martedì 7 agosto 2012

Amarezza


Schwazer positivo all'Epo”.
Ho sentito la notizia in auto, mentre tornavo a casa dal lavoro. Ho sperato fosse una bufala, poi ho ascoltato le varie interviste e la sua ammissione di colpevolezza. Da quando pratico la corsa a livello agonistico, sono crollate molte certezze. Credevo che gli amanti dello sport, non i professionisti per carità, ma quelli che si allenano costantemente per piacere e passione, senza ricavarne alcun beneficio economico, fossero dei puri. Povera ingenua!
Un corridore ultracinquantenne prende di tutto pur di “fare il tempo” in gara. Eh, già, bella soddisfazione! 
Non sono tutti così, è ovvio. Esattamente come non tutti i professionisti barano. E quando vincono, vincono davvero.
Sono disincantata e, con molta amarezza, non mi stupisco più di nulla. Però, ho trovato eccessivi anche i servizi al TG. Sì, Schwazer ha tradito i principi dello sport (e non è stato il primo né il solo a farlo), ma ha innanzitutto rovinato la sua vita. Ha sbagliato, è stato giustamente punito e continuerà ad esserlo.
Tutto questo moralismo e tanto desiderio di salir in cattedra da parte di un paese che sbaglia in continuazione, e neppure riconosce le proprie colpe, potremmo risparmiarcelo.  

6 commenti:

  1. Anche secondo me, puntare il dito solo su Schwazer non ha molto senso. Io punterei il dito proprio su quell'intero meccanismo, che tende a coccolare troppo i propri "campioni" e quelli si adagiano tra sponsor, spot pubblicitari, interviste, passerelle eccetera. La nobiltà dello sport è data dallo sport in se stesso, il quale notoriamente non è un'attività "comoda". Il letto di onori e agi, con cui stiamo abituando molti sportivi ad adagiarsi(senza fare naturalmente di tutta l'erba un fascio), secondo me ha effetti deleteri. E ci toglie una di quelle poche circostanze sane, dove la gioia del vincitore è condivisa in modo partecipe e disinteressato dal pubblico, ammirato e colpito dai sacrifici e dagli sforzi di anni di preparazione degli atleti.

    P.S. Non leggere il mio post su Schwazer, che è "da camionista" :D

    RispondiElimina
  2. Considerando la cultura italiana di certi nostri politici nonché presidenti di regione, almeno ha avuto l'inusuale atteggiamento di fare mea culpa. E chissà che questa sua forza di oggi non lo compensi delle sue debolezze passate.
    Bye&besos

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai colto nel segno.
      Non ci sono giustificazioni per il doping. Mai. A qualsiasi livello. Ma trovo assurdo quest’accanimento in un paese in cui i politici hanno fatto di tutto senza assumersene mai piena responsabilità o ammettere “Ho sbagliato”. La colpa è sempre di qualcun altro. Per non parlare poi delle nefandezze del calcio.
      Veniamo bombardati quotidianamente dallo stesso messaggio: “L’importante è vincere”. Sottotitolo: “Non importa come”. Ed ora, fiumi d’inchiostro sulla fragilità del ragazzo, sullo sportivo buono e su quello cattivo e sul tradimento dei valori! Ma di quali valori?

      Elimina
  3. Completamente d'accordo con te... Ci accaniamo sulla vittima e non sul carnefice...

    RispondiElimina
  4. Sono d'accordo con te anch'io. L'ipocrisia di chi si mette in cattedra facendo finta di dimenticare che sotto la punta c'è il resto dell'iceberg è vieppiù irritante.
    Ciao, carissima. Tu continua a correre. Deve essere bellissimo!:)

    RispondiElimina
  5. La mia amarezza è che sei sparita da un po', e io per protesta oggi non vado a correre (ogni scusa è buona :D)

    RispondiElimina

Il tuo commento sarà visibile dopo l'approvazione.