giovedì 4 marzo 2010

Quando la forma non è essenziale?

In questi giorni, a un ingenuo privato cittadino italiano viene da chiedersi: «Perché se io decido di partecipare a un concorso pubblico o a una gara devo rispettare i tempi di presentazione della domanda, le formalità e le procedure, pena l’esclusione dal concorso/gara, mentre se un gruppo di candidati alle elezioni non adempie tutte le procedure formali per la regolare presentazione della lista può permettersi di urlare che a prevalere debba essere la sostanza e non la forma, quando la forma non è essenziale?» Lo sanno i nostri governanti che se io presento la domanda per partecipare a un concorso pubblico, senza firmarla e apporre la data, vengo esclusa dal concorso? E non posso accusare nessuno se, a causa della mia negligenza, non ho potuto esercitare il mio diritto a prender parte a una competizione tra più soggetti, pur avendone tutti i requisiti.
Onestamente che la lista del PdL e il listino della Polverini nel Lazio, così come il listino Formigoni in Lombardia e tutte le altre liste a oggi escluse dalla competizione elettorale, vengano riammesse, m’importa poco. Che trovino pure l’ennesimo escamotage politico…
Ciò che più m’infastidisce è sentir parlare anche stavolta “dell’azione violenta e illegittima contro il PdL”, di tirar in ballo i “facinorosi” che avrebbero impedito l’accesso dei delegati del PdL all’interno del Tribunale (ma poi, dico, è un Tribunale mica casa mia. Non venite a raccontarmi che non c’erano forze dell’ordine lì intorno!). E via alla “prova di forza”in piazza contro chi vuole impedire a 14 milioni di persone di votare.
Avrei preferito che, per una volta, qualcuno avesse ammesso i propri errori, la negligenza nel rispettare le procedure e magari chiesto una soluzione politica di fronte a tanti pasticci. Sarebbe stato più onesto. A noi questo caos non sarebbe piaciuto lo stesso, ma l’avremmo digerito prima. 

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