Confesso
che se il signor valigiesogni non avesse letto I tre moschettieri non avrei intuito neppure l’ubicazione di Boulogne-sur-Mer. Anzi, sul treno
Parigi–Boulogne ero ancora convinta che mi stessi dirigendo in Normandia. Invece
no. Stavamo andando qui:
Scendiamo
dal treno accolti dalle voci dei gabbiani. È una giornata splendida, con il
cielo azzurro e un vento che ci porta via. Adoro girare in una cittadina di
mare ad agosto, indossando una felpa e senza dovermi far spazio tra la folla.
Ho sempre pensato che non
mi piacesse il mare d’estate.
Sbagliato: sono le spiagge rumorose e troppo
calde a non piacermi. Quelle che costeggiano la Manica sono favolose anche a
Ferragosto.
La parte bassa di Boulogne fa pensare ad una cittadina d’altri tempi, sebbene sia la parte più moderna di Boulogne, essendo stata costruita solo dopo la seconda guerra mondiale; le vetrine più improbabili, ninnoli polverosi e abiti che sanno di passato affiancano profumerie e negozi trendy.
Nella
zona portuale c’è un continuo viavai di gente. Anche se sono lontani gli anni
in cui la pesca costituiva la principale fonte di reddito degli abitanti,
sembra impossibile pensare che qualcuno qui possa svolgere un’attività diversa.
I turisti (prevalentemente francesi e belgi) osservano ipnotizzati i grossi
pescherecci. Il signor valigiesogni,
invece, non riesce a staccar gli occhi dai granchi giganteschi che continuano a
muoversi sulle bancarelle del pesce.
I ragazzini preferiscono dirigersi verso
Nausicaā, un bell’acquario marino, tra i
più importanti d’Europa. Questo, per lo meno, è quanto dicono le guide; non
avendo particolare simpatia per zoo e acquari, mi sono limitata ad osservare le
foche, visibili anche dall'esterno, attraverso una parete a vetri dell’edificio.
Non
tutti i bimbi giocano sul lungomare ventoso; qualcuno entra qui:
Quando
lasci il porto e ti inerpichi verso la Ville Haute, sei davvero felice di
esserti fermato a Boulogne.
Un insieme di vecchi edifici, viuzze acciottolate, circondate
da mura del XIII secolo.
Alcune costruzioni sono piuttosto trasandate: vetri
rotti e porte fatiscenti. Altre sono semplicemente magnifiche. Dall’atrio del
municipio si accede al piano terra della torre medievale.
Napoleone soggiornò qui
accanto nel periodo in cui organizzava il suo piano per sbarcare in
Inghilterra; sfido io, con una vista del genere non bisognava essere un genio
per scegliere la città in cui fermarsi!
A
Boulogne ho scoperto che adoro le galettes,
che a differenza delle crêpes sono
fatte con farina di grano saraceno e che vanno assolutamente accompagnate con
un bicchiere di sidro. Il tutto gustato in una crêperie a gestione familiare
con una melodia melanconica in sottofondo che quasiquasi fa pensare al fado; ma le parole sono in
francese.
Qui
le biblioteche non chiudono nel mese di agosto; anzi, s’inventano mostre
originali, infilzando i libri in ogni modo…
Da
buoni scarpinatori ci prendiamo una giornata per percorrere uno dei sentieri
escursionistici del Parco regionale
della Côte d’Opale, quella zona della costa grigio-blu che si estende tra
Calais e Boulogne. C’è bassa marea, l’acqua è limpida e le spiagge sembrano non terminare mai. Cozze
a volontà (ora comprendo perché siano così economiche) e laggiù, in fondo in fondo,
si vedono le coste inglesi.
Il percorso è disseminato dai resti del Vallo
Atlantico, la catena di fortificazioni e postazioni armate costruita dall'esercito
nazista per prevenire l’invasione delle forze alleate dal mare, che poi furbamente
sbarcarono in Normandia.
Solo che le coste del D-day sono piuttosto note e
richiamano turisti a volontà; qui, invece, tra i bunker di cemento e quelle che
furono le postazioni armate tedesche si incontrano pochi camminatori (generalmente
francesi) e si trova il giusto silenzio per riflettere sulle devastazioni della
seconda guerra mondiale.
Prima
di raggiungere il tratto più bello della costa, quello ventoso che va da Cap Blanc-Nez a Cap Gris-Nez, ci si imbatte in una serie di villaggi di mare. Non so
se Simenon abbia frequentato questi paeselli ma, nel leggere i suoi romanzi, ho
sempre pensato che fossero ambientati in luoghi come Ambleteuse. Casette basse
dai colori più disparati, l’una attaccata all’altra, quasi senza traccia di
vita. Si incontra qualche persona che silenziosamente si dirige verso il mare;
poche parole scambiate a voce bassa con il pescatore che è già sulla strada del
ritorno. Ci fermiamo in un piccolo cafè; mentre mangiamo lentamente il nostro pain au chocolat, i signori seduti al
locale accanto si scolano una birra. Sono le 11.00 del mattino.
Gabbiani e
profumo di mare.
Molto
più turistica, invece, la graziosa Wissant.
Nel tardo pomeriggio, al salire della marea la spiaggia si dissolve davanti ai
nostri occhi; i villeggianti si spostano indolenti verso cafè e bistrot e noi
girelliamo nella cittadina. Ordinata, colorata, uno di quei posti che vedi
negli spot televisivi e pensi non possano esistere nella realtà. Esistono.
Il
giorno successivo il cielo è grigio ma noi siamo già in treno diretti verso Parigi.
Che luogo affascinante:-)
RispondiEliminaE lo sapevo! :))
RispondiEliminaSì, che avevi ragione! Tanta ragione! Ora mi toccherà tornarci e poi mi toccherà andare in Provenza e in Lorena e in Bretagna…
EliminaSplendida illustrazione di un luogo affascinante!
RispondiEliminaAnche io ho adorato le Galette in Francia, e recentemente ho provato a rifarle, e ho scoperto che sono anche meno banali dille crepes nella preparazione!! Bellissimi paesaggi!! Mi ricordano il mio giretto in normandia con i consigli di jacq! :)
RispondiEliminaDici che pure un’incapace come me potrebbe farcela?? Allora ci provo anch’io! Non sarà una galette completa ma tentare non nuoce…
EliminaL'unica cosa è che la farina di grano saraceno costicchia... ;)
EliminaCredo di aver risolto i problemi col mio malware, era solo uno dei tanti widget che avevo, e... l'ho tolto!! Grazie per la segnalazione!
Foto splendide (anche se "infilzano" i libri).
RispondiEliminaA proposito! C'è posta, anzi post , per te. Sul mio blog. Sorpresa!
http://gialli-e-geografie.blogspot.it/2013/08/cartoline-buone-dal-mondo-shakespeare.html
e ancora grazie, grazie, grazie (mi sono quasi commossa nel vederla sbucare dalla cassetta delle lettere!)
Ci sono un paio di persone alle quali non posso non inviare un pensiero. L’altra è una nostra comune amica papera che spero riprenda presto a scrivere…
EliminaGrazie a te! Le tue iniziative sono sempre geniali!
Mi hai fatto venire voglia di Francia... e io, ti assicuro, c'ho un pregiudizio non piccolo sui francesi, una sorta di orticaria mentale che mi prende senza motivo.
RispondiEliminaEppure le tue foto colano poesia e meraviglia... e le tue parole anche.
Andare, andare!
Ci sarei dovuta tornare a giugno. Avevo già fatto le dovute prenotazioni. Poi un imprevisto di quelli tristi ha mandato tutto all’aria. Pazienza. Che bella però… Tornare, tornare!!!
Elimina