Lo studioso di cultura americana
Graham Thompson ha scritto:
“Una dimostrazione di come la fotografia venne
assimilata nel mondo dell’arte è il successo della pittura fotorealista alla
fine degli anni ‘60 e l'inizio degli ‘80. È chiamata anche super-realismo o iperrealismo
e pittori come Richard Estes, Denis Peterson, Audrey Flack e Chuck Close spesso
hanno lavorato a partire da un fotogramma per creare dipinti che sembrano delle
fotografie”.
Ho scoperto l’esistenza del fotorealismo
grazie alla curiosità del signor valigiesogni.
Con lui succede che giornate normali diventino speciali.
Siamo entrambi ignoranti in campo artistico ma siamo anche
curiosi e spesso finiamo per visitare mostre improbabili. Non sono granché
entusiasta d’acquistare il biglietto per Il Guggenheim. L’avanguardia americana 1945–1980, visitabile fino al 6 maggio al
Palazzo delle Esposizioni a Roma, ma alla fine mi decido. In genere l’audioguida
aiuta, eppure, quando ci si trova di fronte agli sgocciolamenti di Arshile Gorky, tocca ammettere che l’espressionismo
astratto è troppo astratto per poter essere apprezzato da tutti. Riconosco i
miei limiti.
Dopo tanta astrazione, le immagini
ben definite del fotorealismo spiazzano: sono così comprensibili!
Guardo
le tele con scetticismo: possibile siano dipinti e non fotografie? Minuziosi, attenti ad ogni dettaglio.
S’è detto che la giornata è speciale
e allora ci si mimetizza tra i turisti, zainetto in spalla e macchina
fotografica. Si cammina divertiti fino a Trastevere. Il cielo coperto, le voci caciarone
dei camerieri romani - Da dove venite? Where are you from? Ah, tedeschi! Ais scrim? Sì, ce l’abbiamo il gelato, Mò ti porto il menù. So’ pronti
i du’ sprizzini? -,
l’edera inerpicata sulle facciate rosse delle case, quell’aria d’altri tempi
come se fossimo in un film degli anni ’60. Allora non badiamo a spese e,
immersi nell’atmosfera cinematografica, andiamo a pranzare qui.
Il mio piatto di rigatoni all’Amatriciana
è abbondante ma non posso fare a meno di infilare la forchetta nella Carbonara
rivisitata (con tanto di noci) del signor valigiesogni. Poi, ci
limitiamo a spazzolarci un carciofo alla Romana (io) e uno alla Giudia (lui)
mentre Fellini, Aldo Fabrizi, la Sora Lella, Verdone e compagnia ci guardano compiaciuti.
Verrebbe da dire: che saranno mai una carbonara e un’Amatriciana? Sappiamo
cucinarla tutti, no? Ma c’è modo e modo; se non le si assaggia qui, non si
comprende il perché di tanta pubblicità.
Pare che anche i dolci siano
eccellenti ma noi abbiamo già puntato la gelateria adiacente (che poi, credo, faccia
sempre parte della famiglia) e con il nostro cono, allegri come due bimbi, c’incamminiamo
mano nella mano lungo le rive del Tevere.
Non è necessario andare troppo
lontano per sentirsi felici.
Non è bellissimo da dire ma da Sora Lella è bellissimo procurarsi una pipì e andare nel bagnetto graziosissimo dove si ha l'impressione di farla direttamente nel Tevere. :)
RispondiEliminaMia cara, hai proprio ragione! Siamo rimasti piacevolmente stupiti dalla disponibilità dei gestori che facevano utilizzare il bagno anche ai turisti di passaggio (cosa un po’ insolita per un ristorante). Scena bellissima: due graziose fanciulle inglesi entrano imbarazzatissime e mormorano qualcosa. Il cameriere le guarda e fa: “ Ch’è successo belle de’ mamma? Ve serve er bagno? Andate, andate…” Fantastico!
EliminaCarissima, torno dopo tanto tempo qui e trovo gli ultimi tuoi due post, belli, proprio belli. Quello su Tabucchi, pervaso di malinconia e gratitudine per quest'autore che ti ha dato tanto (e soprattutto ti ha restituito all'amore per la lettura), e questo, su una giornata a Roma che da normale si fa speciale anche solo perché vissuta in assoluta serenità.
RispondiEliminaUn abbraccio affettuoso a te, al signor Valigiesogni e a Giacinta :-)
Cara Duck, anch’io sono un po’ latitante ultimamente! Roma può essere bellissima se non ci vivi, vero?
EliminaUn abbraccio
Direi che è bellissima SOLO se non ci vivi :-)
Elimina(ma io sono cattiva con Roma, lo so, lo so, son prevenuta e piena di pregiudizi! via, pregiudizi... ci ho vissuto 30 anni!)