La
scelta del libro del mese per il gruppo di lettura della biblioteca di Ciampino
non è mai facile. Bisogna valutare le proposte dei partecipanti, ma ci sono
anche persone che non amano né proporre né votare. Preferiscono affidarsi alla
coordinatrice, che sarei io. All’inizio non mi facevo troppe paturnie; pensavo
ai libri che mi avevano colpito, a quelli che ben si sarebbero prestati a uno
scambio di opinioni, controllavo il numero di copie presenti in biblioteca (è
un gdl che ruota intorno alla biblioteca, quindi i partecipanti dovrebbero
avvalersi del prestito bibliotecario e non del proprio portafogli) e
deliberavo. Al massimo, lanciavo il sondaggio considerando 2/3 titoli diversi.
Poi la partecipazione è aumentata a dismisura, i lettori sono diventati sempre
più esigenti e la selezione è diventata sempre più ardua.
Mai
letto una raccolta di racconti in
due anni. Ho pensato fosse arrivato il momento di osare, utilizzando il
salvagente Alice Munro: premiata con il
Nobel nel 2013 come “maestra del racconto contemporaneo”, racconti ben
costruiti, con protagoniste in cui potersi ritrovare. Perfetto per un gruppo
costituito prevalentemente da donne. Com’è andata? Lo racconto qui.
Tra
le diverse raccolte di racconti che ho letto della Munro, sono rimasta
affezionata alla mia prima lettura, Nemico, amico, amante… Non so
neppure spiegarne le ragioni, visto che, a distanza di nove anni, di quei
racconti non ricordavo granché. Forse ad ammaliarmi era stato il piacere della
scoperta: aver trovato al momento giusto qualcuno che sapesse parlare delle
frustrazioni della quotidianità e che fosse stata in grado di trasformare pezzi
della propria vita in una narrazione universalmente valida. Matrimoni che resistono nonostante la
cappa opprimente a tavola, corteggiatori titubanti e smaniosi di un contatto
fisico divenuti mariti risoluti e critici; piccoli tradimenti, frasi pensate e mai dette; una profonda solitudine anche quando, apparentemente,
va tutto bene.
Diceva
di amarlo, ed entro certi limiti era anche sincera, e voleva essere amata da
lui, ma c’era un fievole ronzio di odio che accompagnava l’amore, quasi sempre.
[…]
Il
patteggiamento era già in atto.
da Post and Beam
La
rilettura è stata più lenta del primo approccio con il libro. Avevo ben in
mente il primo matrimonio della scrittrice a vent’anni, che era stato sì un
matrimonio d’amore ma anche una soluzione pratica per venir fuori dai problemi
economici, terminare gli studi e consolidare il rapporto con ragazzo carino, Jim
Munro, dal cognome migliore di quello di Alice (“Ho preso il suo nome e me lo sono tenuto perché è meglio del mio”);
affascinato dalle passioni della giovane moglie, dal suo essere sempre persa in
un libro o in una frase. Conoscevo le ristrettezze economiche vissute dalla
scrittrice durante l’adolescenza, il suo pessimo rapporto con la matrigna, la
prima occupazione del padre (allevatore di volpi argentate), abbandonata
durante la seconda guerra mondiale quando era stato costretto ad accettare un
lavoro in fabbrica. Conoscevo il rapporto della Munro con Vancouver, le
motivazioni per le quali scriveva prevalentemente racconti (“Per via del mio lavoro da casalinga. Non ho
mai avuto un anno in cui lavorare alla stessa cosa. Il mio lavoro era sempre
interrotto. Non potevo nemmeno lontanamente pensare ad un romanzo”).
Insomma,
pur non ricordando la trama dei racconti, sapevo cosa avrei trovato in quelle
storie. Nella rilettura ormai mancava l’elemento sorpresa ed è stata meno
appassionante della scoperta. Però, è rimasto intatto il piacere di poter
osservare, di nuovo, la capacità della Munro nel delineare tutte le
sfaccettature della personalità di una
donna: la forza, la risolutezza, la paura di sbagliare, l’indecisione, la
vulnerabilità, l’intelligenza che certi uomini confondono con la freddezza (è l’intelligenza a mantenerla fredda.
Intelligente significa fredda per una donna), la vitalità, la solitudine,
l’ironia, la capacità di stringere i denti e alzare la testa.
Magnifica
traduzione di Susanna Basso che fa percepire la meticolosa scelta delle parole
e l’amore incondizionato che la Munro riversa nella scrittura.
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Film tratto dal racconto "The Bear Come over the Mountain" |
Alice Munro, Nemico, amico, amante… (titolo originale
Hateship, Friendship, Courtship,
Loveship, Marriage), traduzione Susanna Basso, Einaudi, 2003.