La
famiglia Karnowski - I.J. Singer, traduzione di Anna Linda Callow, Adelphi.
Il solito amico che legge tutto, che sa tutto, che sbaglia poche volte, mi
ha ripetuto per mesi la stessa frase: “Notevole. Il libro più bello letto nel
2013. Non puoi non averlo ancora acquistato”. Io mi ostinavo a guardare, senza
toccare, il tomone dalla bella copertina ogni volta che entravo in libreria. Lo
guardavo, lo riguardavo e passavo oltre. Poi è arrivato il giorno dello sconto
del 25% e con poca convinzione ho pagato e l’ho portato a casa. Dove è rimasto nello
scaffale della mescolanza, quello della geografia indefinita. Non ho il reparto
yiddish, conosco pochissimo la cultura ebraica e l’ho sempre identificata con
storie tristi, sconfortanti, vittimismo puro.
Perché? Perché chi non conosce sbaglia in continuazione.
De La famiglia Karnowski troverete recensioni bellissime on line, ne
parlava Gabrilù prima ancora che venisse tradotto in italiano; qui potete
trovare i link a numerosi ed interessanti articoli.
Io posso solo dirvi di aver scoperto un libro pieno di umorismo,
tenacia, voglia di vivere. L’idea che non bisogna arrendersi mai (“Vivi e lascia vivere. Soldo in più, soldo in
meno”), che con la testardaggine e l’impegno ci si può risollevare anche
quando tutto rema contro, che si deve sempre alzare la testa anche di fronte alle
ingiustizie più atroci.
“Niente di nuovo, rabbi Karnowski, sempre la stessa vecchia
storia. L’abbiamo già visto accadere a Spira e a Praga, a Cracovia e a Parigi,
a Roma e a Padova. Da quando gli ebrei sono ebrei, la plebaglia brucia i loro
libri sacri, marchia i loro abiti con segni distintivi, ne disperde le
comunità, ne perseguita gli eruditi. E nonostante tutto siamo ancora qui”.
Uno di quei libri che ti fanno guardare con noncuranza i ritardi
di Trenitalia, che ti tengono sveglia dopo la piscina, che vorresti non
finissero mai, sebbene le pagine finali siano di una tale bellezza da godere
anche del finale. Un capolavoro assoluto.
Se non vivessi una di quelle fasi in cui “Non comprerò un altro
volume fin quando non avrò letto tutti quelli ammucchiati in libreria” (vediamo
quanto dura…), mi sarei già precipitata ad acquistare I fratelli Ashkenazi. Ma, essendo in pieno stadio di smaltimento libri accumulati, sono passata ad un'altra saga familiare, che attendeva in libreria da un paio di anni. Tutt'altro tenore, tutt'altra ambientazione. Ne parliamo la prossima volta.