come diamine t’è venuto in mente di sparire da un giorno all’altro
da Colonia? Una ragazza come te, metodica, disciplinata, flessioni tutte le
mattine, doccia fredda, una tazza di caffè, un panino con un velo di burro e
via al lavoro. Una come te, una di noi, così, su
due piedi, prendere un treno per Berlino! Perché Gilgi? Andartene, posso capirlo,
ma non in questo modo.
Qualche giorno fa, ero sul lungo Reno a rimuginare sulle sventure dell’ultimo periodo e a ripetermi che ho bisogno di gente allegra, tutto questo pessimismo non mi porterà da nessuna parte; devo incontrare Gilgi, parlare con lei mi aiuterà. Alzo lo sguardo e intravedo tua mamma, stanca come tutte le volte che arrivano i cari parenti. Quell’oca di tua cugina è insieme alla figlia dei Becker, quella fidanzata con una Mercedes-Benz, e pontifica sulla grandezza del duomo di Colonia. Sempre più acuta la ragazza.
Per farla breve, chiedo tue notizie alla signora Kron. Impacciata,
sguardo basso: «Ah signorina, mia figlia non vive più con noi. Come, non lo
sapeva? Tutti i nostri sacrifici, tutto il nostro amore. Temo abbia fatto
qualcosa di sconveniente. Non riesco a capacitarmene. Se la incontra, le dice
di passare a salutarci? Convincerò mio marito a non fare la voce grossa.»
In ufficio dicono che non troveranno più una stenotipista
brava come te; il capo ha commesso un errore, è sempre più pallido e pieno di
pensieri. Dobbiamo risparmiare, dobbiamo risparmiare. E taglia uno stipendio
dopo l’altro. Ma nessuno sa dove tu sia finita.
Non mi resta che bussare alla porta di Pit. Ho ascoltato la
solita solfa sul socialismo e su come tutto dovrà cambiare; poi la storia del
paragrafo 218 conto l’aborto che dovrebbe esser stato abrogato già da un pezzo e
poi…zac! L’ho messo all’angolo. Non è stato facile estorcere il tuo nuovo
indirizzo, non c’è stato verso di scucirgli neppure una parola sul perché della
tua fuga. È colpa di un uomo? Qualcuno ha stravolto la sistematica organizzazione
della tua vita? Improbabile. Però ho capito che stai bene. «Quella maledetta
ragazzina ha una volontà di ferro, riuscirà a cavarsela sempre». Se lo dice Pit…
Gilgi, l’aria di Colonia mi sta ingrigendo; davvero, non
sopporto più quest’ordine, questa tensione. Ho conosciuto un tipo strambo, uno
spiantato senza un marco in tasca, un disorganizzato, uno di quei personaggi con
cui tu non usciresti mai. Però è allegro, divertente; Martin ha girato mezzo
mondo, è stato perfino in Congo. Gilgi, m’è venuta una smania di fare le
valigie e andar via. Voglio guardarmi intorno anch’io; mi fermo qualche giorno
a Berlino prima di andare in Francia. Mi ospiti? Ho tante cose da raccontarti.
Aspetto tue.
Trad. Annalisa Pezzola, L’orma editore, 2016
Qui trovate una recensione vera.
Qui il punto di vista degli amici russi.
Quando la trovi fai un fischio, ché ci devo far dire parole anch'io!
RispondiEliminaA Colonia non c'è la Sciarelli, è chiaro
RispondiEliminaNo, guarda, ho finalmente capito il senso del servizio pubblico...
Eliminanon sarà una recensione "vera" ma a me hai incuriosito un sacco
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