Succede che in una giornata di quasi estate ti guardi intorno smarrita e scopri che non sai più dove stai andando. Succede che vorresti partire, cercare, cercarti. Ma ti chiedi se è altrove che devi guardare o se, forse, lo smarrimento non sia lì, dentro di te. E allora, se partire diventa fuggire, l’idea del viaggio perde valore. Non ho mai ben capito se quelli che dicono di partire alla ricerca di sé, si siano poi trovati. Boh…
Questo blog si sarebbe dovuto chiamare “personalità confusa”, perché è questo ciò che sono, ma ho visto che ce n’era già uno. Meglio librinvaligia, che racchiude l’idea della libertà, della scoperta, della ricerca. Perché, in fondo, leggere, scrivere, viaggiare è un po’ la stessa cosa. È guardare la realtà con altri occhi, è cambiare prospettiva, è desiderio di conoscere e di raccontarsi. Perché farlo pubblicamente su un blog? Forse perché siamo animali sociali e in un mondo che va sempre più veloce sentiamo l’esigenza di fermarci a riflettere, magari mettendole nero su bianco le nostre riflessioni, ‘ché scrivere aiuta a riorganizzare le idee. Perché mettere in rete le nostre seghe mentali? Forse per scoprire che non siamo i soli a farcene. In fondo, dietro un blog c’è l’idea di raccontarsi, di dare suggerimenti, di riceverne, di manifestare la propria indignazione, di condividere. E poi c’è la libertà. La libertà di star ad ascoltare o chiudere la pagina, d’incontrarsi e di scontrarsi, di lasciare un commento o di non perdere il proprio tempo dietro percorsi mentali contorti.
E poi dicono che la tecnologia ostacoli i rapporti umani….
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