Apro
la posta elettronica e inizio a maledire il Black
Friday che ha triplicato la spazzatura che riempie quotidianamente la mia
casella (non c’è opzione unsubscribe
che tenga. Non so quante volte avrò ordinato a destra e manca di cancellarmi da
iscrizioni mai scientemente chieste). Sì, ho avuto anch’io la tentazione di
approfittare di sconti favolosi che mai, dico mai, mi capiteranno più nella
vita. E quando ho realizzato che stavo perdendo tempo su un sito, facendomi
influenzare dalla follia che ci circonda, pronta a tirar fuori la carta di
credito per acquistare una roba di cui non ho alcuna necessità, mi sono data
della cretina e ho chiuso tutto.
Comunque, la vita dell’aspirante consumatrice consapevole è durissima. C’è voluto un po’
prima di trovare il canale giusto per ricevere miele, frutta e verdura dai
piccoli produttori locali (no, non è una scelta basata sul risparmio, ma
i prodotti sono buoni e me li consegnano a casa); anche trovare il posto giusto
per caffè e cornetto non è stata mica una passeggiata (spiace vedere l’elevato turnover
del personale del baretto vicino l’ufficio e comprendere che il malcontento
derivi dal lavoro mal retribuito e irregolare). E l’abbigliamento? Non rinnovo il guardaroba ogni
cambio di stagione, però qualche domanda di fronte a quegli abitini tutti
identici, a prezzi irrisori, me la faccio anch’io. Ma se volessi indossare
qualcosa di più originale senza spendere un patrimonio e con la speranza di
pagare equamente il lavoro altrui?
Mi
sono ricordata di un’amica che creava gioielli artigianali e che aveva aperto
il suo negozietto sulla piattaforma Etsy.
Ora, io non so se anche dietro Etsy ci
siano delle fregature, certo è che la mia prima esperienza di acquisto è stata
positiva.
Ho
scovato la giovane Giulia e la sua passione di coniugare la moda con qualsiasi
forma artistica (dalla pittura alla letteratura). Giulia è di Padova, il suo
spazio su Etsy si chiama Abricot Atelier e pochi giorni fa ho ricevuto il mio
acquisto.
Confezionato
con amore, curato nei dettagli, pensato nei minimi particolari. Le attenzioni
di Giulia sono state tali da farmi pensare d’aver ricevuto un
regalo, e non di aver speso dei soldi.
L’abito (perfetto) e la gonna (morbidissima e ben cucita) sono stati accompagnati da un grazioso taccuino per “annotare i tuoi
momenti di bellezza e poesia”.
Grazie
Giulia, continua a far danzare le tue mani e la tua fantasia.
A volte mi è capitato, con i vestiti, di fare come per cibo e artigianato, comprarli cioè equi e solidali, tuttavia mi sono presa delle solenni cantonate, abiti cuciti male che non resistevano nel tempo, allora mi sono detta che l'equità dovrebbe essere bidirezionale, e non ne ho più acquistati, sono felice quindi di sapere che hai trovato qualcosa di curato e rifinito e che viene proprio dalla mia città
RispondiEliminaTi dirò: a mia volta sono stata sempre scettica. Poi, comprare abiti on line, senza misurarli... Mai fidata.
EliminaVa detto che Giulia è stata molto seria dall'inizio, chiedendomi esattamente tutte le misure. Insomma, una sarta a distanza. Vediamo se dureranno nel tempo.
pure a me piacerebbe fare scelte simili ma io sono proprio incapace di comprare online... persino i libri (qualcosa di cui sono sicura che mi piaccia) non riesco ad ordinarlo sul sito ma devo andare in libreria per essere soddisfatta.
RispondiEliminaLa cosa che più mi stufa è dover aspettare il corriere...
Se potessi, pur di evitare la folla, la ricerca del parcheggio, il solo fatto di uscire di casa il sabato...acquisterei tutto on line. Capisco, però, che molto dipenda anche dalla schizofrenia del luogo in cui si vive. In generale, non sono un'amante dello shopping (fosse per me, i centri commerciali avrebbero già chiuso per fallimento).
EliminaL'unico luogo in cui vado volentieri, sono le librerie. Però lì è diverso: puoi prenderti il tuo tempo, vagare tra gli scaffali, se trovi il libraio bravo, fare quattro chiacchiere, se c'è pure un angolo caffè, incontrare un amico. Eppure, non avendo librerie né vicino casa (nel senso che non ce n'è neppure una), né vicino l'ufficio (zero), la visita in libreria diventa un evento eccezionale. Fortuna che ho la biblioteca a dieci minuti dall'ufficio.