venerdì 7 novembre 2008

YES THEY CAN

E sì, va bene, lo confesso: anch’io avrei votato per Barack Obama. Non tanto perché  “giovane, bello e anche abbronzato”,  come ho sentito dire stasera, ma perché credo rappresenti davvero il cambiamento; perché condivido molte delle cose che dice; perché, ammettiamolo, simboleggia il sogno americano; perché, leggendo la sua biografia e ascoltando le sue parole, vien da pensare che sia vero: forse esiste un paese in cui parlare di meritocrazia può aver un senso. 
E poi l’avrei votato perché il mio stomaco non avrebbe retto nel vedere Sarah Balin alla vicepresidenza. Però… Però non era mia intenzione, oggi, parlare delle elezioni negli USA perché, onestamente, ho trovato eccessiva l’attenzione che i media italiani hanno riservato al fenomeno.

La non stop della Rai, il fatto che ¾ dei TG fossero dedicati alle elezioni negli USA, i sondaggi, i continui riferimenti agli Stati Uniti come modello di democrazia. Il TG1 ha addirittura invitato i telespettatori a partecipare al sondaggio, votando “quale dovrebbe essere la priorità del 44° Presidente degli USA”… Stamani accendo la televisione e al TG3 delle 6.00  sento dire: «Ventiquattro ore fa, stavamo ascoltando il commovente discorso di Barack Obama...» Esagerati!
Ho avuto la sensazione che si sia prestata maggiore attenzione alle elezioni statunitensi che a quelle italiane. Le votazioni, normale prassi di ogni sistema democratico che funzioni,  si sono così trasformate in uno show. Eccessivo! Forse per questa ragione ho comprato il giornale ma mi son limitata a sfogliarlo; ho ascoltato distrattamente il Tg e non ero intenzionata a scrivere alcun post sulla vittoria di Obama. Poi, però, ho sentito le illuminanti parole del nostro Presidente del Consiglio e, ancora una volta, è stato chiaro il motivo per cui si preferisca parlare della vittoria di un altro Presidente piuttosto che delle vicissitudini e dei personaggi di Casa Nostra.

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