martedì 7 ottobre 2014

Dell’immortalità del romanzo

[…] i romanzi  veri hanno il prodigio di restituirci l’amore alla vita e la sensazione concreta di quello che dalla vita vogliamo. I romanzi veri hanno il potere di spazzare via da noi la viltà, il torpore e la sottomissione alle idee collettive, ai contagi e agli incubi che respiriamo nell’aria. I romanzi veri hanno il potere di portarci di colpo nel cuore del vero.
[…]
Nel futuro non ci saranno più romanzi di sorta, ma dovranno passare secoli, per la lentezza con cui si estingue la specie. Per qualche tempo, i romanzi non saranno che grida rotte e singhiozzi, poi calerà il silenzio. La gente sarà gonfia di romanzi non scritti e storie sotterranee e segrete circoleranno nelle profondità della terra. Per appagare la propria sete segreta, la gente inventerà dei surrogati di romanzi, avendo gli uomini una fantasia geniale nel trovare dei surrogati alle cose di cui soffrono la privazione. Poi un giorno il romanzo, come la fenice, rinascerà dalla sue stesse ceneri. Perché esso è fra le cose del mondo che sono insieme inutili e necessarie, totalmente inutili perché prive d’ogni visibile ragione d’essere  e d’ogni scopo, eppure necessarie alla vita come il pane e l’acqua, ed è fra quelle cose del mondo che sono spesso minacciate di morte e sono tuttavia immortali.


Cent’anni di solitudine in Mai devi domandarmi - Natalia Ginzburg, Einaudi

4 commenti:

  1. Fate leggere queste righe al proprietario di Amazon... e chi gli siano di monito!

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    1. Dubito che Bezos si trovi a passare di qui... Scherzi a parte, ho letto non ricordo dove, che Amazon potrebbe aprire un negozio fisico a Manhattan. Ho detto negozio fisico, non libreria. Ma la notizia mi ha comunque fatto riflettere...

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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