giovedì 6 marzo 2014

Via delle Camelie

Ho scoperto MercèRodoreda alcuni anni fa. Sentii qualche recensione positiva di La piazza del Diamante (pubblicato in Italia da La Nuova Frontiera, trad. Giuseppe Tavani); ero in fase spagnoleggiante, volevo andare a Barcellona, mi ero iscritta ad un corso di lingua e cultura spagnola e la Rodoreda mi catturò. Che poi la Rodoreda è catalana e scrive in catalano, ma allora non sapevo ci fossero delle differenze.
Non so dire cosa mi abbia stregato: forse la scrittura cupa, tutto quel fluire di pensieri a ruota libera. Rodoreda racconta a sé stessa e tu ascolti; un po’ ti vergogni perché certi pensieri ti sembrano troppo intimi, forse Mercè mica le voleva dire a voce alta quelle cose lì; le son sfuggite e tu non avresti dovuto ascoltarle. Ma ormai l’hai fatto.

Pensai di dover acquistare qualche altro libro della stessa autrice. Poi, come al solito, passò del tempo. Via delle Camelie l’ho trovato a metà prezzo in una libreria dell’usato. In questo periodo mi sento poco spagnoleggiante, ma l’ho preso ugualmente. All’inizio ho pensato che la fascinazione di Piazza del Diamante fosse bella che andata. Poi, intorno alla cinquantesima pagina di Via delle Camelie, sono caduta nuovamente in quella misteriosa cupezza. Anche qui, la protagonista non è nata sotto una buona stella; abbandonata da piccina, ha la smania della fuga, vaga alla ricerca di qualcosa di indefinibile. Ma prende una batosta dietro l’altra. Forse cerca la felicità. Forse ha bisogno di essere rassicurata. Forse ha bisogno di casa. Forse cerca solo il calore di una semplice tisana al tiglio. 

5 commenti:

  1. (io non l'ho mai bevuta una tisana al tiglio. Dici che funziona?)

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    1. L’ho acquistata la settimana scorsa. Un mix di tiglio e melissa. Effetto rilassante. Ma la smania d’altro m’è rimasta. Forse dovrei provare con un infuso concentrato di puro tiglio…

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  2. Ma non ho capito se il libro ti è piaciuto oppure no

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  3. Solo per dire che il sistema di gestione dei commenti di blogspot.it sarà forse eccellente nei confronti degli spammatori (me lo auguro per voi), ma ti assicuro che è talmente farraginoso ed assurdo per chi non appartiene alla famiglia della piattaforma da far passare la voglia di lasciar commenti.

    Ho provato parecchie volte, in passato, ma dopo esser stata portata di qua e di là alla fine mi sono arresa e me ne sono andata. E non credo di essere una sprovveduta, con blog e computer.

    Anche questa volta, mica so se riuscirò a sortir viva dalle forche caudine dell'intimazione ad identificarsi (digitare nome, url, e meno male che non chiedono codice fiscale, gruppo sanguigno e numero di piede e quante volte al giorno mi lavo i denti), a riconoscere e digitare il captcha, a tornare indietro, a ridigitare il già digitato, a veder sparire tutto quello che si è già fatto e a dover ricominciare l'infernale tour… etc.

    Tutto questo per dire che molte volte avrei avuto voglia di commentare un tuo post, ma non sempre mi sono sentita/mi sento di affrontare l'impresa.

    E chissà quanta altra gente si è trovata nelle mie condizioni.

    Perdona questo mio grido di dolore

    Ciao! :-)

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    1. E meno male che me l’hai fatto notare, cara Gabrilù, non sapevo fosse così complicato.
      Ho abilitato l’opzione all’ennesimo commento postato da qualche integralista islamico che inneggiava ad Allah. Non che abbia nulla contro Allah, ma non erano granché attinenti a miei post.
      Grazie per avermelo fatto notare.

      Mi sa che il post era un po’ troppo criptico, vero?
      Lo stile della Rodoreda è particolare: il libro mi è piaciuto ma non è di quelli che consiglierei a cuor leggero. Altamente sconsigliato se si sta vivendo un momento poco allegro della propria vita. Se non hai letto nulla dell’autrice, suggerisco di leggere “Piazza del diamante”. A me aveva colpito parecchio.
      Vado a disabilitare le forche caudine…

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