Copia della Biblioteca comunale di Colleferro |
Dany
Laferrière dichiara d’aver scritto Diario
di uno scrittore in pigiama per dare una risposta definitiva ai tanti aspiranti
scrittori - scocciatori che lo chiamavano ad ora di cena, chiedendo consigli di
scrittura o che stavano lavorando a una tesina. «Con questo libro pensavo di
poterli fregare, rispondendo con un colpo solo a tutte le loro domande ed evitando altre fastidiose telefonate.
Invece ora mi chiamano per interrogarmi sul libro e sul perché abbia dato
questo o quel suggerimento».
Sebbene
non sia posseduta dal sacro fuoco della scrittura, ci sono almeno tre cose che inizierò
a fare dopo aver letto Diario di uno
scrittore in pigiama:
- Portare
sempre con me un taccuino (è vero, la faccio già. Ma poi lo uso pochissimo fidandomi
della memoria. Che inizia a perder colpi).
- Leggere
con accanto un bicchiere di vino. Ce n’è parecchio tra le pagine di Laferrière,
il quale associa la lettura al vino e la scrittura al caffè (ognuno ha i suoi
gusti. Visto che devo ridurre il numero di caffè giornalieri…)
- Trascorrere
una giornata immersa in una vasca da bagno (che non ho) e uscirne solo a
lettura ultimata, trasformandomi in un lettore acquatico.
Se leggi nella vasca da bagno, porta con te la sveglia per non
rischiare di mancare al prossimo appuntamento: l’acqua favorisce i sogni a
occhi aperti che annullano il tempo.
- Leggere,
leggere, leggere. E di spunti di lettura in Diario
di uno scrittore in pigiama ce n’è a bizzeffe.
Resto
convinto che la migliore scuola di scrittura sia la lettura. È leggendo che s’impara
a scrivere. I bei libri formano il gusto. E i nostri sensi si acuiscono.
Sappiamo che una certa frase suona bene perché ne abbiamo lette tante altre ben
scritte. Il ritmo e la musica finiscono per scorrerci nelle vene. Il giudice è
invisibile perché è annidato in noi. Ed è un giudice spietato. Critica le
nostre scelte in fatto di libri, i nostri gusti, le nostre idee, le nostre
intenzioni. Non gli sfugge niente. È una nuova identità.
Dany Laferrière, Diario di uno scrittore in pigiama, traduzione di Camilla Diez e
Francesca Scala, novembre 2017, 66thand2nd.
Taccuino sempre in borsa all'emergenza c'è anche il notes del cellulare, ma non è la stessa cosa.
RispondiEliminaLa vasca manca.
Leggere, leggo, ma secondo me non basta proprio
Cara mia, tu sei un passo avanti: non hai alcun bisogno dei consigli di Laferrière!
EliminaSono d'accordo con Amanda.
RispondiEliminaQuanto alla vasca, beh, c'è chi di vasca da bagno è anche morto (Withney Houston). Mi dirai: "OK, ma chissà cosa aveva preso!" Eppure si potrebbe anche osare un "chissà cosa aveva letto" e io, un paio di titoli pericolosamente fuorvianti e inclini all'annegamento del lettore, li avrei.
Meglio una doccia, più environmental friendly e water saving e notes del cellulare. Greta Thunberg ringrazia. ;-)
La gialloviaggiatrice in versione ambientalista ;-)
EliminaE' questione di gusti: io leggo con caffè, tè e tisane... e una buona birretta! questa è una cosa che adoro fare in estate quando si schiatta di caldo!
RispondiEliminaMa sì, è tutta questione di gusti. Mi hai fatto ricordare la promozione che Iperborea ha lanciato un paio di volte in passato: birra e libro nordico. Perché no?!
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