Il mondo dell’editoria
indipendente è sempre più ricco; alcune case editrici scompaiono dopo
pochi anni. Altre, invece, sono riuscite a ricavarsi un angoletto persino nelle
librerie di catena. Stare dietro a tutte è impossibile ed è un peccato perché
si rischia sempre di perdere una perla che svanirà nel marasma delle ultime
uscite.
La Keller rientra tra le case editrici di cui leggo spesso commenti entusiastici ma dal catalogo a me sconosciuto. Almeno fino alla fiera della piccola e media editoria romana dello scorso dicembre, quando ho dato uno sguardo alle pubblicazioni ed ho portato via L’ultimo amore di Baba Dunja di Alina Bronsky. Acquistato per il titolo, la copertina, il consiglio della casa editrice e non per le numerose recensioni positive scoperte solo successivamente. È vero: è un bel libro; piccolo, intenso, caldo, di quelli che ti mettono di buonumore in una giornata in cui sbraneresti chiunque.
Baba Dunja è una baba, una
signora un po’ in là con gli anni, non ne ha più 82 come ai bei tempi, una
donna energica che ha già visto tutto e non ha paura di niente, neanche della
morte, purché si comporti con lei in modo gentile. Ha fatto pace pure con la
vecchiaia che, in fondo, ha i suoi lati positivi, tipo non dover più chiedere
il permesso a nessuno e poter tornare allegramente nella propria casa a Černovo
sebbene sia a due passi da Chernobyl e, dopo l’incidente nucleare, non sia un
luogo salutare in cui vivere. «Sono vecchia, le radiazioni non possono più
colpirmi e anche se fosse non è certo la fine del mondo».
Vivere a Černovo non è
così male: poche persone, ciascuna con le sue manie; giardini rigogliosi, un
pozzo in fondo alla strada, ortaggi, una coltre di neve in inverno e gli
uccellini che cinguettano nella bella stagione. Ci sono ragni dappertutto, ma
pazienza.
Baba Dunja è una donna
ospitale, ascolta le paturnie della piccola comunità di Černovo e il vociare
dei morti che non la lasciano mai in pace. Anche Jegor, suo marito, da quando è
morto è diventano più simpatico. Non che da vivo fosse una cattiva persona, però
era un marito autoritario, possessivo e infedele. Ma a quei tempi erano tutti
così. L’errore è stato il matrimonio in sé; una come baba Dunja avrebbe potuto
crescere i suoi figli da sola, senza incatenarsi ad un uomo per sempre. Ma l’ha
scoperto quando era già tardi.
Da quando è tornata a Černovo,
legge vecchi numeri di La contadina e
L’operaia, lasciati da una donna
nubile che abitava lì prima dell’incidente nucleare, ma non è come Petrov che
ha bisogno dei libri come un alcolista della grappa. Baba Dunja ha sempre da
fare, non le servono i libri per ingannare il tempo. E poi a Černovo il tempo
non esiste. Non ci sono scadenze, ansia, non c’è fretta.
In sostanza i nostri processi quotidiani sono una specie di
gioco. Riproduciamo ciò che le persone fanno di solito. Nessuno si aspetta
niente da noi. Non siamo obbligati né ad alzarci la mattina né ad andare a
letto la sera. Potremmo anche fare esattamente il contrario.
Baba Dunja ha una figlia
che fa il medico in Germania e un figlio che vive dall’altro lato del mondo. E poi
ha una nipote bellissima che si chiama Laura. Vive in Germania (forse), non
parla una parola di russo, è bionda, ha gli occhi tristi e non sorride mai. O
forse non è così perfetta: ha i capelli rasati e odia tutti, eccetto sua nonna,
baba Dunja, sebbene non si siano mai incontrate.
Černovo rappresenta la
morte eppure è lì che Baba Dunja ha imparato a volersi bene e a sorridere. A Černovo
non dovrebbe abitare nessuno. Eppure è lì che Baba Dunja si sente a casa.
Un piccolo libro che fa
bene al cuore.
traduzione dal tedesco di Scilla Forti, Keller editore, 2016.
Segnato!
RispondiEliminaBrava! Pur non essendoci mai incontrate, per quel poco che penso di conoscerti, questo è un libro che ti regalerei volentieri.
EliminaLa copertina è bellissima! :)
EliminaSì, bella recensione ( come sempre, )sintetica ed efficace e libro molto invitante. Una curiosità : perchè tradotto dal tedesco? Ciao!
RispondiEliminaPerché l'autrice è nata in Russia ma cresciuta in Germania, dove vive attualmente. Una bella storia e una bella penna.
Eliminacredo proprio che questo libro sarà mio al più presto! :)
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