Paco Ignacio Taibo II con sua moglie, Palomar - aperitivo romano |
Della trama del libro non colsi molto, mi folgorò il personaggio
Paco, il mix di ironia e umorismo, la capacità di raccontare cose serie senza
farle apparir tali. Non acquistai il romanzo, ma curiosai nella sua vita e
nella ricca produzione letteraria, e qualche mese dopo regalai al coniuge la
monumentale biografia del Che (Senza perdere la tenerezza, Il saggiatore). Era scoccata la
scintilla ma non era ancora amore.
Pre-Salone del libro di Torino 2017. Don Paco, che non perde occasione di tornar in Italia con la gentile consorte, si lancia nell’Ombra tour, ed io vengo invitata da Laura Ganzetti per un aperitivo romano con Paco Ignacio e pochi intimi, organizzato da La nuova frontiera.
Recupero dalla biblioteca di Rocca Priora questa copia del 1996,
pubblicata da Marco Tropea editore. Sarà davvero necessario ripubblicare, a distanza
di 20 anni, un libro introvabile da tempo?
Le prime pagine dell’Ombra
nell’ombra (titolo della precedente edizione) scorrono con una certa
lentezza, non riesco ad entrare nell’atmosfera di Città del Messico del 1922. Mi
siedo al tavolo del domino con quattro tipi improbabili: un avvocato di
prostitute (che nasconde dentro di sé un paio di demoni del passato), un
sindacalista cinese (che non parla una parola di cinese ma non riesce a
pronunciare la r), un giornalista (che considera la cronaca nera la vera
letteratura della vita) e un poeta (che per mangiare scrive slogan pubblicitari
di prodotti farmaceutici).
Affumicata dalle sigarette e offuscata dal rum, capisco sempre
meno quale sia il nesso tra i quattro giocatori e gli inquietanti omicidi a cui
involontariamente si trovano ad assistere. Il domino si intreccia con morti
violente, la rivolta di Pancho Villa, lo sciopero degli operai, un golpe
militare, il petrolio messicano e scene rocambolesche. La finzione letteraria
si confonde con la storia e mi sorge il sospetto che nell’Ombra dell’ombra d’inventato ci sia ben poco e che la realtà possa
superare la fantasia.
Impreparata sulla storia del Messico e sulla rivoluzione
messicana, comincio a googlare ogni
nome che compare nel romanzo e viene fuori che qualche personaggio minore è
esistito davvero. Bastano 4 accorate righe per farti capire che la biondina
minuta che attraversa la strada saltando le pozzanghere, Elena Torres, non è né un personaggio inventato né inoffensivo. Taibo
II ruba dalla storia, ma non ama mitizzare i personaggi; cerca gli uomini e le
donne che si celano dietro i personaggi, ne svela fragilità, ombre, ossessioni.
Emergono ritratti fatti con matite e carboncino, simili alla bella copertina
scelta per questa nuova edizione del romanzo.
Don Paco lo dice chiaramente: la letteratura non deve mettere
ordine nella vita ma diffondere il caos. Ed è quello che succede in questo
finto thriller, avvincente ma non lettura da metropolitana. Non si arriva all’ultima
pagina per scoprire chi sia il mandante degli omicidi ma per completare il
puzzle del Messico degli anni Venti.
Quindi, era necessario ripubblicare in Italia un libro
introvabile da tempo? Sì, lo era. È necessario continuare ad invitare in Italia
un personaggio rivoluzionario che non riesce a parlare di letteratura senza
metterci dentro la politica, la lotta, la passione, i diritti dei più deboli?
Un uomo, spagnolo d’origine e (nella mia testa) messicano solo d’adozione, che
alla domanda “Ha mai pensato di lasciare il Messico?”, a momenti mi scaraventa
contro il bicchiere di gazzosa (sì, gazzosa).
“NUNCA, NEVER, MAI”. Ho
smesso di essere spagnolo da anni. Sono messicano, non lascerei mai il mio
Paese. Un uomo energico che, se solo parlasse vietnamita, starebbe già
scrivendo la biografia di Ho Chi Minh (uno
dei pochi personaggio che merita davvero una biografia). Un uomo in cui
vita e letteratura coincidono (Non
capisco quelli che ti chiedono quale libro porteresti su un’isola deserta. Io non andrei su un’isola deserta se non ci
fosse almeno una biblioteca). Quindi, è necessario continuare ad andare ai
Saloni, agli incontri in libreria, agli aperitivi con Paco? No, certo, si può
vivere senza. Ma si perderebbe l’occasione di ricevere una sferzata d’energia,
di conoscere un altro pezzo di mondo, d’incontrare una coppia (perché credo che
Paco, senza la sua compagna, Palomar, sarebbe un uomo monco, con la metà
dell’energia che possiede oggi) che si sta spendendo moltissimo nel progetto
della Brigada para leer en libertad, iniziativa volta alla diffusione
dell’informazione dal basso, impegnata nel portare libri nelle zone periferiche
in cui non ci sono né librerie né biblioteche.
E vabbè, a questo punto è evidente che la scintilla scoppiata lo
scorso anno è diventata quasi amore.
Paco Ignacio Taibo II, L’ombra
dell’ombra (Sombra de la sombra), trad. Maria Pia Ferrari, La nuova
Frontiera, Roma, 2017
Nel post mancano i link al sito della casa editrice poiché
attualmente in fase di restyling. A breve, troverete tutte le informazioni qui.