Venerdì
pomeriggio, ufficio. All’ennesimo tutorial dell’ennesimo software di
fatturazione costruito apposta per me, ho la sensazione che il mal di testa non
sia una conseguenza della fatturazione elettronica ma del raffreddore in
arrivo. Non ho mai capito la ragione per cui riesca ad ammalarmi puntualmente
di venerdì, mandando in fumo i programmi del weekend, per tornare al lavoro il
lunedì stropicciata e nervosa.
A
Roma c’era la XVII edizione di Più libri più liberi; i tempi in cui prendevo addirittura un paio di giorni di ferie
per vivere pienamente la fiera della Piccola e Media editoria sono lontani,
però rinunciare al sabato nella Nuvola mi rodeva un po’. Programma della fiera
alla mano, impasticcata e confusa, son salita sul mio trenino, dribblando
gruppuscoli di Salviniani diretti in Piazza del Popolo.
Girare
tra gli stand non mi entusiasma più. La sindrome da sabato mattina al
supermercato m’ha preso dopo dieci minuti. Eppure era presto, i corridoi non
erano ancora affollati e avrei anche potuto scambiare due parole con gli
espositori. Invece sono fuggita anzitempo nella sala in cui si teneva l’incontro
con Gianrico Carofiglio e Jacopo Rosatelli.
I
miei incontri:
- Ho
ascoltato un caustico Carofiglio concentrato
sulle parole della comunicazione politica e sull’utilizzo improprio di
espressioni giuridiche. Prende spunto dall’attualità politica, è più pungente
di quanto non lo sia già in alcune puntate di Otto e mezzo della Gruber, spiega la differenza tra trasparenza e
riservatezza, ricorda l’accezione positiva del termine compromesso, racconta un
aneddoto esemplificativo di cosa sia la buona politica.
Gianrico
Carofiglio con Jacopo Rosatelli, Con i piedi nel fango. Conversazione su politica e verità, Edizioni Gruppo Abele;
- Ho
dato un volto a Florinda Fiamma, una delle voci di Radio3, che ha coordinato la
presentazione di Adulterio e altre scelte,
raccolta di racconti di Andre Dubus. In Italia, a farci scoprire Dubus sono
stati il traduttore Nicola Manuppelli e la casa editrice Mattioli 1885.
Manuppelli racconta ancora una volta il suo primo approccio con Dubus. Una sera
va al cinema a vedere I giochi dei grandi.
Il film non lo fa impazzire ma lo colpisce la tensione fra i personaggi. Gli
sembra una cosa nuova, non sa neanche bene come poterla descrivere ma sa di non
aver mai letto una roba simile. Dopo qualche mese, s’imbatte nelle short
stories di un narratore americano che sa creare quella forte tensione tra i
personaggi. Lo scrittore è Andre Dubus e, non a caso, I giochi dei grandi era stato tratto dai suoi racconti.
Andre
Dubus, Adulterio e altre scelte, Mattioli 1885.
- Mi
sono persa dietro le immagini evocate dall’antropologo Marco Aime e dal
geografo Davide Papotti mentre parlano di mappe, viaggi, Altro e altrove.
Piccolo lessico della diversità a cura di Marco Aime e Davide Papotti, Fondazione Benetton Studi Ricerche - Antiga Edizioni.
- Massimo
Cacciari e la Divina Commedia. E non
dico altro perché non ne ho gli strumenti. Lo ascolto in piedi, in silenzio,
troppe cose mi sfuggono. Da profana, avrei eliminato le letture di Massimo
Popolizio: una Divina Commedia troppo
recitata, esasperata, eccessiva. Insomma, declamata da Popolizio non m’è
piaciuta.
Divina Commedia a cura di Enrico Malato, Salerno editrice.
- Marco
Damilano interroga Luciano Canfora sul moto violento della storia che
spazza via il marciume e l’immobilismo di alcune fasi storiche. Non fa sconti a
nessuno Luciano Canfora: spietato con la sinistra italiana e francese, spietato
verso L’Europa, spietato verso i cosiddetti intellettuali.
Chiude
ricordando una frase profetica di Karl Marx: il conflitto di classe come possibile comune rovina delle classi in
lotta. Non si può star tranquilli che in qualche modo i problemi si risolvano:
li dobbiamo affrontare noi.
Luciano
Canfora, La scopa di Don Abbondio,
Laterza.
- L’ironia
di Diego Bianchi e della banda di Propaganda live.
Altre
cose belle:
- Abbracciare
un pezzo di scratchreaders (tipi strani che leggono e commentano su facebook una quantità enorme di libri, scritti
prevalentemente da gente morta);
- Mangiare
un panino nella Nuvola, ciarlando di racconti e editoria;
- Sbirciare
gli incontri evidenziati dal coniuge, stravolgere i miei programmi pomeridiani e
seguirlo;
- Scendere
dalla Nuvola mentre Propaganda non è
ancora concluso ma la fiera è già chiusa da un pezzo. I corridoi puliti, gli stand
con i libri in ordine, pronti per essere sfogliati, spostati, imbustati il
giorno successivo. Le luci soffuse, un silenzio irreale. È come se vedessi la Nuvola per
la prima volta. L’immagine più bella della giornata. Vacillo. Ma
forse è solo la febbre che ricomincia a salire.
Perfino con la febbre! 😀😍
RispondiEliminaTendenzialmente, sottovaluto l’influenza (uh, per un po’ di febbre, cosa vuoi che sia!). Questa volta, invece, m’ha steso. Un tal mal di testa che per tre giorni non sono riuscita a leggere neppure una paginetta. Ancora un giorno di riposo e recupererò tutte le paginette perse!
Eliminaanche io ho deciso di vivere così il Salone del libro negli ultimi anni: pochi stand per dar spazio agli incontri!
RispondiEliminaVedo che siamo sulla stessa lunghezza d’onda! Non so se quest’effetto supermercato (o, peggio ancora, il sabato all’Ikea…) dipenda dal fatto che, non prendendo più un giorno di ferie per andar in fiera, finisca per ritrovarmi lì con il mondo intero. Magari, se andassi il giovedì sarebbe diverso e potrei scoprire cose interessanti tra gli stand, come succedeva qualche anno fa.
EliminaCon il Salone del libro non si può fare lo stesso discorso: suppongo sia sempre strapieno (io, di solito, venivo il giovedì pomeriggio e c’era già una marea di gente). E poi gli incontri a Torino sono così interessanti e numerosi da avere solo l’imbarazzo della scelta.
S'impone progettare una nuova gita a tema letterario nel 2019, biblioterapeutica o "libreriscamente" curativa.
RispondiEliminaRiprenditi!
Hai ragione. Rischio di perdere lo smalto...
EliminaHo una venerazione totale per Dubus.
RispondiEliminaciao
Come darti torto? Io ho letto solo due raccolte di racconti. Indimenticabile "Non abitiamo più qui". Stando alle parole di Manuppelli, "Adulterio e altre scelte" è la raccolta più bella, ma credo l'abbia detto anche per le precedenti. Io, comunque, mi lascio convincere facilmente...
EliminaCara Baba, non vorrai mica smettere di andar per manifestazioni librarie e privare noi delle scoperte, sempre ghiotte, che ci riservi, vero? Dubus era, fino a che non ho letto il tuo post, uno sconosciuto e ora me lo sono segnato. Carofiglio- conosciuto e letto sì, ma su cui aleggiava l' idea che sappia mettere mooolto a frutto il suo capitale- ha suscitato il mio interesse con questo ultimo libro. Insomma, resisti, mia cara, per noi pigroni e parassiti. E continua anche a mantenere quel simpatico blog di Ciampino... Un abbraccio e buone feste!
RispondiEliminaGrazie Renza! è sempre una gioia ricevere i tuoi messaggi. Tempi strani questi. L'entusiasmo per ciò che amo a volte viene fagocitato dalla corsa per... boh, dovrei dire il lavoro. Fagocitata dalla frenesia di un lavoro in cui non credo più e forse è solo la stanchezza ad appannare tutto il resto. Però, se penso ai momenti belli di quest'anno, vedo i percorsi in bici, Mantova, il festival del giornalismo di Ferrara, il giovedì sera in biblioteca, lo scambio di battute con lettori incontrati per caso e divenuti amici. E quindi no, non posso mollare. Semmai, ridare un ordine alle priorità.
EliminaGrazie di cuore Renza. Un caro abbraccio e buone feste anche a te!