Che
la signora valigiesogni non sia
persona da villaggio vacanza l’avrete capito tutti. Nel corso degli anni ha
sperimentato diverse soluzioni di pernottamento eppure, udite udite!, fino a
pochi giorni fa le mancava l’esperienza della notte in tenda. Eh già, una di
quelle cose banali che tutti gli adolescenti hanno vissuto, lei mai: mai
trascorso una notte in campeggio. Sicché, spinta dalla nostalgia della montagna
e dalla ricerca di refrigerio, lo scorso weekend ha deciso di vivere, almeno
per una notte, l’ebbrezza di tenda e sacco a pelo tra i monti dell’Appennino
abruzzese. Il signor valigiesogni,
spavalda giovane marmotta, glielo proponeva da un pezzo. Ma lei nulla. Il
campeggio le dava un’idea di sporcizia, confusione, schiamazzi notturni e fetore
di ascelle non lavate.
«Ma
guarda che andiamo in un campeggio: ci sono bagni, docce e se vogliamo strafare
possiamo avere anche l’energia elettrica». Vabbè, allora proviamo. In fondo, non
sono molte le persone stroncate da una notte in campeggio.
In
memoria dei brillanti trascorsi del signor
valigiesogni, la tenda è stata piazzata qui, in quel di Opi, tra camosci,
lupi e orsetti marsicani. Ordine e silenzio hanno disorientato da subito la
povera signora valigiesogni. A
guardarsi intorno, il campeggio le è sembrato roba da pensionati meditabondi e da
famigliola con prole a seguito ed ha iniziato a bisbigliare anche lei, temendo
di poter disturbare qualcuno. La caduta di un mito.
Quando
la signora valigiesogni si avvicina al
Parco nazionale d'Abruzzo, in qualsiasi periodo dell’anno, finisce per
girellare sempre tra i vicoli di Pescasseroli. Le dà serenità quel borgo di montagna, con i gerani in estate, le
signore che chiacchierano sull'uscio delle botteghe, il profumo dei biscotti
che si sparge da forni e pasticcerie, gli escursionisti che sostano davanti al
bar, i passi lenti di gambe che camminano senza orologio.
Mentre
la camminatrice golosa si guarda intorno alla ricerca di un buon gelataio, il signor valigiesogni medita sull'escursione
del giorno successivo. «Si potrebbe arrivare sul Monte Marsicano». Sì, si
potrebbe, ripete la signora valigiesogni,
delusa dal suo gelato mediocre, mentre imboccano l’ingresso del campeggio. Che
sarebbe dove?
«Lassù,
di fronte a te».
Ma
neanche per niente! Ma vedi quanto è distante? Non c’è neanche un albero, siamo
senza allenamento e fa un caldo che si muore.
«Mannòdai!
Il dislivello è di un migliaio di metri ma secondo me non è più difficile di
altri sentieri percorsi in passato. Poi pensa che soddisfazione: superiamo i
2000 metri. Da queste parti ci siamo sempre limitati a percorsi semplici».
Intanto
il cielo si fa rosa, la cena spartana è pronta, e la birra, ormeggiata nel
ruscelletto, è fresca. Spuntano le prime stelle mentre i campeggiatori
sorseggiano la loro birra e sgranocchiano taralli. Il signor valigiesogni rovista nella memoria date e luoghi dei suoi precedenti
campeggi; amici che non incontra da tempo, atmosfere goliardiche e serate
alcooliche.
E
poi arriva la notte con le voci del bosco, il vicino di tenda che se la russa, la
sensazione che qualcuno stia aprendo proprio la zip della tenda dei nostri eroi.
Ma è solo una sensazione amplificata dal silenzio in cui si è immersi.
Nessuna
visita notturna; nessun lupetto è passato a salutare nottetempo i signori valigiesogni; giusto un paio di
zanzare che non hanno abbandonato la camminatrice neppur in alta quota. Spunta il
sole e quella che si credeva essere la cima del Monte Marsicano spicca nel
cielo azzurro.
Poveri illusi! La meta dei camminatori è più in là, non la si vede
bene dal campeggio. Ma questo l’avrebbero scoperto solo strada facendo.
La
giornata è calda, il percorso non è segnato benissimo e la signora valigiesogni ritrova vecchie sensazioni. Il piacere del
silenzio, l’affievolirsi dei rumori provenienti dalla strada, il piacere della
salita mescolato alla paura della discesa. Per esigenze tecniche, hanno deciso
di percorrere lo stesso sentiero sia a salire che a scendere e la signora valigiesogni odia le discese dei
versanti senza arbusti. Si sente vacillare di fronte a quel vuoto intorno a
lei; l’assale la sensazione di rotolare giù, una vertigine che le paralizza il
cervello. Generalmente, dopo qualche giorno di allenamento, si abitua al vuoto
e tutto diventa più semplice, ma le prime uscite le provocano sempre un po’ d’ansia.
Ha
capito che andare in montagna le serve come forma di autoanalisi; la signora valigiesogni brucia sempre l’oggi
per pensare al domani. In montagna fa la stessa cosa: non si concentra sulla
salita, quella la conosce, le piace, sa di poterla affrontare per ore. Non
pensa al piacere della meta, non immagina cosa possa esserci lassù. No, è già
presa dalla difficoltà della discesa, dalle sue insensate paure, dall’ansia del
ritorno. Riflette su questo modo di comportarsi; ricorda che l’anno precedente
c’era stato un momento in cui aveva imparato a concentrarsi su ogni singolo
passo; a viverlo con tranquillità, chiacchierando con i compagni di cammino. E questa
piccola cosa le aveva provocato una gioia immensa: aveva avuto la sensazione di
aver capito come bisognava affrontare la quotidianità. Ma poi quella
consapevolezza era stata spazzata via dal ritorno in ufficio e dalla ritorno
alla civiltà. Quella civiltà che
trasforma in urgenze e faccende improrogabili cose che, a ben rifletterci, così
urgenti non sono.
Persa
in questi pensieri, la camminatrice non avverte neanche la fatica nelle gambe e
avverte troppo poco l’intensità del sole (ma la sera capirà di avere fatto una
sciocchezza nel non ungersi benbene di crema. Oh, se lo capirà!).
Intanto,
laggiù in fondo spunta il lago di Barrea.
Poco
più in alto sulla destra, c’è un rimasuglio di ghiacciolo marsicano…
E
la vetta improvvisamente si avvicina.
Neppure
qui è stato possibile avvistare camosci. A parte noi, nessun animale in zona.
La
signora valigiesogni non è brava nell'elencare
sentieri e altimetrie. Lei si perde in chiacchiere, raccontando sensazioni, paure
e pensieri sparsi. Al massimo può dirvi che è stato percorso il sentiero F10. Ma
se volete dettagli tecnici, forniti da escursionisti seri, e percorsi
alternativi, potete trovarli qui.
Poi
arriva il lunedì e il ritorno all'afa romana; ma stavolta ci si può permettere
di pensare al dopo. Tra pochi giorni, i signori
valigiesogni prepareranno i loro zaini e prenderanno il volo. Niente
montagna ma una bella pausa dall'Italia. Se ne sente il bisogno.
Quanto capisco quella difficoltà nello stare "qui ed ora"!!!!
RispondiEliminaDobbiamo imparare amica mia... :)
Hai riassunto tutto con due paroline: qui e ora. Chissà quando ce la faremo…
EliminaIn fatto di campeggio, da quanto leggo sul tuo blog, sei così abituata che la tenda è casa tua!
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaSplendido racconto di una meravigliosa escursione!
RispondiEliminaTroppo buono. Però non c’è confronto tra le foto scattate con il nostro cellulare e le splendide immagini che si trovano sempre sul tuo blog!
EliminaCuriosa di conoscere la meta extraitalica. Poi spero che ci sarà un altro racconto bello come questo. Buon viaggio!
RispondiEliminaOh cara, sono certa che non mancheranno post sulla meta extraitalica. Per quanto riguarda i tuoi di racconti, invece, anche noialtri siamo piuttosto curiosi. Io dico che a quel libro lì dovresti cominciare a pensare seriamente…
Elimina(uff, non sono buona a scrivere i commenti, cercavo la tua mail ma non l'ho trovata, pazienza)
RispondiEliminaSarà che da ggggiovane ne ho fatti così tanti di campeggi (ma di quelli proprio a puzzati di fame), che oggi manco se mi pagassero dormirei in una tenda o un sacco a pelo o un campeggio...
(e comunque. Il prossimo viaggio ti piacerà ancora di più. Scommettiamo? :))
Ma no che ti riescono benissimo pure i commenti! Non quanto i post eh, nello scrivere quelle robe là sei superba!
EliminaSìsì, ho idea anch’io che il prossimo viaggio mi piacerà di pppiù assaiii. Ne riparliamo tra qualche giorno…
Non ti preoccupare se non hai citato altimetrie e dislivelli! il racconto è molto più di piacevole lettura così!
RispondiEliminaPS quando ho letto della notte in tenda mi è venuto in mente l'orso marsicano!
Buon fine settimana alla camminatrice!
Eh già, ma l’unico orsetto presente dormiva accanto a me!!
EliminaLa tenda è una mia vecchia amca, e quest'anno tra le varie vacanze ne ho fatta una in cui la piantavo al pomeriggio per toglierla la mattina. Non nascondo però che sia stato anche estremamente faticoso!!
RispondiElimina:)
Anche se abbiamo fatto amicizia, non credo che la tenda ed io diventeremo così buone amiche, come nel tuo caso!
EliminaFortunatamente, il signor valigiesogni si offre volontario per piantarla. Indubbiamente meno faticoso…