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lunedì 21 maggio 2012

Salone del Libro di Torino 2012


Sono andata al Salone del Libro di Torino nel 2008. Di quell’anno ricordo lo spaesamento: visitai uno stand dopo l’altro, scoprii case editrici di cui non avevo mai sentito parlare (per mia ignoranza, non perché fossero delle illustri sconosciute), vidi quasi tutta la puntata di Fahrenheit dal vivo e ascoltai un paio di convegni di cui non ricordo granché. Andai via pensando che avrei voluto ascoltare altre conferenze, che un solo giorno non fosse sufficiente e che sarei tornata l’anno successivo. Poiché non si riesce a fare sempre ciò che si desidera, sono trascorsi quattro anni. Un paio di mesi fa, dal sito di Trenitalia è spuntato un biglietto ad un prezzo vantaggioso, ho scovato un pernottamento ad un prezzo altrettanto economico e si è aperta la strada della Primavera digitale in una luminosa Torino dalla temperatura estiva.
Non è stato un weekend a Torino ma una full immersion al Salone del Libro. Convegni, incontri con gli autori, musica, spettacoli: un programma così vasto da dover necessariamente mettere da parte qualcosa. 


Ho trascurato gli espositori: sabato c’era il pienone e in quella ressa è venuto meno il piacere di sfogliare libri, cercare titoli nuovi, scoprire un autore sconosciuto. Ho accuratamente evitato gli spazi dei soliti noti: acquistare un libro (a prezzo pieno) allo stand della Feltrinelli, del gruppo GeMS o della Mondadori mi sembrava ridicolo. Più interessante lo spazio dell’Adelphi dove, quanto meno, era possibile sfogliare libri pubblicati qualche anno fa, ormai scomparsi dagli scaffali delle librerie. 

Porto a casa tante parole su cui meditare: quelle di Bernardo Atxaga, scrittore basco amato da Tabucchi e menzionato più volte nei vari incontri da Sepúlveda; l’ironia irresistibile di Javier Cercas, le sue considerazioni sulla Spagna e le incredibili analogie tra il contesto spagnolo e quello italiano. Porto a casa la suggestione dell’incontro con Lila Azam Zanganeh, la curiosità nata dalle parole della scrittrice croata DubravkaUgrešic e della trasgressiva Almudena Grandes. E poi il legame indissolubile tra poesia e filosofia, ben argomentato da Savater, e tutte le considerazioni che ruotano intorno alla crescente diffusione del digitale. 
Digitale che ha occupato ampio spazio (anche fisicamente) in questo XXV Salone del libro. Il kindle a prezzo pieno che sfida gli altri e-book reader con sconto fiera; facce incuriosite, facce perplesse, facce schiette: “Sono di Torino e vengo tutti gli anni. Quest’anno sono venuta solo per testare un e-book reader  e per acquistarlo… se mi fanno uno sconto fiera”.
Io ho un po’ snobbato gli spazi del digitale: non demonizzo le nuove tecnologie e credo che prima o poi affiancherò e-books ai libri di carta. Ma a Torino avevo solo voglia di parole, riflessioni e altri punti di vista; non di smanettare su supporti informatici. 

Momenti magici

Dimensione musica. Scoprire, in tutto quel vociare, uno spazio dall’atmosfera surreale. 
Un piccolo ambiente insonorizzato in cui ascoltare un duo pianoforte-violino di Claude Debussy. Luci basse, esecuzione splendida, un tempo immobile mentre tutt’intorno le persone camminavano e si agitavano verso i vari stand. 



- La performance straripante di Fabrizio Gifuni “Gadda e Pasolini: antibiografia di unanazione”.

- Intercettare Ernesto Ferrero che si sofferma ad ascoltare alcuni incontri. Seduto sui gradoni dello Spazio Piemonte segue attentamente Andrea Bajani che intervista la croata Dubravka Ugrešic; fa capolino furtivamente nella sala in cui Concita De Gregorio parla del suo libro – e non solo – con Michela Murgia; interviene al compleanno della casa editrice Guanda e ringrazia l’editore Luigi Brioschi.

Le pecche (perché c’è sempre qualcosa su cui lavorare):

-     Programmare i primi convegni alle 10.00 con le biglietterie che aprono… alle 10.00! Code lunghissime anche per chi ha acquistato in prevendita o aveva l’abbonamento. Posticipare l’inizio degli incontri (un accorgimento semplice semplice) sarebbe stato più saggio.

-  Quest’anno i Paesi ospiti della manifestazione sono stati la Spagna e la Romania. Avrei gradito ascoltare quella che sembrava un’interessante conferenza sul panorama letterario romeno. Peccato si sia svolta su una sorta di soppalco, carinissimo, ma circondato dai suoni, chitarre, voci provenienti da tutti gli spazi RAI: il frastuono era tale che perfino i relatori avevano difficoltà a comunicare tra loro. Ho finito con lo scartare a priori gli altri eventi in programma nello stesso spazio. 

    Nonostante qualche pecca, anche stavolta sono andata via pensando che due giorni non siano sufficienti e che l’anno prossimo tornerò. Speriamo non passino altri 4 anni!



7 commenti:

  1. Che bello!
    Avrei voluto essere con te e Ferrero ( hai letto "I migliori anni della nostra vita" ? ) e con te e Atxaga...

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    1. Che uomo Ferrero! Confesso di aver letto solo i suoi articoli e prendo nota immediatamente del libro che mi suggerisci.
      Ho meditato sul fatto che i festival/saloni/fiere del libro in Italia sono frequentatissimi. Le librerie però muoiono. In un articolo di Pierluigi Battista, uscito domenica scorsa sul supplemento del Corriere (La Lettura), viene enfatizzato il fatto che è semplice partecipare “agli eventi”. Meno semplice è ritirarsi nella solitudine e dedicarsi al faticoso esercizio della lettura. È semplice pagare un biglietto, seguire la folla e ubriacarsi di parole. È difficile leggerle, studiarle, meditare su quanto letto. È vero.
      Ma è anche vero che si possono seguire incontri e dibattiti non perché fa tendenza ma per avere nuovi spunti di riflessione, per tornare a casa più pensierosi e con un nuovo entusiasmo di leggere, studiare, capire. È per questo che mi piace andare e sarebbe splendido se un giorno potessimo organizzare un incontro insieme, in uno di questi luoghi reali, e scambiarci opinioni e commenti lì, dal vivo.
      Un abbraccio mia cara.

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  2. Molto carino questo reportage dalla Fiera del libro di Torino. Purtroppo quest'anno non ci sono potuto venire anch'io. Condivido il metodo: andare per scoprire qualcosa di poco usale quando si entra in una libreria, altrimenti è meglio andare direttamente da Feltrinelli...
    Devo dire che sono caduto anch'io nella tentazione di comprare un kindle e non mi sono pentito. E' uno strumento comodo quando si viaggia o si sta a letto a leggere... Da provare, anche perché ha un prezzo davvero accessibile (pubblicità gratis).

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    1. Caro Guglielmo, la tua pubblicità gratuita al kindle conferma il mio intento. Prima o poi…
      Per il prossimo anno, suggerirei un incontro a tre in quel di Torino: ci si potrebbe incontrare vicino allo spazio “Dimensione suono” (se esisterà ancora) con te e Giacinta. Ottima idea, no?

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  3. Oh che bello Barbara!
    Adesso che mi hai detto che c'è anche l'angolo musica... MUOIO!!
    Mannaggia, dico che ci voglio andare da un sacco e poi non mi decido, come si fa?!

    Pensavo al tuo commento che gente che legge ce n'è poca e a questi eventi molta... Non so, la mia percezione è che il pubblico continui a leggere, però con modi nuovi e diversi, anche in casa mia non si comprano più tanti libri come una volta (anche per l'arrivo di un kindle) ma non si è per nulla smesso di leggere!!
    :)

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    1. Cara Clode, anche per me è dovuto passare molto tempo prima di decidermi. Ci sono sempre altre priorità, la spesa per il viaggio la si considera sempre un lusso, c’è sempre un imprevisto… E si rimanda. Solo che, quando finalmente ci si trova sul treno, come tutte le volte in cui ci decidiamo a partire, capiamo che non sono soldi buttati e che magari possiamo fare a meno di altre frivolezze.
      Anch’io credo che si continui a leggere. Forse si acquistano meno libri, forse se ne regalano meno, forse si acquistano e-book e libri on line, ma chi leggeva prima continua a leggere anche in tempo di crisi. E credo che si continuino a frequentare molto le biblioteche. Dal tuo osservatorio privilegiato che racconti? È aumentato il numero dei prestiti?

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    2. Aumentato no, ma le signore in pensione continuano a trovarlo un passatempo prezioso, e anche molti di questi "giovani" bistrattati dalla stampa leggono parecchio! Il mio osservatorio si è però spostato all'entrata della Biblioteca a cui si accede anche per altri servizi, ora dovrei chiedere alle mie colleghe :)
      Ma penso che non ci sia viaggio più bello di quello dentro a un buon libro!

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