martedì 15 luglio 2014

La famiglia Karnowski

La famiglia Karnowski - I.J. Singer, traduzione di Anna Linda Callow, Adelphi. 

Il solito amico che legge tutto, che sa tutto, che sbaglia poche volte, mi ha ripetuto per mesi la stessa frase: “Notevole. Il libro più bello letto nel 2013. Non puoi non averlo ancora acquistato”. Io mi ostinavo a guardare, senza toccare, il tomone dalla bella copertina ogni volta che entravo in libreria. Lo guardavo, lo riguardavo e passavo oltre. Poi è arrivato il giorno dello sconto del 25% e con poca convinzione ho pagato e l’ho portato a casa. Dove è rimasto nello scaffale della mescolanza, quello della geografia indefinita. Non ho il reparto yiddish, conosco pochissimo la cultura ebraica e l’ho sempre identificata con storie tristi, sconfortanti, vittimismo puro.
Perché? Perché chi non conosce sbaglia in continuazione.
De La famiglia Karnowski troverete recensioni bellissime on line, ne parlava Gabrilù prima ancora che venisse tradotto in italiano; qui potete trovare i link a numerosi ed interessanti articoli.
Io posso solo dirvi di aver scoperto un libro pieno di umorismo, tenacia, voglia di vivere. L’idea che non bisogna arrendersi mai (“Vivi e lascia vivere. Soldo in più, soldo in meno”), che con la testardaggine e l’impegno ci si può risollevare anche quando tutto rema contro, che si deve sempre alzare la testa anche di fronte alle ingiustizie più atroci.

“Niente di nuovo, rabbi Karnowski, sempre la stessa vecchia storia. L’abbiamo già visto accadere a Spira e a Praga, a Cracovia e a Parigi, a Roma e a Padova. Da quando gli ebrei sono ebrei, la plebaglia brucia i loro libri sacri, marchia i loro abiti con segni distintivi, ne disperde le comunità, ne perseguita gli eruditi. E nonostante tutto siamo ancora qui”.

Uno di quei libri che ti fanno guardare con noncuranza i ritardi di Trenitalia, che ti tengono sveglia dopo la piscina, che vorresti non finissero mai, sebbene le pagine finali siano di una tale bellezza da godere anche del finale. Un capolavoro assoluto.

Se non vivessi una di quelle fasi in cui “Non comprerò un altro volume fin quando non avrò letto tutti quelli ammucchiati in libreria” (vediamo quanto dura…), mi sarei già precipitata ad acquistare I fratelli Ashkenazi. Ma, essendo in pieno stadio di smaltimento libri accumulati, sono passata ad un'altra saga familiare, che attendeva in libreria da un paio di anni. Tutt'altro tenore, tutt'altra ambientazione. Ne parliamo la prossima volta. 

11 commenti:

  1. Parlò con tono deciso e si ripromise di non acquistare libri finché non avesse terminato quelli già acquistati... Conosco l'antifona, ci sono passata il mese scorso dopo aver ripulito svuotato e ricomposto la libreria a soffitto (se ci penso ho ancora indolenzimenti vari), eppure ci si ricasca. Eccome! Ma vista la recensione di questo post, credo sia giusto perseverare nel non essere coerenti. Felice di averti letto.

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    1. Libreria a soffitto? Ma che meraviglia! Posso fare una richiesta? Perché non apri una sezione dedicata alle librerie domestiche partendo dalla tua? O c’è già qualche post sulla tua libreria e io me lo son perso?
      Un abbraccio

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    2. Qualche foto l'ho postata su Facebook, ma poiché so che non sei...social, ci scriverò sopra un post, tutto per te,
      Buon fine settimana

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    3. http://gialli-e-geografie.blogspot.it/2014/06/il-porn-del-bookworm.html

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  2. L'ho letto da poco, meraviglioso! E dire che prima di leggerlo non sapevo nemmeno chi fosse I.J. Singer! Voglio recuperare anch'io altri suoi romanzi :)

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  3. grazie del consiglio non l'ho ancora letto

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  4. Anch'io ne avevo già sentito parlare bene, ma tu sei davvero convincente!

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