero intenzionata ad acquistarlo, abbandonando per un po' quelli da location asiatiche, brasiliane e le altre mie solite, insomma. Poi ho avuto la tua stessa perplessità per tutti quegli intrecci di guerre, elencati anche nel breve articolo. Risultato? Nessun acquisto. Ora però mi hai incuriosito scrivendo del suo finale geniale.
RispondiEliminaIl mistero di questo libro sono le recensioni positive che si trovano in giro. Tant’è che anch’io mi sono interrogata sulla mia capacità di capirlo. Poi, confrontandomi con i lettori del book club Neri Pozza, ho verificato che le stroncature erano maggiori dei momenti d’entusiasmo. A qualcuno è piaciuto tantissimo, qualcuno l’avrebbe lanciato dalla finestra, io ne salvo alcune parti.
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