lunedì 16 febbraio 2015

Il libro dell’amore perduto, Lucy Foley

Mi sa che se continuo ad essere così critica, i tipi della Neri Pozza mi inviteranno educatamente a lasciare il loro book club.  Il fatto è che quando mi precipitai ad inviare la mia candidatura, avevo in mente letture straordinarie. Storie che mi avevano fatto sorridere; esagerate file alla Posta perché, presa dalla lettura, avevo dimenticato di guardare il display perdendo il turno; giorni in cui mi sarei data malata in ufficio pur di restare a casa a leggere (vabbè, questa qui forse non vale perché, se non fosse per lo spiccato senso del dovere e la necessità di soldi, mi darei malata quotidianamente). Insomma, felice di essere stata scelta dalla redazione della Neri Pozza, prefiguravo letture brillanti e situazioni tipo “Ho appena finito un libro fighissimo. Eh no, mi spiace, non lo trovi ancora in commercio perché noi del book club lo leggiamo in anteprima. Però appena esce ti consiglio di passare in libreria”.  Così, ci son rimasta parecchio male nel sentire la mia voce sbuffare un: “Ho appena finito un libro della Neri Pozza, uno di quei libri che noi del book club leggiamo in anteprima. Una noia…” 
Il libro dell’amore perduto si aggiudica il premio del romanzetto più noioso tra quelli letti nell’ultimo anno. Già il titolo non lasciava ben sperare, però mi si sono aggrappata all’originale (The Book of Lost & Found, meglio no?). Neanche la copertina mi entusiasmava, ma la scheda messa cortesemente a disposizione dalla casa editrice proclamava che per l’acquisizione dei diritti “Neri Pozza vince l’asta in Italia anche grazie a un’appassionata lettera inviata all’autrice”.  
La lettera inviata dalla direzione della casa editrice italiana all’agente incaricato recitava: IL LIBRO DELL’AMORE PERDUTO è una bellissima storia d’amore di una coppia che si ama profondamente, ma che viene separata dagli eventi e dalle aspettative rigide delle proprie famiglie.
Ci è piaciuto moltissimo che gli eventi muovono tra Londra, New York, Parigi, Venezia e la Corsica, rendendola una storia d’amore che attraversa i confini di luogo e tempo, parlando di ciò che avrebbe potuto essere.
Come dice Alice alla fine del romanzo, non è la storia d’amore felice che tutti vogliono sperimentare, ma è senza dubbio il racconto appassionante di due persone innamoratissime, sfidate dalle circostanze storiche e un codice morale molto rigido. Questo è un aspetto che noi europei comprendiamo molto bene. Lo vorremmo sottolineare, perché a volte manca nei romanzi americani, dove gli autori aspirano fin troppo spesso al lieto fine.
Ovviamente, di fronte a cotanto entusiasmo, le mie aspettative aumentano. Dopo un inizio tutto sommato brillante, intorno a pagina 60 capisco che un pezzo di lieto fine ci sarà. Comprendo, inoltre, che:
- Al momento, la fotografia tira parecchio: da ottobre a febbraio è venuta fuori in 2 romanzi su 5;
- Anche nella sfiga (essere mollati davanti ad un istituto religioso appena nati, una guerra mondiale, il campo di concentramento, un aereo che precipita e tu sei proprio là sopra) si può essere molto fortunati. Molto americano;
Si è quasi sempre bellissimi, si ha sempre uno sguardo intenso, cadono dal cielo eredità milionarie, si nasce sempre con qualche dono speciale, che sia la danza, la pittura o, magari, la fotografia. E si diventa inevitabilmente celebri. Se non è pura felicità è una condizione da non disprezzare. Il miracolo americano, pure se vivi in Europa.
Un intreccio amoroso piatto, nessuna sorpresa, frasi banali, tanti luoghi comuni. Il libro lo leggi ma ti senti come quando, per mantenere i rapporti di buon vicinato, inviti la coppia della porta accanto. Dopodiché non fai altro che sbirciare l’ora chiedendoti perché diamine tu voglia essere sempre amichevole e cordiale con tutti.

Va detto che in questi giorni sono sull’acido andante. A qualcuno il libro è piaciuto, l’avrebbe scelto anche come regalo per San Valentino. Boh, sarà che io non lo festeggio da anni…    

trad. Massimo Ortelio, Neri Pozza, I narratori delle Tavole

4 commenti:

  1. Prima di leggere l'ultimo paragrafo ho pensato fra me e me:" Però, anche Babalatalpa Sto arrivando! essere acidamente tagliente quando un libro non le piace."
    L'essere "acido andante" nel commento di un libro che delude le aspettative è cosa rara e preziosa, al giorno d'oggi, nel leggere le recensioni dei libri. Ed è anche per questa tua acida trasparenza che ti leggo sempre volentieri.

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    1. Che bello avere una lettrice affezionata come te! Quando ho iniziato a partecipare al book club della Neri Pozza, sono stata presa da un sacro terrore: non riuscirò mai a commentare liberamente questi libri. Temevo che il solo far parte di un book club nato su ispirazione della stessa casa editrice, potesse influenzare i miei post. È stato un sollievo scoprire che riesco a conservare la mia libertà di opinione e scrittura. Anche perché, i libri letti fin ad oggi, non mi hanno entusiasmato più di tanto.

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  2. Eh sì che ti butteranno fuori dal club!! :D
    però il paragone di quando vai dai vicini rendeva molto bene lo stato d'animo!! e mi è piaciuto molto!! ;)
    ciao

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    1. Ciao mia cara! Ma che piacere risentirti!!! Non riesco proprio a mentire. In compenso, il libro che ho appena iniziato promette bene. Magari mi tengono…

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